Incidente mortale a Passo Costalunga: il J’accuse! del Codacons
L’associazione dei consumatori denuncia le troppe dimenticanze in tema di sicurezza sulle piste da sci
«Una sciatore ha perso la vita stamani in Alto Adige, ai confini col Trentino, – scrive il Codacons in un comunicato per la stampa, emesso poco dopo la morte dello sciatore avvenuta a Passo Costalunga. – Secondo le prime informazioni, fornite dal 118, che è andato sul posto in elisoccorso, lo sciatore sarebbe finito contro un ostacolo sulla pista da sci vicino al rifugio Paolina.»
Confermiamo la notizia, che abbiamo già pubblicato.
«Per il Codacons è ormai diventato un bollettino di guerra il numero degli sciatori e degli escursionisti che ogni anno muoiono in montagna, prosegue la nota, che condividiamo. – Negli anni passati gli incidenti riguardavano prevalentemente i fuori pista e le escursioni in alta quota. In questa stagione, invece, c'è stato un picco degli incidenti avvenuti sulle piste da sci, ossia nei tratti di montagna che dovrebbero essere più sicuri, perché più controllati.
«Un fatto particolarmente grave che dimostra il progressivo peggioramento della situazione.»
Il Codacons da anni denuncia come la legge n.363 del 24 dicembre 2003, sulle norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali, come troppo spesso accade in Italia, sia stata dimenticata e nessuno la rispetti.
«Svariati gli articoli violati, a cominciare dall'art. 5 che prevedeva campagne informative a cadenza annuale, volte a promuovere la sicurezza nell'esercizio degli sport invernali (…) la diffusione della conoscenza delle classificazioni delle piste, della segnaletica e delle regole di condotta previste dalla presente legge.
«Chi ha mai visto le campagne informative in questi anni?»
Poco rispettato anche l'art. 5 comma 3 che prevede l'obbligo per i gestori degli impianti di esporre le regole di condotta «garantendone un'adeguata visibilità», il che vuol dire, secondo il Codacons, cartelli con il decalogo delle regole da seguire (in più lingue e con esemplificazioni grafiche) presso le biglietterie ma anche all'inizio e alla fine di ogni impianto di risalita.
Troppo pochi, poi, i controlli e le sanzioni amministrative comminate per le violazioni.
«Da anni chiediamo, infine, ulteriori modifiche della legge, – conclude la nota del Codacons. – Ad esempio per rendere obbligatorio l'uso dell'A.r.v.a. [apparecchi di ricerca in valanga – NdR] per chi decide di fare escursioni sci-alpinistiche anche se non vi sono evidenti rischi di valanghe (art. 17 della legge), sia perché, in caso di pericolo slavine, non sia solo esposto un cartello di pista chiusa (art. 7), ma anche i motivi della chiusura (Ad es: Attenzione! Pericolo valanghe!).»