Un Gran Premio sempre più internazionale che attira il jet set
Intervista esclusiva al presidente dell'Ippodromo Maia, Giovanni Martone, che spiega quale sarà la sua strategia per il futuro dell’Ippodromo – Di Sandra Matuella
Le foto dei tre momenti della gara e della premiazione sono di Fotopress Arigossi.
Ippodromo Maia vestito a festa, ieri, per l’edizione numero 80 del Gran Premio Merano Alto Adige: un compleanno importante, celebrato in grande stile insieme a circa 15mila spettatori, e un programma con corse di cavalli provenienti da prestigiose scuderie, un jet set dell’ippica arrivato da diverse parti del mondo, e scena che sembravano uscite dal film «My Fair Lady» e da Ascot, con uomini rigorosamente in tight, signore con cappelli elaborati o in costumi d’epoca.
Insomma tanta eleganza e un pizzico di eccentricità, per omaggiare il fascino discreto dell’ippodromo, un luogo unico, fuori dal tempo e sempre verde.
Il Gran Premio di Merano è stato arricchito con tante iniziative collaterali, come l’anteprima del Merano Wine Festival, e poi le mongolfiere, i voli acrobatici di parapendio, i balletti proposti dalla scuola Arabesque, la musica dal vivo, il concorso Lady Fashion per premiare la donna più elegante.
E ancora la tradizionale sfilata delle carrozze, la presenza dei carabinieri in alta uniforme, la mostra fotografica per rivivere la storia del Gran Premio.
Tanta mondanità quindi, ma anche tanta felice normalità, con famiglie con bambini piccoli, gruppi di giovani, il tutto in un clima di armonia e serenità.
A tutto questo si è aggiunta anche la soddisfazione della vittoria in casa del Gran premio, da parte della splendida scuderia altoatesina di Josef Aichner: una vittoria mozzafiato del fantino Josef Bartos con L’Estran, cavallo francese dal forte temperamento che è riuscito a diventare un campione nonostante un infortunio avuto all’inizio della sua carriera.
Da segnalare anche il colpo di scena che ha fatto sollevare un forte sospiro di stupore dalle tribune, quando il favorito della corsa, il francese Bertrand Lestrade, con il cavallo Le Costaud, ha commesso un fatale errore di percorso.
Giovanni Martone (nella foto seguente con Sandra Matuella), il presidente di Merano Galoppo, da anni è il deus ex machina dell’Ippodromo meranese: grazie alla sua tenacia, alle capacità imprenditoriali e soprattutto alla sua passione infinita per i cavalli, Martone ha riportato il Maia ai suoi antichi splendori e lo ha rilanciato sulla scena internazionale, contribuendo, insieme, a promuovere la città di Merano stessa a livello mondiale.
Al nostro giornale Giovanni Martone spiega quale sarà la sua strategia per il futuro dell’Ippodromo.
«Dobbiamo lavorare molto per essere competitivi non solo nel mondo dell’ippica, ma anche nel mercato dello svago in generale.
«Oggi c'è sempre più concorrenza nel settore dell’intrattenimento, e la nostra bravura consiste nel promuovere l'opzione ippodromo non solo tra gli appassionati di cavalli, ma a tutti, attraverso delle offerte che interessano un po' tutta la famiglia.»
Rientra in questa ottica anche il Maia Music Festival, che la scorsa estate ha trasformato l’ippodromo nella più grande «sala da concerto» della nostra regione, con grandi musicisti come Giorgio Moroder, Alvaro Soler e Il Volo?
«Sì, infatti il prossimo anno avremo delle belle sorprese, con nomi internazionali eccezionali.»
Parlando di numeri, le cifre di quest’anno sono davvero impressionanti, con circa 15 mila spettatori al Gran Premio: da dove provengono?
«È un pubblico arrivato da mezzo mondo: ho salutato persone arrivate da Boston e da un po’ tutta Europa.
«Una grande internazionalità che ci ha fatto battere il record dell’anno scorso che, a sua volta, era un record rispetto a tutti gli anni precedenti.
«Per l'ottantesimo del Gran Premio, ovviamente ci tenevamo a fare qualcosa in più del solito, con tanti spettacoli di contorno insieme alle bellissime corse, e ci siamo impegnati nell’organizzazione dell’evento grazie ad un enorme lavoro di squadra.»
Qual è il suo sogno, Presidente?
«Il mio sogno è che tutta l'ippica nazionale possa essere forte come qui a Merano, perché, purtroppo, nel resto d’Italia sta soffrendo, quindi tutti noi dobbiamo lavorare molto affinché le persone vengano all’ippodromo non solo per il prodotto ippico, ma per tante altre belle proposte.
«Vede, la passione per i cavalli nasce stando nell’ippodromo e non fuori, è qui che nasceranno nuovi appassionati, nuovi proprietari e ci sarà una nuova linfa per tutto il settore.»
Donne affascinanti con cappelli elaborati, abiti da cerimonia, accessori eccentrici, uomini in tight e cilindro, ma anche costumi d’epoca: al Gran Premio c’è davvero tanta eleganza, cosa abbastanza insolita per la nostra regione.
«Per promuovere l’eleganza abbiamo iniziato a lavorare già nel 2013, e abbiamo compiuto un passo alla volta per non staccarci dalla gente, che via via ha apprezzato e ci ha seguito, al punto che adesso è normale avere all’ippodromo il dress code, ossia uno stile ben preciso di abbigliamento.»
Presidente Martone, possiamo quindi, dire a Merano come ad Ascot, la patria inglese delle corse di cavallo?
«Sì, anche se per essere proprio come ad Ascot ci manca la Regina e, credetemi, ad Ascot la Regina Elisabetta conta tantissimo.»
Sandra Matuella – [email protected]