La Catalogna ha votato: i separatisti sono maggioranza

Non che cambi qualcosa: Rajoy conferma la volontà di non concedere alcuna indipendenza

La Catalogna è andata a votare in massa (86%), come sempre quando c’è una dicotomia importante nelle scelte politiche. La maggioranza è separatista, anche se il primo partito è unionista.
E in tutti i casi, dato che Madrid non ha alcuna intenzione di concedere l’indipendenza alla Catalogna (e lo ha dimostrato con la forza), sarà possibile formare solo un governo che tra le proprie aspirazioni non ci sia la secessione.
Va da sé che il partito di Rajoy è crollato. Ma ecco i risultati generali delle elezioni.
 
Partito dei cittadini (C'S): 25,37% - 37 seggi [anti separatisti – NdR].
Uniti per la Catalogna (JUNTSxCAT): 21,65% - 34 seggi [separatisti].
Sinistra repubblicana - Catalogna sì, si può (ERC-CatSí): 21,39% - 32 seggi [separatisti].
Partito Socialista (PSC): 13,88% - 17 seggi.
Catalogna in comune - Podemos (CatComú-Podem): 7,45% - 8 seggi [separatisti].
Candidatura di Unità Popolare (CUP): 4,45% - 4 seggi.
Partito Popolare (PP): 4,24% - 3 seggi [partito di Rajoy].
Partito Animalista contro il maltrattamento degli animali (PACMA): 0,89% - Zero seggi.
Zero tagli - I verdi (VERDI) : 0,23% - Zero seggi.
Per un mondo più giusto (PU M+J): 0,01% - Zero seggi.
 
A leggere i risultati appare dunque difficile anche la formazione di un nuovo governo.
La maggioranza separatista ha infatti un vantaggio di soli 3 seggi.
Inoltre, come abbiamo detto in apertura, non si tratta di una rivincita per Puigdemont perché non ci si trova davanti al plebiscito che si aspettava. Il che darà maggior forza a Rajoy che avverserà in tuttiti modi la separazione.