Una location naturale: Rovereto – Di Paolo Farinati

Università di Trento, la Facoltà di Ingegneria sempre più «green and international»

>
Nel suo discorso ufficiale di investitura la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha posto quale proprio primario obiettivo un’Europa sempre più «green».
Il tutto attraverso una riconversione culturale, materiale e industriale che abbia sul proprio cruscotto di guida, quali bottoni principali, la salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse naturali.
Un ambizioso quanto improrogabile percorso politico, stanti i gravi ormai indiscutibili cambiamenti climatici che hanno investito pure la nostra Europa.
Qui diviene determinante educare e istruire tutte e tutti, ma soprattutto le nostre più giovani generazioni. In tal senso, va riconosciuto che gli Istituti superiori e le Università già hanno impostato corsi e materie appropriate al suddetto obiettivo comunitario. Ma molto altro va fatto e proposto.
 
Ecco che allora va sottolineato con la giusta attenzione e il comprensibile orgoglio, quanto annunciato pochi giorni fa dal Dipartimento Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica (DICAM) della nostra Università di Trento.
Ovvero il via con il prossimo Anno Accademico 2021/22 di un corso unico in Italia, focalizzato sui modelli per poter governare i processi ambientali, con anche una virtuosa visione internazionale stante che sarà in lingua inglese.
Formare, quindi, la futura generazione di ingegneri fedeli al Patto Verde dell’Europa e pronti ad affrontare con competenza le nuove sfide della loro professione.
 

 
La transizione ecologica europea è un percorso senza ritorno, l’impatto climatico e la sostenibilità della Terra innanzi al progresso dell’umanità sono noti da tempo. Ecco che dare immediate risposte educative diventa un obbligo.
Qui sta il merito dell’Università di Trento, e in particolare del suo DICAM: l’attivazione di due curricula in inglese, che vanno a rafforzare la dimensione internazionale che da tempo contraddistingue la didattica e la ricerca del dipartimento.
La laurea in Ingegneria per l'ambiente e il territorio è stata in parte rivista, ideando un corso di studi unico in Italia, focalizzato sui modelli legati ai processi ambientali (Modelling and Simulation).
Inoltre è stato dato al percorso di studi un interessante abito internazionale dedicato alla sostenibilità a alla cooperazione (Environmental Sustainability and International Cooperation).
 
La nuova offerta didattica è esemplare. Sempre più i nuovi ingegneri ambientali dovranno affrontare la difesa del territorio e la prevenzione dei dissesti, la gestione sostenibile delle risorse, il risanamento dell’ambiente, l’uso di tecnologie verdi nelle infrastrutture.
Inoltre, diventa fondamentale sviluppare quelle competenze trasversali, comprese le abilità comunicative e la capacità di gestire i conflitti, che il mondo del lavoro richiede sempre di più.
 

 
Le opportunità di carriera, anche internazionali, sono molteplici.
Basti pensare a: difesa dai pericoli idrogeologici, gestione e tutela delle risorse idriche, protezione degli ecosistemi acquatici e terrestri, sostenibilità urbana, strutture igienico-sanitarie e salute ambientale.
Problematiche tutte incorniciate nell’ambito dei cambiamenti climatici già in atto.
La pronosticata transizione verde della nostra Europa offre, pertanto, già da subito, molte opportunità ai singoli professionisti come alle imprese più evolute.
 
Il Trentino, unitamente al nostro Ateneo, da tempo ha saputo proporre obiettivi e spazi che vorremmo con ambizione chiamare «green».
Da anni, ad esempio, parliamo di Green Economy per identificare gli oltre dieci ettari di Progetto Manifattura di Borgo Sacco a Rovereto.
Il grande visionario architetto giapponese Kengo Kuma ha saputo col suo genio unire visivamente l’architettura asburgica di metà Ottocento della vecchia Manifattura Tabacchi con le nuove moderne strutture osservabili lungo il torrente Leno.
Una visione originale ed emozionante che ci racconta spezzoni importanti della storia della città.
 

 
Personalmente vedrei molto bene collocati in quest’ambito che guarda chiaramente al futuro i docenti, gli studenti, i laboratori di questo nuovo Corso di Ingegneria Ambientale.
Sarebbe un atto di coerenza richiesto all’Ateneo, che a Mesiano e a Povo sappiamo soffre non poco per gli spazi ridotti.
Rovereto ha bisogno di vedersi affidati nuovi percorsi universitari.
La città è stata sin qui assai generosa con l’Ateneo, mettendo a disposizione dello stesso splendidi palazzi del Settecento.
 
Con Progetto Manifattura ne può disporre di altri, assai moderni e ritengo assai confacenti alle esigenze dell’Università trentina.
Attendiamo con speranza e fiducia le decisioni in merito. Confidiamo che pure il Comune di Rovereto e la Provincia Autonoma di Trento sappiano assumere, in tal senso, un ruolo positivo e propositivo.

Paolo Farinati – [email protected]