John Lloyd, editorialista del Financial Times parla con noi
«I giornali on-line rappresentano la stampa veramente libera soprattutto nei paesi dove la libertà democratica non c'è ancora, o è stata raggiunta da poco»
Stamattina,
dopo la conferenza stampa delle 11, abbiamo scambiato due parole
con il collega editorialista del Finan-cial Times, John Lloyd
(nella
foto), perché aveva pronunciato un intervento molto
interessante sul fenomeno dei giornali on-line (come
l'Adigetto.it).
Un personaggio molto simpa-tico, che si esprime senza imbarazzi con
il suo italiano «maccheronico», per il quale si scusa, ma col quale
sa spiegarsi benissimo. Ma di lingue deve conoscerne molte, dato
che ha fatto il corri-spondente da Mosca e tuttora collabora con la
«Moscow School of Political Studies». Ed è molto quotato, se i suoi
studi vengono pubblicati da giornali un po' di tutto il mondo, tra
i quali La Repubblica.
«Sei parente di Lloyd George?» - gli chiedo ironicamente per dare
più confidenza al dialogo.
«No. - risponde. - George non era mio padre. E i Lloyds non sono
miei zii. Purtroppo.»
«Prima hai citato l'aneddoto della Thatcher.» - Gli ricordo.
«È vero. In conferenza stampa la signora Pande [Rohini Pande,
docente di politiche pubbliche presso l'Università di Harward, che
al Festival interviene sul tema «Democrazia dal basso» - NdR] aveva
appena detto che le donne al potere contribuiscono moltissimo a
rafforzare l'integrazione femminile nella società, ed io mi sono
permesso di citare la nostra Thatcher.»
«Margaret?»
«Lei. Quando aveva ricevuto il primo mandato nel 1979, tutti i
sudditi di Sua Maestà pensavano, senza peraltro farne un dramma,
che la Gran Bretagna avrebbe attraversato un periodo piatto,
segnando il Mondo con scarsa virilità. Poi, forse ricorderete la
guerra delle Falkland, le Malvinas... Non era stata una guerra
grande, grazie a Dio, ma decidere di scendere in armi è sempre una
decisione molto difficile da prendere. Più di un Primo Ministro
britannico si è dimesso per non dover dichiarare una guerra.
«Beh, 25 anni dopo - continua John Lloyd - nel Regno Unito tutti
erano d'accordo che l'unica persona a portare i pantaloni in
Gabinetto era la Thatcher.»
«Infatti, - sorrido. - La tua battuta in italiano è colorita dal
doppio senso della parola Gabinetto…»
«Come direste in Italia?»
«Avremmo detto che "l'unica ad avere le palle era la signora
Thatcher"…»
«E si può dire?» - Sorride anche lui.
«Dipende dalle circostanze.»
Poi riporto la chiacchierata sui giusti binari.
«Io ho fondato un quotidiano online. - Gli dico dandogli un
bigliettino dell'Adigetto.it. - Hai detto che il futuro della
stampa è in Internet, ma che ci vorranno anni prima che i giornali
in rete raggiungano la potenza dei mezzi stampati. Vuoi spiegarti
meglio?»
«Certo. - risponde, dandomi il suo bigliettino. - Al momento non è
l'attuale classe dirigente che naviga in Internet. Quando i giovani
di oggi saranno al potere, allora sarà tutto diverso. Questione di
giorni… he he.»
«Dunque è un mezzo che guarda al futuro. - commento. - Ma al
momento gli uffici stampa fanno comunque avere i comunicati dei
giornali on-line sui tavoli dei potentati, anche quelli che non
navigano internet.»
«Infatti, il potere deve fare i conti con Internet in tutto il
mondo. E meno c'è democrazia e più internet sarà navigata. In
Russia, dove i mezzi di comunicazione poco o tanto fanno ancora
riferimento al potere costituito per la semplice ragione che
esistevano anche prima della caduta dell'URSS, i giornali in
internet sono liberi proprio perché sono nati dopo. Ma in Cina il
fenomeno è ancora più significativo. Ci sarà un esercito di
operatori internet, ai quali il sistema sta dando la caccia
inutilmente.»
«Beh, forse stiamo arrivando alla stampa libera?»
«C'è un altro aspetto. I giornali on-line devono raggiungere una
grande potenza economica…»
«Non abbiamo bisogno di grandi capitali…»
«Semmai saranno i grandi capitali a cercare voi, puoi starne
sicuro. Ma parlavo di un'altra cosa. Per fare un grande giornale ci
vogliono grandi mezzi. Non sono tanto i costi della carta e della
distribuzione. Parlo dei costi da sostenere per reperire le notizie
giuste in tutto il mondo. Per questo le versioni online delle
grandi testate giornalistiche stanno funzionando: hanno già
l'apparato che funziona. Per questo ci vuole tempo. Ma è solo
questione di tempo. Prima o poi saranno i giornali on-line ad
uscire con i giornali su carta…»
Dopo la nostra chiacchierata, John Lloyd ha rilasciato delle
interviste a delle emittenti. Tra queste, anche RTT e radio NBC
hanno chiesto al collega britannico di raccontare nuovamente
davanti ai loro microfoni l'aneddoto della Thatcher. E John Lloyd
ha ripetuto pazientemente la storia dei Britannici che temevano un
indebolimento del Regno Unito governato da un Primo Ministro
donna.
«Vent'anni dopo. - conclude - La gente diceva invece che l'unica
persona ad avere le palle in gabinetto, era la
Thatcher…»
Finita l'intervista, ritorno da Lloyd.
«Non hai resistito…He he.» - gli dico.
«Già,- ammette lui rassegnato. - La parola "gabinetto" mi
è sfuggita ancora…»
Insomma, abbiamo scritto pagine di costume.
Guido de Mozzi