Tema di Delrio e Krüger: «Qualche consiglio ai consiglieri»

A confronto due figure di primo piano degli staff di Barak Obama e Matteo Renzi

I consiglieri del «Principe», ovvero di chi è deputato a prendere le decisioni (presidenti, capi di stato e quant'altro) sono elementi fondamentali nella politica contemporanea.
Come operano, dunque, a queste figure strategiche, esse stesse parti integranti delle classi dirigenti che ci governano, anche se da posizioni di seconda fila?
Se ne è parlato all'auditorium Santa Chiara, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio italiana Graziano Delrio, anche docente universitario nonché ex-sindaco di Reggio Emilia, e il noto economista Alan B. Krüger, già capo dei consiglieri economici del presidente Usa Barack Obama.
Certamente il pubblico aveva una curiosità su tutte da soddisfare: come lavora un presidente come Matteo Renzi?
«Renzi rappresenta quello che la meccanica quantistica ha rappresentato per la fisica tradizionale – ha detto Delrio. – Essa è esatta ma un po' imprevedibile, disordinata.»
Riguardo alla burocrazia, Delrio ha ricondotto i suoi problemi innanzitutto ad una cattiva guida da parte della politica, che spesso non sa scegliere e non dà degli obiettivi chiari.
«La burocrazia italiana – ha detto il sottosegretario – ha due resistente, una inerziale e una intenzionale. La seconda è la più grave: essa dipende dal fatto che in questo paese ci sono delle sacche di privilegio che non vogliono essere intaccate. Io sono molto autonomista, come sa il presidente di questa provincia Rossi.
«Credo che le cose funzionino dove è la società nel suo insieme che vigila, che controlla l'operato degli amministratori e della burocrazia.»
 
Krüger (foto di lato) ha parlato innanzitutto dell'impressione che ha ricevuto lavorando con Obama, del fascino anche personale emanato dalla sua figura, un presidente che coniuga un'acuta intelligenza e una forte carica di pragmatismo.
Il consiglio di esperti che Krüger ha presieduto esiste dal 1946 e soddisfa la necessità, da parte della presidenza americana, di raccogliere e «macinare una enorme massa di informazioni».
Delrio a sua volta ha descritto i meccanismo della macchina di Palazzo Chigi.
«Renzi – ha detto – raccoglie molti input dall'esterno, che poi trasmette a me e agli altri collaboratori. Le riforme che stiamo sviluppando, lavoro, riforma fiscale, riforma dei pagamenti della pubblica amministrazione e così via, derivano da un'ampia raccolta preventiva di idee e richieste, come espresse dalla società civile.
«Gli stessi 80 euro nascono da qui. Tuttavia anche noi stiamo pensando ad un consiglio del presidente sul modello di quello americano di cui ci ha parlato Krüger, e in tempi stretti lo costituiremo.»
 
Con Krüger si è parlato anche di lotta alla disoccupazione, con risultati, negli ultimi anni, soddisfacenti, rispetto all'inizio della crisi, ottenuti attraverso un accorto mix di politiche finanziarie e fiscali.
«Le differenze con l'Italia, però, sono evidenti: nel nostro Paese, – ha sottolineato Krüger. – Il peso della disoccupazione generatasi nei settori manifatturiero e delle costruzioni è maggiore. Le altre due categorie più esposte in Italia sono i giovani e i disoccupati del Sud.»
 
Il disegno di legge sul lavoro del Governo Renzi dovrebbe arrivare in autunno.
[Per non sapere né leggere né scrivere, dei dimostranti hanno esposto uno striscione dedicato al tema – Vedi foto in basso]
Nel campo delle costruzioni e della casa in verità si assiste già oggi ad una ripresa, con una crescita della domanda dei mutui del 20% nell'ultimo periodo, che genera conseguenze positive anche sull'occupazione.
Per quanto riguarda il Meridione, ci sono a disposizione fino al 2020 180 milioni di euro in fondi europei.
«Una cifra enorme – ha sottolineato Delrio – ma siamo molto indietro nel loro utilizzo. La colpa è in primo luogo delle classi dirigenti e chi non ha fatto ciò che doveva fare dovrebbe chiedere scusa ai cittadini.
«Non c'è un fattore ambientale, genetico o antropologico.»
Bisogna, per il sottosegretario Delrio, smetterla con la cultura delle proroghe, introdurre criteri di valutazione rigidi e meccanismi di trasparenza e controllo sociale efficaci.
«Ma attenzione: il Sud non è un buco nero, ci sono anche esperienze positive, che vanno valorizzate.»
 
Sempre su lavoro, Delrio ha parlato del progetto europeo «Garanzia Giovani», che ha avuto un immediato successo con 70.000 iscrizioni in pochi giorni.
«Abbiamo iniziato a cambiare le regole anche sul contratto a termine e sull'apprendistato, come ci chiedevano gli imprenditori. Abbiamo provato a cambiare le cose. Bisogna fare così, provare pragmaticamente a riformare ciò che va riformato.»
 
Venendo infine alle elezioni europee, Delrio si è detto a favore di un'Europa «forte», che sviluppi strategie comuni in campi che vanno dalla difesa alle politiche energetiche.
«L'Europa è una grande potenza, capace di promuovere cultura, qualità della vita, innovazione. Noi siamo sognatori europeisti.
«Cosa può fare l'Italia? Un'iniziativa come gli eurobonds è possibile. E' possibile ragionare su orizzonti di crescita in maniera più determinata. Nel semestre italiano queste cose si possono fare.»