Il Cammino portoghese/ 7 – Di Elena Casagrande
Visitata la cittadina di Ponte de Lima, seguendo la XIX Strada Romana, entriamo in Spagna attraversando il moderno deponte sul Minho. Ormai manca poco alla meta
Davanti a Casa Fernanda.
(Link alla puntata precedente)
Quanta pazienza per camminare tra questi paesini sparpagliati nelle campagne
Stamattina attraversiamo il bel ponte che ci divide da Barcelos non per visitare la città, ma per lasciarla.
Anche se è presto riusciamo a berci un galao. Il caffellatte ci salva.
Infatti oggi, pur passando per molti paesini, sfilacciati per chilometri, non c’è nulla. Non passa nemmeno la panetteria ambulante.
«Aspetta, sento un furgone» – dico a Teo.
«Senti, arriva per davvero!»
«Nooo, – esclamo senza volerci credere. – È la pescheria.»
Teo ride. Questa ci mancava.
«Cosa puoi farci con uno sgombro fresco alle 9 del mattino?»
Purtroppo anche il nuovissimo albergo per pellegrini di Tamel è chiuso e noi abbiamo pedalato per nulla.
Niente timbro e niente pausa.
Dopo la salita per Portela e il paese di Aborim troviamo finalmente un caffè dove riprendere le forze.
Da qui il cammino sale ancora verso Balugães, che non arriva più! Ci ricompensa, tra gli eucalipti, la visita alla chiesa romanica di San Martino. È stata appena restaurata.
Poco dopo, a Lugar do Corgo, dovrebbe esserci il rifugio della signora Fernanda. Non vedo l’ora di parlarci, ma - purtroppo - non la trovo.
All’ingresso di casa fanno bella mostra di sé segnali e decorazioni giacobee.
Capitello con azulejo di Santiago ad Albergaria.
A Ponte de Lima è ancora protagonista l’Antica Roma
Dopo l’ultimo strappo della giornata, da Vitorino dos Piães si inizia a scendere verso Albergaria.
I richiami a Santiago cominciano a moltiplicarsi. Ci sono una bella statuina ed un capitello di San Giacomo e un’originale decorazione di conchiglie, appesa ad un albero, in giardino dove starnazzano delle oche.
Percorsi gli ultimi chilometri arriviamo alla nostra meta: Ponte de Lima, dal nome del fiume Limia (Lima in portoghese).
Qui, i soldati delle legioni del console romano Decimo Giunio Bruto - quando il ponte romano ancora non c’era - si rifiutarono di guadare il fiume, allora chiamato Lete (Lethes, come il mitico fiume dell’oblio dell’Ade), sicuri che avrebbero perso la memoria.
Giunio Bruto, allora, per sbloccare la situazione, salì in groppa al suo cavallo, attraversò impavidamente le acque e chiamò per nome, ad uno ad uno, tutti i suoi soldati fermi sull’altra riva. Non aveva perso la memoria e lui ne era la prova vivente.
Il bel borgo di Ponte de Lima ricorda questi fatti con la statua di Giunio Bruto su una sponda e con quelle dei suoi soldati su quella opposta, vicina al centro abitato, dove spicca una grande torre medievale. Tutt’intorno negozietti e locali affollati.
È tutto molto colorato e suggestivo. Ed io sono molto orgogliosa del nostro console.
Il fiume Lete con la statua di Giunio Bruto a Ponte de Lima.
Da Portela Grande, il passo più alto del cammino, si ammira la Valle del Minho
All’albergo di Ponte de Lima, molto ben organizzato, dormono con noi 11 pellegrini. Siamo vicini al confine con la Spagna e molti cominciano questo cammino da queste parti o poco più avanti: si nota dai letti invasi.
C’è anche una coppia di tedeschi, che cena dove andiamo noi. Mi sono meritata la pizza, il mio piatto preferito. È pure buona.
Il mattino seguente il cielo è coperto: nulla di nuovo. Il cammino, però, è piacevole, dapprima tra vigneti e campi di mais, poi tra eucalipti e tanto verde. Il centro di pesca sportiva di Riba Rio è aperto e ci beviamo un caffè.
