La libertà di ognuno di noi finisce dove comincia quella di un altro
Inaugurata la sesta edizione del Festival dell'Economia «I confini della libertà economica»
È stata aperta ufficialmente la sesta edizione del Festival
dell'Economia, come sempre nella sala principale del Castello del
Buonconsiglio e alla presenza della massime autorità della
Provincia.
I relatori hanno affrontato il titolo di questa edizione, «I
confini della libertà economica», ma nessuno di essi ha rammentato
il significato principale del titolo, che consiste nel limite
necessario per impedire che il mercato possa da solo generare
ingiuste povertà e disagi sociali.
Ha preso la parola per primo Tito Boeri, curatore scientifico del
Festival, che ha spiegato le ragioni del titolo allargando il tema
a tutte le estensioni possibili, ricordando come i fatti abbiano
ampiamente anticipato i dibattiti, a dimostrazione che il mondo è
sempre più globalizzato e i confini non esistono più.
Si riferiva al governo greco, che parla di dismissioni di grande
portata per consentire allo Stato di far fronte ai propri
debiti.
«Si parla addirittura di vendere il Pireo, - ha detto - il porto di
Atene. Domanda: dove è collocato il confine tra il privato e il
pubblico di un Paese?»
Boeri ha citato anche Padoa Schioppa, personaggio che sarà
spiritualmente presente per tutta la durata del festival, «che
aveva tracciato i confini tra le spese da tagliare e quelle
necessarie».
Ovviamente si riferiva a Tremonti che invece, secondo Boeri, taglia
tutto senza troppo meditare.
Il sindaco Andreatta, ironizzando forse sul tema della sesta
edizione, ha ricordato come i poveri non siano liberi proprio in
quanto poveri.
Anzi, gli immigrati vengono in Europa sia perché cercano la
libertà, ma soprattutto per lo stato di indigenza che non consente
loro di essere liberi nei paesi dove sono nati.
La stessa rivoluzione del confine meridionale del Mediterraneo
indica una demarcazione tra un mondo economicamente più importante
dell'altro.
Cipolletta, presidente dell'Università di Trento, ha ricordato
comuni avvenimenti che una volta sarebbero stati definiti epocali e
adesso si stanno susseguendo sempre più ravvicinati in questo mondo
sempre più privo di confini.
«Una scossa di terremoto, - ha ricordato - avvenuta nel Paese più
preparato a sopportare le scosse telluriche, non solo ha provocato
20.000 vittime, ma ha dato un colpo mortale alla produzione di
energia atomica.»
Il confine segna il passaggio da un paese a un altro, ha
aggiunto.
«Si deve auspicare che i confini siano sempre più ampi, perché
altrimenti il mondo si trova sempre più stretto e isolato di fronte
alla grandi calamità.»
L'editore Laterza ha citato la frase per cui la «libertà
individuale è un impegno della collettività», ricordando come in
tema di libertà nulla ci sia di scontato.
«L'unico sogno che faccio per le nuove edizioni del Festival - ha
commentato alla fine - è di avere un giorno un pubblico da concerto
Rock.»
Alberto Orioli, vice direttore del Sole 24 ore, ha ricordato che
«il vero confine sta tra chi sa e chi non sa».
Il crinale che separa coloro che sono informati da coloro che non
sanno nulla stabilisce una differenza economica e finanziaria
immensa.
«Vi faccio un esempio per tutti, - ha rammentato. - La Lehman &
Brothers è fallita di lunedì, quando il venerdì aveva lasciato
pensare che al mondo non ci fosse altra società economicamente più
sicura.»
Orioli ha portato il messaggio del suo direttore, per ricordare la
tradizionale simpatia del Sole 24 ore nei confronti del Festival.
«E la cosa che più affascina me e il direttore è questa massa di
studenti che nei giorni del festival corrono in massa da una sala
all'altra per seguire parola per parola le voci dei relatori più
importanti del mondo.»
Corrado Passera ha ricordato come un confine sia una linea di
demarcazione posta a indicare che una certa libertà finisce lì per
fare spazio a un'altra.
«Uno dei confini più controversi di questa epoca - ha ricordato - è
la demarcazione tra le società "profit" dal quelle "non
profit".»
Ma ha ammonito i giovani affinché prendano atto che le regole sono
i veri confini dell'economia.
«La Grande crisi - ha affermato - è accaduta perché c'era un vuoto
terribile di leggi che potessero separare il vero dal falso, il
bene dal male, l'avidità dall'onestà.»
In conclusione, il presidente Dellai ha ringraziato tutti e in
particolare il pubblico «che è il vero autore del successo che le
sei edizioni del Festival ha riscosso».
Dellai ha pubblicamente ringraziato il presidente Napolitano «oggi
che è la festa della Repubblica Italiana», annunciando di averlo
invitato per la prossima edizione del Festival dell'Economia.
Napolitano, salvo imprevedibili impedenze, ha accettato di
partecipare all'edizione 2012.