Il Nordest in discesa: è deflazione – Di Alberto Pattini

La combinazione tra la contrazione dei prestiti bancari a famiglie e imprese, il calo dei consumi e il crollo del Pil ha spinto il Nordest verso la deflazione

Foto d'autore: Cervi in discesa nel parco dello Stelvio. Foto © Stefano Sandrini.
 
Nel 2014, in 3 Province su 13 l’andamento dei prezzi è stato negativo: -0,2 per cento a Pordenone e a Verona, -0,1 per cento a Treviso.
In altre 4, invece, l’inflazione non ha registrato nessuna variazione: ciò è avvenuto a Venezia, a Gorizia, a Belluno e a Vicenza. A Trieste (+0,1%), a Udine (+0,1%), a Padova (+0,2%), a Rovigo e a Trento (+0,4%), invece, l’aumento è stato modestissimo. Solo a Bolzano la crescita è stata superiore all’unità: precisamente all’1,1%.
«Come ci insegnano gli economisti – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – siamo scivolati nella spirale della deflazione: un male che, purtroppo, si è diffuso in tutta Europa, soprattutto nei Paesi che hanno adottato l’euro.
La recessione economica e le politiche di rigore e di austerità praticate in questi ultimi anni hanno spinto la disoccupazione su livelli inaspettati e molto preoccupanti, mentre le sacche di povertà e il clima di sfiducia si sono diffuse a dismisura.
Speriamo che con l’avvio del Quantitative Easing, ovvero la possibilità da parte della Bce di acquistare i titoli di Stato di ciascun Paese dell’area dell’euro, l’inflazione riprenda a crescere attestandosi attorno al 2%, trascinando all’insù i consumi, gli investimenti e soprattutto gli occupati».
 
 La contrazione del credito
Nonostante molti istituti di credito abbiano continuato a investire nel nostro territorio, dall’inizio del «credit crunch» (fine 2011) all’ottobre scorso (ultimo dato disponibile), nel Nordest la contrazione dei prestiti bancari alle famiglie e alle imprese è scesa del 5,1%: se a Bolzano la caduta è stata del 4%, a Trento la contrattura ha raggiunto quota 4,6%.
In Veneto, invece, il «taglio» ha raggiunto il 5%, mentre inFriuli Venezia Giulia è stato addirittura del 6,2%.
La provincia più colpita dalla chiusura dei rubinetti del credito è stata Trieste: in questi ultimi 3 anni la diminuzione ha toccato il 10,4%.
Sebbene nell’ultimo anno ci sia stata una decisa frenata, sia nel Veneto (-0,3%) sia in Friuli Venezia Giulia (-0,7%) la contrazione ha continuato ad amplificarsi. Tra il 2011 e il 2014, le famiglie e le imprese del Nordest hanno perso 11,1 miliardi di euro.
 
 La caduta verticale del Pil
Dall’anno pre-crisi (2007) al 2014 il Nordest ha perso 8,4 punti percentuali di Pil: una vera e propria caduta verticale che ha toccato le punte massime in Friuli Venezia Giulia (-9,4%) e in Veneto (-9,2%).
Da quest’anno, però, dovrebbe fare capolino la tanto agognata ripresa: seppur con un aumento ancora abbastanza contenuto, il Pil nel Nordest è destinato a crescere tra lo 0,7 e lo 0,9%.
 
 I consumi delle famiglie ridotti al lumicino
Pur continuando a risultare l’area territoriale più virtuosa d’Italia, in questi anni di dura crisi economica i consumi delle famiglie del Nordest sono crollati del 6,1%. La riduzione più importante si è verificata in Friuli Venezia Giulia (-7,2%) e in Veneto (-6,7%).
 
Alberto Pattini