La Camera dei Comuni boccia il piano di Theresa May
Più della metà dei deputati ha votato contro l’accordo sottoscritto con l’Unione Europea per la Brexit
Come era ampiamente previsto dagli osservatori, il piano concordato da Theresa May per uscire dall’Unione Europea è stato bocciato a grande maggioranza: 432 no contro 202 sì.
Dunque, è tutto da rifare. Ma non è chiaro da che parte Londra intenderà procedere.
Le strade possibili sono poche. La prima sta nelle dimissioni della premier. Visti i risultati di mesi di trattative con la UE, sarebbe la soluzione più logica. Ma la May sembra che non ci senta, per cui il leader dell’opposizione Corbyn ha annunciato una mozione di sfiducia, che potrebbe essere discussa già domani.
Inoltre, le dimissioni non risolvono il problema. Il nuovo leader si troverebbe a dover affrontare lo stesso problema.
La seconda ipotesi sta nel rivedere gli accordi presi con Bruxelles, sia se la May rimanesse, sia che venisse sostituita.
Ma Junker ha già precisato che ci sono pochi spazi di manovra. Al massimo possono essere rivisti i rapporti di confine tra Irlanda del Nord e del Sud, che peraltro è una precisa richiesta di 4 deputati nordirlandesi che hanno votato contro. Ma la via per tutti gli altri aspetti resta praticamente impercorribile.
La terza possibilità è che la May venga sostituita e il nuovo governo ritorni a proporre alla popolazione di esprimersi in un nuovo referendum sulla Brexit. Molti propendono per questa opzione, ma non nascondono la bizzarria di un secondo referendum «dopo averci provato».
Una quarta strada è la frattura secca. Cioè l’uscita dall’UE e basta. Il che comporterebbe però un'enornmità di svantaggi per la Gran Bretagna, ai suoi cittadini e ai cittadini europei che vi lavorano nonché alle aziende oltremanica penalizzate dal ritorno delle frontiere e delle dogane, che questa è l’unica via da evitare con tutte le forze.
La situazione muterà di giorno in giorno e pertanto sarà utile seguire passo per passo l’evolversi della situazione.