Storie di donne, letteratura di genere/ 524 – Di Luciana Grillo
Chiara Ricci, «Anna Magnani - racconto d’attrice» – Un magnifico omaggio ad Anna Magnani, prima donna italiana a conquistare l'Oscar
Titolo: Anna Magnani. Racconto d'attrice
Autrice: Chiara Ricci
Editore: Graphe.it, 2023
Genere: Biografie di artisti e personalità dello spettacolo
Pagine: 148, Brossura
Prezzo di copertina: € 16
Dopo i pensieri di Italo Moscati, l’introduzione di Franco D’Alessandro e le parole «ziesche di Patrizia Carrano, autrice negli anni ’70 di una biografia di Anna Magnani, entriamo nella vita e nella storia dell’attrice attraverso Chiara Ricci, che l’ha amata e che ha desiderato «rendere omaggio al talento e alla forza di una donna che ha saputo fare della sua essenza e delle sue fragilità una pura energia vitale».
E dunque inizia con le citazioni di frasi diventate ormai celebri, pronunciate da personaggi assai noti della letteratura, del cinema e del teatro.
Oriana Fallaci ha detto di Magnani: «Io penso… io penso che lei sia un grand’uomo, signora Magnani», mentre secondo Roberto Rossellini, grande amore della sua vita, «in due ore di Anna, c’è tutto: l’estate e l’inverno, la tenerezza, la sfuriata, la gelosia, il litigio, la rottura, l’addio, le lacrime, il pentimento, il perdono, l’estasi, eppoi di nuovo il sospetto, la rabbia, gli schiaffi…».
Colette Rosselli, nota al grande pubblico come Donna Letizia, scrive che «la morte se la portava addosso… Del resto, non si può avere un volto così tragico come il suo senza, in qualche modo, pagarla cara».
La stessa Anna, quando parla del suo ruolo di attrice, confessa: «Non so nemmeno se sono un’attrice, una grande attrice, o una grande artista. Non so nemmeno se sono capace di recitare. Ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Debbono essere vere, ecco tutto. Io voglio dei personaggi autentici».
Li trova e li interpreta, in cinema, in teatro, in tv, nella rivista; comincia presto a scontrarsi con la censura fascista, mentre per lei venivano preparati copioni che esaltavano la sua ansia di libertà, la sua ironia, il suo pathos, la sua gestualità, «la voce volutamente nasale, da monellaccio romano… la sua voce risorgeva dalle profondità cupe del petto, e tutta quella gente passava dal riso al pianto con la stessa prodigiosa mutevolezza dell’artista», come testimonia Elsa De’ Giorgi.
Anna incontra registi che la renderanno unica, da Niccodemi a De Sica, da Rossellini a Zeffirelli, da Visconti a Fellini; vede finire il suo matrimonio, diventa mamma di un bimbo nato dalla relazione con un attore - Massimo Serato - «che non vuole saperne di assumersi le proprie responsabilità né riconosce la sua paternità, nemmeno quando, a circa tre anni, il bambino si ammala di poliomielite».
E mentre si dispera per la malattia del suo Luca, con «Roma città aperta» «diviene il simbolo di un Paese, icona e manifesto di un nuovo modo di fare cinema: il Neorealismo».
Recita con Aldo Fabrizi, con Stoppa e Tino Scotti, con Eduardo e Titina De Filippo e diventa ispiratrice di intellettuali e artisti come Tennessee Williams, Alberto Moravia, Carlo Levi, Renato Guttuso e Renzo Vespignani.
Tennessee Williams si chiede «come abbia fatto Anna a vivere nella società e a rimanere nel contempo così libera dalla sue convenzioni… Guardava chiunque si trovasse davanti ben dritto negli occhi, e per tutto lo splendido periodo in cui fummo amici non udii mai una parola falsa sulla sua bocca…», Jean Renoir la sceglie per interpretare «La carrozza d’oro» perché «è la quintessenza dell’Italia. Ella è anche una personificazione del Teatro…».
Va ricordato che questo film è il primo realizzato in Technicolor in Italia, nel 1952.
Il momento più importante nella carriera di Anna Magnani è la realizzazione cinematografica de «La rosa tatuata», quando Anna viene scelta da Williams.
Ha detto: «Ricordo quando venne da me la prima volta, col copione della Rosa tatuata che era ancora scritta a mano, senza le correzioni. Mi lesse il copione e avrei pianto di gratitudine. Senza conoscermi, sapeva tutto di me».
Anna si impadronisce del personaggio, Burt Lancaster dirà che è stata «la migliore attrice con la quale io abbia mai lavorato.
La più rara delle donne. Con una meravigliosa personalità»; critici e pubblico sono entusiasti, Hollywood è affascinato da questa attrice vera, passionale, autentica, vorrebbero incontrarla Marilyn Monroe e Gloria Swanson, Bette Davis e Elizabeth Taylor, Orson Welles e Audrey Hepburn.
Il 21 marzo 1956, arriva l’Oscar per Anna Magnani, miglior attrice protagonista, prima italiana a ricevere un premio così prestigioso.
Non può esimersi dal tornare a lavorare in America, anche perché in Italia le offrono sempre gli stessi ruoli, e dunque - nonostante le manchi il figlio - recita diretta da Cukor e da Sidney Lumet accanto ad attori come Anthony Quinn e Marlon Brando.
Il successo de «La rosa tatuata» non si ripete, ma l’amore degli americani si manifesta quando nel 1960 riceve la stella sulla Walk of Fame.
Questo magnifico omaggio ad Anna Magnani si chiude con una Filmografia e una Teatrografia che lasciano senza parole per la quantità e la qualità delle opere in cui Anna Magnani ha recitato, dando ogni volta tutta se stessa per rappresentare le donne a cui cedeva la sua grinta, la sua personalità, la sua essenza.
Luciana Grillo- l.grillo
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