Lettere al Giornale – Paolo Farinati

Sviluppo e benessere: servono alcune semplici regole, anche in Trentino

Ogni comunità, piccola o grande che sia e ovunque essa sia, nutre sempre l’ambizione di darsi e di garantirsi nel tempo un minimo sviluppo e un altrettanto significativo benessere.
Quest’ultimo certamente rispettoso di ogni persona e dell’ambiente in cui questa comunità vive. Non è un caso che si parli sempre più di sviluppo sostenibile.
È la più grande responsabilità che ogni generazione ha verso quelle future.
Molteplici studi economici, sociali, filosofici e antropologici ci hanno proposto letture, interpretazioni, principi e regole con cui condividere questo umano e comunitario percorso.
 
Una volta raggiunta la pace, e qui purtroppo sappiamo che non lo è per sempre, una comunità in prima battuta si dà delle regole costitutive, le quali si fondano sempre su valori universali quali la Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza, la Solidarietà, la Famiglia, la garanzia dell’Istruzione, la tutela della Salute, il riconoscimento del Merito, la dignità del Lavoro.
Potremmo indicare altri tasti di un cruscotto che ci porta ad indicare nella Democrazia l’obiettivo primario.
 
Qui ci hanno pensato le varie Costituzioni, gli Statuti d’Autonomia, gli Statuti comunali, le Convenzioni internazionali, gli Accordi sovranazionali che hanno portato, ad esempio, a costituire gli USA, la UE, l’USEAN, l’UA, l’UNASUR, l’OCSE, la NATO e via discorrendo.
Sono i risultati di diversi percorsi virtuosi compiuti dalla diplomazia internazionale, in quanto tutti consapevoli ad ogni latitudine delle interconnessioni e delle reciproche dipendenze economiche e, quindi, anche sociali tra tutte le aree continentali su cui l’umanità abita, lavora e si sviluppa.
 
E il benessere come lo garantiamo ovunque in maniera condivisa, equa e giusta? Domanda tra le più difficili oggigiorno.
Ma comunque al benessere l’essere umano punta e, una volta raggiunto, non vi rinuncia.
E qui ai valori universali sopra citati, si aggiungono regole, scritte e non scritte, che ci possono aiutare nella creazione di un minimo di benessere e, soprattutto, a consolidarlo nel tempo.
Questo ragionamento vale indubbiamente anche per il nostro piccolo Trentino, che è lo scopo di questa mia breve riflessione.
 
Richard Florida, noto studioso americano, pone alla base di un percorso verso il benessere le sue tre T.
La prima è il Talento: ogni comunità deve saper attirare in sé persone di riconosciuto talento, giovani e meno giovani, uomini e donne, all’unisono capaci di leggere il presente e il futuro con una visione non certamente ordinaria, bensì pacificamente «rivoluzionaria».
Qui il Trentino ha fatto molto, se pensiamo all’UNITN, ai centri di ricerca quali FBK e Fondazione Mach, ad incubatori quali i BIC e Progetto Manifattura.
Su questo terreno dobbiamo continuare ad investire.
 
La seconda T è la Tecnologia: ovvero la propensione ad innovare, a misurarsi con gli strumenti della conoscenza scientifica e tecnologica verso una ricerca continua e un’applicazione industriale e produttiva proficua per tutti.
La dimensione medio – piccola delle aziende trentine forse qui non ci aiuta molto e, quindi, in termini di macro e micro economia la politica, collaborando con il privato, può fare di più.
 
La terza T del prof. Florida è la Tolleranza: ovvero una comunità deve saper costruire e mantenere al suo interno un clima di solidale rispetto, che non distingue alcuno per il suo pensiero politico, per la sua fede religiosa, per la sua terra di provenienza, ma ne sa riconoscere e premiare il solo suo talento.
Su questo tema il Trentino, anche quale terra che ha conosciuto la povertà e di grande emigrazione fino a non molti anni fa, non dimentichiamolo mai, ha dato dimostrazione di crederci, ma si può impegnare di più.
 
Con tutta modestia, vorrei in conclusione aggiungere una mia quarta «T», unita ad una «C»: i Trasporti e le Comunicazioni.
Le relazioni che una comunità tiene necessariamente con quelle vicine e anche meno vicine, hanno bisogno di vie di Comunicazione. Gli antichi Romani ce lo hanno fatto capire fin da oltre duemila anni fa.
Le strade, le nuove vie di comunicazione hanno sempre creato e creano tuttora unione e civiltà.
Qui la Tecnologia nel 2023 ci dà valide risposte per “trasportare” e “spostarci” in maniera sostenibile.
 
Il Trasporto su gomma sarà sempre più ibrido, se non elettrico e, quindi pulito; le ferrovie faranno viaggiare gli uomini e le merci in maniera sempre più veloce, efficiente e meno impattante sull’ambiente; nelle nostre piccole città e nei nostri borghi l’uso della bicicletta e l’andar a piedi dovrà essere sempre più incentivato.
Nel complesso, il tema dei Trasporti ci costringe e ci costringerà sempre più a fare delle scelte precise e determinate.
Il Trentino su questo può fare molto, con coraggio e senza pregiudizi inutili e fuorvianti ideologie. I Trasporti saranno anche per il nostro Trentino motore di sviluppo e di benessere per tutti, se accompagnati da investimenti lungimiranti, da farsi sia sul nostro territorio che verso i territori nostri confinanti.
 
Pensiamo alla ricchezza che ci ha portato l’Autobrennero in oltre 60 anni di vita. La sicurezza e la velocità degli spostamenti è e sarà sempre un concreto vantaggio competitivo sia per le nostre aziende produttive che per il nostro turismo, sia per la nostra UNITN che per i nostri centri di ricerca, sia per la nostra agricoltura che per la nostra complessiva qualità di vita.  
In conclusione, il Trentino potrà guadagnare dei buoni voti anche in futuro se, parafrasando le parole di Alcide Degasperi, saprà fare meglio con meno timori e pregiudizi e con più coraggiosa visione e più libera conoscenza.

Paolo Farinati
Rovereto