Riscoprire il patrimonio musicale barocco – Di Nadia Clementi
Ne parliamo con la mezzosoprano Elena De Simone, che ha inciso un nuovo CD
Elena De Simone.
La musica barocca si sviluppa approssimativamente dal 1600 al 1750, dando vita a un ricco panorama musicale caratterizzato da una straordinaria varietà di compositori e stili. Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Handel, Antonio Vivaldi e Claudio Monteverdi questi sono solo alcuni dei maestri che hanno contribuito in modo significativo a questo periodo dorato della musica occidentale.
Questa epoca è contraddistinta da una ricca ornamentazione, un uso vivace dei contrasti e una profonda espressione emotiva, che hanno reso la musica barocca così coinvolgente ed espressiva.
L'introduzione di nuove forme musicali come la sonata, il concerto e l'opera ha arricchito ulteriormente il panorama musicale barocco, portando a una maggiore complessità e diversità espressiva.
Tuttavia, nonostante il ricco patrimonio operistico settecentesco italiano, in Italia si riscontra ancora una certa resistenza nel promuovere e valorizzare appieno questo genere musicale.
Mentre in Francia, al contrario, si sta assistendo a una fervente promozione della musica barocca e alla sua ricerca, riconoscendo il suo valore come parte integrante del patrimonio culturale mondiale.
Questo mette in evidenza l'importanza di preservare e promuovere la ricchezza della musica barocca, un patrimonio con radici profonde in Italia ma apprezzato e studiato in tutto il mondo.
Per approfondire questo ambito musicale abbiamo incontrato il mezzosoprano Elena De Simone che nonostante le difficoltà del dopo pandemia ha ripreso la sua attività artistica incidendo un nuovo Cd: «Christoph Willibald Gluck, Arie d’opera».
Elena De Simone è un’artista che vanta un curriculum di tutto rispetto essendosi diplomata a pieni voti in canto al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e in pianoforte al Tartini di Trieste laureandosi, nello stesso tempo, in psicologia.
L’avevamo incontrata nel 2021 (vedi).
Oggi, nella seguente intervista scopriremo le sue nuove ispirazioni, il processo creativo dietro la produzione dei suoi album e la sua visione della musica barocca nel panorama musicale contemporaneo.
Dal 2021 ad oggi, quali sono stati i momenti più significativi del suo percorso musicale e come ha influenzato la sua interpretazione e approccio alla musica barocca?
«Non è stato un periodo facile, molti concerti sono stati cancellati e c’è stato un momento in cui ho pensato perfino di smettere, anche se non ci ho mai creduto davvero. Così mi sono dedicata ancora di più alla trascrizione e alla ricerca di brani inediti, fin quando ho trovato del materiale sufficiente ad alcuni progetti discografici, tra cui questo Cd di arie inedite di C.W. Gluck.»
Cosa l'ha motivata ad approfondire ulteriormente il repertorio barocco e a realizzare un nuovo CD dedicato a questo genere musicale? Ci può raccontare come è nato e come è stato ideato questo progetto discografico?
«Da tempo sognavo di fare un Cd di arie di C.W.Gluck. Amo molto questo autore per la capacità di rendere, attraverso la linea melodica del canto, i più alti livelli di drammaticità.
«Ciò che più in generale mi spinge ad approfondire il repertorio barocco e più in particolare arie inedite è la volontà che questo genere di musica venga sempre più conosciuta ed ascoltata.»
Quali sono le sfide principali nell'interpretare e registrare musica barocca rispetto ad altri generi musicali?
«Una delle più grandi sfide riguarda gli ornamenti nella parte finale delle arie, in cui per tradizione il cantante aggiungeva delle parti improvvisate. La cosa difficile è immaginare degli ornamenti così come li avrebbe potuti eseguire un cantante del 1700.
«Per farlo cerco di immedesimarmi il più possibile nella musica e nel dramma che racconta, che sia un amante abbandonato, un’eroina condannata a morte, oppure ancora un eroe portato al sacrificio estremo.
«I colori delle emozioni che narrano non sono gli stessi di oggi, per esempio in questa musica si vede una certa compostezza persino di fronte alla più estrema disperazione ed a volte la stessa viene trasformata in estasi quasi mistica.
«Tutti questi sentimenti o affetti così come venivano chiamati all’epoca, richiedono alla voce diverse sfumature, da un tono possente ad uno quasi senza corpo e gli ornamenti devono essere usati per esaltare il dramma che la musica racconta.»
Quali sono i suoi compositori barocchi preferiti e perché?
«Mi piacciono molto Handel e Gluck, ma anche Hasse, Porpora e molti altri compositori. Handel e Gluck credo siano i più drammatici, ovvero quelli che riescono a descrivere meglio attraverso la musica l’intensità della vicenda.
