La Sanità di Obama: qualità per tutti, con molte difficoltà
Alan Kruger analizza una riforma epocale che vuole e che può cambiare la storia degli Stati Uniti
È stata approvata dal Congresso ed è stata firmata dal presidente
Obama nel marzo dello scorso anno.
Stiamo parlando di uno dei cambiamenti più radicali che l'America
tutta si appresta ad affrontare, con molte luci e ombre.
Un sistema sanitario, quello americano, che è fortemente basato sui
contributi del datore di lavoro e sull'erogazione privata di
servizi, in un Paese dove nel 2009 il 16,7 per cento della
popolazione, soprattutto lavoratori a basso reddito e giovani
adulti, non avevano assicurazione sanitaria.
Nel 2014 scatterà l'obbligo di assicurazione sanitaria per tutti i
cittadini, una data attesa con speranza da molti ma nello stesso
tempo con timori e diffidenza da molti altri.
È Alan Kruger, docente di economia e affari pubblici all'Università
di Princeton, ricercatore per l'Office of Population Research e per
il Center for research on Health and Well-being dell'Università di
Princeton, con un trascorso di «chief economist» del dipartimento
del Tesoro degli Stati Uniti, a presentare al Festival
dell'Economia (per i Focus in Sala Depero) questa grande scommessa
americana: la rivoluzione del sistema sanitario.
Il programma si basa su due punti fondamentali: il Medicare
e il Medicaid.
Il primo è il programma di assicurazione sanitaria per le persone
che hanno più di 65 anni.
Il Medicaid è il programma di assicurazione sanitaria per le
persone a basso reddito.
Inutile negare che l'argomento economico e quindi i cambiamenti che
questa legge introduce per garantire queste coperture sanitarie
sono gli elementi di grande discussione che hanno animato gli Stati
Uniti e che continuano a dividere.
La cosa più importante sarà l'obbligo per tutti i cittadini di
acquisire un'assicurazione sanitaria, chi non lo farà dovrà pagare
una penale.
Questa riforma inoltre garantirà sovvenzioni alle piccole aziende,
quelle sotto i 50 dipendenti, in modo che possano provvedere alla
copertura delle spese assicurative.
Attualmente negli Usa le persone non assicurate sono persone povere
che non si possono permettere la spesa per l'assicurazione
sanitaria e la riforma produce due forti cambiamenti: permette a 25
milioni di cittadini di utilizzare servizi legati alla salute, cosa
non possibile prima della riforma.
Come avviene ciò? Con l'introduzione di tasse nei confronti delle
fasce più ricche della popolazione: si tratta di un aumento dello
0,9 per cento di tasse per le persone aderenti a Medicare che
guadagnano più di 250 mila dollari all'anno e da un forte
ridimensionamento della spesa medica, cioè una riduzione delle
prestazioni non indispensabili.
In merito alla disponibilità a pagare si calcola che 33 milioni di
non assicurati sceglierebbero di iscriversi spontaneamente se la
legge entrasse in vigore oggi, infatti la sanzione prevista
dall'obbligo di legge aumenta efficacemente la disponibilità a
pagare.
Ma chi starà meglio e chi starà peggio? Quali sono le diverse
opinioni?
«Chiaramente - afferma Kruger - la metà più povera dei non
assicurati riceverà vantaggi molto maggiori della metà più ricca,
ma dobbiamo fare qualcosa per frenare la crescita dei costi
sanitari e mi sembra che ci sia un riconoscimento diffuso del fatto
che la riforma sia necessaria, anche se la parola tasse fa tremare
gli americani e volutamente questa parola non è mai stata
utilizzata nella stesura della legge.»
Il cammino della riforma non è stato facile sin dall'inizio e oggi
la situazione è ancora in discussione, l'ultima parola spetterà
alla Corte Suprema.
«Ma non sappiamo quando questa si pronuncerà - continua Kruger, -
io sono ottimista e voglio sperare che questa riforma diventi un
giorno una realtà anche se le opinioni a livello politico sono
talvolta distanti, forse troppo. In fondo la parola
anticostituzionale viene usata per denunciare una
forzatura nel momento in cui si parla di obbligo di legge o di
tassa vera e propria.»
In conclusione, questa legge, la Obamacare, si è posta
come obiettivo di migliorare i servizi sanitari e garantire ad una
fascia più alta di popolazione maggiore qualità, efficienza e
controllo dei costi.