A lezione di economia da Joseph Stiglitz e Anthony Atkinson
Al Festival è andato in scena il confronto fra i due massimi economisti
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«Bisogna partire dal fatto che nel mondo ci sono delle disuguaglianze e la moderna economia questo non lo riconosce.»
Joseph Stiglitz e Antony Atkinson sono concordi, finché gli studi economici non prenderanno in considerazione il problema delle disuguaglianze, queste continueranno ad esistere.
I due economisti, protagonisti nel pomeriggio di un confronto al Festival dell'Economia, nel 1980 pubblicarono il libro «Lectures on Public Economics» che a distanza di 35 anni hanno deciso di ripubblicare, riscrivendone l'introduzione.
«Molto ovviamente è cambiato da allora – hanno detto i due – ma non il punto di partenza del libro, ovvero che le disuguaglianze esistono.»
Rispetto al 1980 ha ricordato Atkinson, viviamo oggi in un contesto globale e questo influenza il comportamento delle aziende, dei lavoratori e anche le politiche di spesa dei governi.
«Quando si prendono delle decisioni – ha detto – dobbiamo sempre chiederci chi paga. Ad esempio, se alziamo le tasse sugli oggetti di lusso, chi paga? I ricchi che comprano gli oggetti o i lavoratori del settore a cui potrebbero venire ridotti i salari.»
«Il punto di partenza è importante – ha aggiunto Atkinson – e il libro partiva dal fatto che ci sono molte disuguaglianze e che per affrontarle occorre avere una visione multidisciplinare, questo tentava di fare il libro.»
Atkinson ha ricordato come l'economia oggi sia molto frammentata e settoriale, divisa in piccoli pezzetti. Invece, come ha sostenuto Stiglitz, dovrebbe essere considerata in modo globale e intero.
«Bisogna capire qual è la reale struttura dell'economia – ha aggiunto il premio Nobel – ed è quello che cerca di fare il libro che ha avuto il merito di reggere alle ingiurie del tempo.»
«I mercati finanziari sono imperfetti – ha detto ancora Stiglitz – ma per comprenderli dobbiamo cercare di creae un linguaggio comune, una sorta di unica grammatica che possa analizzare il contesto.»
«Se vogliamo ridurre le disuguaglianze – hanno concordato al termine i due economisti – non possiamo farlo solo con le politiche fiscali. Bisogna capire come funziona il mercato e come tutto questo entra nelle politiche pubbliche, non basta il ministro delle finanze o quello delle politiche sociali.»