«Ci sono alcune arie di Handel che sono commoventi ed hanno una profondità e raffinatezza che raramente si ritrova altrove. Gluck era un genio della melodia, mi ha colpito molto l’opera Paride ed Elena poco eseguita, ma estremamente affascinante.»
Cosa l’affascina di più della musica barocca e quali emozioni cerca di trasmettere al pubblico attraverso le sue esecuzioni?
«La musica barocca e più in generale la musica del ’700 mi portano in un altro mondo. Sembra una dimensione ultraterrena dove non esistono le preoccupazioni del quotidiano.
«A quell’epoca esisteva una ricerca per il bello che secondo me oggi non esiste più. Partendo dalla volontà di imitare la natura e mimarla, arrivavano ampiamente a trascenderla.
«Questo mi piacerebbe riuscire a trasmettere al pubblico. Un modo per conoscere se stessi attraverso una musica che porta verso il sublime.»
Quali sono le principali differenze che nota nel modo in cui la musica barocca viene apprezzata e promossa oggi rispetto al passato?
«Fortunatamente oggi la musica barocca viene molto più apprezzata rispetto al passato. Sono circa cinquant’anni che la musica barocca viene riscoperta ed eseguita nelle sale da concerto e nei teatri.
«Ovviamente in questi anni ci sono state delle scuole di pensiero differenti. Le prime esecuzioni venivano fatte con gli strumenti dell’orchestra che si usano in genere per la musica classica, adesso invece si preferiscono le esecuzioni sugli strumenti antichi, ovvero strumenti costruiti seguendo la prassi dell’epoca.
«Oggi c’è più interesse musicologico verso questo genere di musica, si cerca di capire e di ricostruire la prassi esecutiva, immaginando proprio come doveva essere udita dagli spettatori dell’epoca. Inoltre è un genere che sta trovando molto consenso tra il pubblico, soprattutto fuori dall’Italia.»
Qual è la sua opinione sul fatto che in Italia si riscontri ancora una certa resistenza nel promuovere e valorizzare appieno il ricco patrimonio operistico settecentesco, mentre in altri paesi, come la Francia, si assiste a una maggiore promozione e ricerca sulla musica barocca? Come pensa che si possa affrontare questa disparità e cosa crede che si possa fare per promuovere maggiormente il patrimonio musicale barocco italiano nel mondo?
«Credo che sarebbe utile una maggiore sensibilizzazione in Italia verso questo genere musicale. Purtroppo in Italia l’intero settore della musica classica qualche volta sembra in crisi. La cosa che mi stupisce è proprio il fatto che si tratta del nostro patrimonio culturale.
«In tutta Europa nel XVIII secolo le opere vengono scritte in italiano e moltissimi sono i compositori come Vivaldi, Galuppi, Jommelli, Vinci, Leo, ecc che vengono ritenuti tra i più grandi Maestri di questo genere musicale.
«È vero anche che i più grandi compositori d’opera dell’ottocento furono italiani: Rossini, Bellini, Verdi, Puccini e che le opere di questi compositori vengono molto rappresentate in Italia.
«Anche nella musica come nell’arte figurativa sembra che in Italia ci sia troppo e ci si dimentichi sempre di qualcosa, che magari fa gola ad altri.»
Come ritiene che la musica barocca possa continuare a influenzare e ispirare la musica contemporanea?
«La musica barocca ha degli aspetti che la avvicinano alla musica contemporanea di più rispetto alla musica che è venuta dopo. Questo perché fa uso dell’improvvisazione, cosa che avviene anche nel Jazz, inoltre ci sono degli stilemi a livello armonico che si ripetono in una maniera molto strutturata e quindi per certi aspetti prevedibile.
«Dalla musica barocca si può trarre ispirazione per il livello di drammaticità dei contenuti. Le arie in particolare vengono cantate da personaggi eroici e la musica è scritta in modo da far riconoscere il più possibile il loro travaglio interiore, o come all’epoca dicevano muovere gli affetti».
Quali sono i progetti futuri che ha in mente per continuare a esplorare e promuovere la musica barocca?
«Ultimamente sono interessata ad una cantante, della quale non voglio svelare il nome, che ha molto influenzato la musica della prima metà del settecento.
«Per lei hanno scritto moltissimi tra i più importanti compositori dell’epoca, compreso Gluck, e la sua carriera si è principalmente svolta in Italia. Spero di poter incidere alcune arie inedite dedicate a lei, ho in mente di realizzare questo il progetto per il 2025.»
Nadia Clementi – [email protected]
Elena De Simone – [email protected]
Nuovi cd i video:
https://youtu.be/63yVZJ0kaoQ?si=qaRvoyWxW43PWixc
https://youtu.be/Bjz4I3fLnsQ?si=drrubndokwaLyJzO