L’integrazione degli immigrati in Italia va avanti

Ci vuole un salvagente perché, tempo una generazione, e la cultura cristiana verrà soppiantata da quella islamica

Nei giorni scorsi era uscita la notizia che una scuola del Trevigiano aveva annunciato di non voler studiare la Divina Commedia di Dante Alighieri perché il Sommo Poeta aveva messo Maometto nell’inferno.
Per la precisione, troviamo Maometto nella IX Bolgia dell’VIII Cerchio dell’Inferno, tra i «seminatori di discordie», la cui pena consiste nell’essere fatti a pezzi da un diavolo armato di spada.
E in effetti due studenti di una scuola media della Provincia di Treviso sono stati esonerati dallo studio della Divina commedia proprio perché lo hanno chiesto i genitori che sono di fede islamica.
Quei genitori affermano che il contenuto sia incompatibile con la propria religione, in quanto contiene offese all’Islam.
 
Non è certo la prima volta che si prova ad attaccare la religione cristiana e soprattutto la cultura cristiana.
I crocefissi nelle scuole, nelle aule di tribunale e in tanti altri luoghi pubblici. Le festività Natalizie. Le campane delle chiese. Tutte cose che turbano la sensibilità degli islamici.
Bene, togliamo i crocefissi, cancelliamo le feste di Natale, teniamo ferme le campane. Ma togliamo anche i santi dai centri abitati che portano il nome di un santo. E le acque minerali, come San Pellegrino e San Benedetto, vanno tolte dal mercato.
Trento non dovrebbe essere più la «Città del Concilio», che diamine! E dovrebbe cancellare il rione di San Martino, Sant’Antonio, San Giuseppe, Cristo Re.
L'università Cattolica di Milano sa già come dovrà cambiare il nome...
E il Papa è avvisato.
 
È ben vero: la parola d’ordine della civiltà europea è quella dell’integrazione degli immigrati. Quello che non avevamo capito è che dovevano essere i cristiani a integrarsi, a diventare islamici.
È dai tempi della Rivoluzione Francese che teniamo ben separati il potere politico da quello religioso e forse è questo ritorno al passato ci ha fatti prendere alla sprovvista.
Dobbiamo fare come loro. Quando si va in un paese islamico, è facilissimo professare la fede cristiana. Basta non farsi beccare.
Quella sì è tolleranza, proprio quella che vogliono esportare nel nostro Paese.
Facciamoci da parte, valà, così tra una generazione saremo tutti integrati.
Non ci resterà che un salvagente per non annegare in questo mare di cazzate.