Lettere al Giornale – Claudio Riccadonna

Quando giocavamo a tennis in uniforme rigorosamente bianca, con la racchetta di legno Maxima, modello «Panatta», con cordini in budello…

Una vecchia racchetta di legno wip, «stile Panatta» degli anni Settanta appesa, a guisa di trofeo, a qualche muro se non, alla peggio, riposta, ormai impolverata, in qualche cantuccio dimenticato di una soffitta o di una cantina.
Quanti, da ragazzini imberbi, cercavamo di imitare goffamente qualche colpo spettacolare, come la funambolica Veronica del grande tennista italiano, non di rado impegnato in quello straordinario gesto tecnico e «contorcente» che lo ha reso poi una celebrità in tutto il mondo.
Quelle racchette da tennis pesavano 400-440 grammi, un 30% in più delle attuali super efficienti che dispongono di una testa più ampia, in grado di ridurre il margine di errore.
 
Eppure, talvolta, il passato si può rimaterializzare nel presente e rinnovarne l'incanto quasi magico.
Basta volerlo! E così, davvero emozionante, è stata la riproposizione di un'atmosfera dal sapore vintage e carezzevolmente nostalgico.
La rivisitazione di «un'epoca» ormai lontana, ma al tempo stesso così vicina, attraverso l'ottima organizzazione di una giornata dedicata alle racchette di legno, sabato 30 settembre, grazie all'iniziativa del circolo tennis di Mori e specialmente dei suoi premurosi maestri Luigi e Quinto.
 
Un pomeriggio che ha saputo coinvolgere tennisti amatori di tutte le età, uomini e donne, dai diversi livelli tecnici, rigorosamente in uniforme bianca dalla rievocazione wimbledoniana, in una serie di doppi esilaranti e divertenti che di partita in partita rimescolavano, indipendentemente dai valori agonistici in campo, i loro giocatori, talvolta comprensibilmente impacciati nel maneggiare questi veri e propri «reperti» da museo.
E non sono mancate le risate, per la mancata presa di qualche pallina, sfuggita al controllo anche dei più esperti… D’altra parte, siamo ormai tutti abituati ad uno «spazio di colpo» più voluminoso!
 
Il tutto, comunque, si è svolto all'insegna della forza aggregante e positivamente impattante dello sport, nella trasversalità delle sue funzioni, nella celebrazione dei suoi valori più sani, quali il rispetto, l'amicizia, il senso dell'incontro e della condivisione, anche di un semplice ma energetico sorriso.
La partecipazione delle famiglie ha reso questo evento ancora più costruttivo e significativo.
Insomma, un clima festoso e unificante, di piacevole e solidale concordia culminato poi nella corroborante e ristoratrice spaghettata finale.
E, nonostante qualche acciacco, qualche doloretto muscolare, al risveglio mattutino (ci sta!), la contentezza di essere stati presenti.

Davvero un sentito ringraziamento a tutti coloro che vi hanno aderito!

Claudio Riccadonna
Ala