Arriva anche la coppia di ieri sera. A Balada ordino dei panini da asporto. Ci attende la salita più dura del Cammino Portoghese, quella verso l’Alto da Portela Grande e pranzeremo lassù.
L’ascesa è abbastanza dura e pietrosa. Ad un certo punto vedo una grande croce in granito. Ai suoi piedi lascio le ginocchiere usate a Fatima e un santino del Papa Benedetto, preso alla JMJ.
Al Passo la vista si apre sulla Valle del fiume Minho. Tira un vento molto forte. Dopo la pausa una discesa abbastanza facile conduce a Rubiães. Oggi camminiamo su tratti di selciato della Strada Romana XIX e, questo, è davvero emozionante.
Timbriamo all’albergo, dove c’è già parte della truppa, ma noi decidiamo di proseguire diretti al confine.
Simboli della strada romana XIX con la freccia gialla del Cammino.
Dopo 500 km lasciamo il Portogallo: al di là del fiume Minho ci aspetta Tui
A Fontouro, durante una sosta, veniamo raggiunti ancora una volta dai due tedeschi. Ci hanno ripensato e desiderano continuare.
Alla fine cominciamo a correre tutti. Avere davanti o dietro qualcuno che cammina, finisce per condizionarti. È inconscio, ma succede.
Bisognerebbe fermarsi e riprendere con calma. Con questa foga arriviamo a Valença do Minho. L’albergo dei pellegrini è completamente vuoto e triste.
Visto che Tui è al di là del fiume, decidiamo di entrare in Galizia. Passato il ponte, il cartello España ci fa battere il cuore.
Teo ed io siamo contenti. Di buon passo cerchiamo di avvicinarci alla Cattedrale di Tui. Testimonia l’importanza di un’antica sede vescovile ed ha l’aspetto di una fortezza.
Infatti, dai suoi tetti, si presidiava il confine col regno portoghese. Anche se oggi i km fatti sono stati una quarantina, abbiamo ancora un po’ di energia per visitarla.
È severa ed elegante. Vicino c’è l’albergo dei pellegrini. A cena mi gusto un bel menù del peregrino, con la prima ensaladilla rusa (insalata russa) di questo cammino. È fatta in casa. Ora posso dire davvero di sentirmi in Spagna.
L’ingresso in Spagna.
In Galizia incontriamo molti pellegrini con cui condividere passi e sensazioni
È buio quando usciamo da Tui. Il bar vicino all’ostello, nonostante le promesse, è chiuso. La Galizia, però, è organizzata e nel nulla, a Santa Comba da Ribadelouro, come un miraggio, appare un distributore automatico di caffè, bevande e dolcetti. C’è anche un tavolino con un cesto pieno di conchiglie di Santiago.
Arrivano anche tre ragazzi, che abbiamo fotografato poco prima, al Ponte delle Febbri, dove si ammalò San Telmo, che morì poco dopo. I tre sono di Murcia e sono stati alla Giornata Mondiale della Gioventù.
Matias, dipendente del Museo Salzillo, accompagnava il paso dell’Ultima Cena.
Condividiamo la nostra esperienza con loro. Dopo due chiacchiere riprendiamo la via su un drittone, verso la zona industriale di Porriño.
In centro i tavolini dei caffè sono pieni di gente vociante. I vecchietti leggono il giornale seduti sulle panchine, profumano di dopobarba ed indossano le camicie migliori.
Compero dell’empanada di tonno (una sorta di torta salata ripiena) e due lattine di tonica. Si abbandona la cittadina salendo fino a Santiaguiño de Antas, da dove si vede la Ria.
Redondela, con i suoi viadotti ferroviari sopraelevati, ci accoglie con un clima vivace. Noi ci riposiamo nella biblioteca dell’albergo, che è completamente occupato dai pellegrini partiti da Tui, per i fatidici ultimi 100 km o poco più.
Elena Casagrande
(La 8ª puntata del Cammino portoghese sarà pubblicata mercoledì 25 gennaio 2023)
La cattedrale di Tui.