Elezioni del 22 ottobre, quali le coalizioni vincenti?
Alcune considerazioni obiettive del nostro Daniele M. Bornancin in occasione della campagna elettorale in piena attività
Tutto può succedere, certo bisogna affrontare questo periodo e arrivare al 22 ottobre con le idee chiare per entrare in cabina elettorale ad esprimere il proprio voto.
I programmi dei singoli partiti e delle coalizioni che sostengono i candidati presidenti, dovrebbero aiutare l’elettore a scegliere e decidere cosa fare.
Ma è proprio così?
Da una prima impressione, infatti, non sembra. I programmi sono in qualche maniera ripetitivi, con differenze tra un frangente politico e l’altro comunque basate su forme di marcato idealismo.
Sembra di essere di fronte a una partita tra avversari che devono essere combattuti con forza e con tutte le maniere possibili.
Sicuramente vi è l’obbligo di noi cittadini di attendere i risultati, ma quali saranno le novità o le continuità; nulla è dato a sapere, attendiamo con pazienza.
Qualche impressione è necessario portarla a conoscenza dei nostri lettori.
Il Consiglio Provinciale è composto da 35 consiglieri e i seggi sono attribuiti con il sistema proporzionale con correttivi in senso maggioritario.
Il Presidente della nostra Provincia, è eletto direttamente dai cittadini, così come i componenti del Consiglio provinciale.
Alle liste del candidato Presidente eletto, è attribuito un premio di maggioranza secondo i seggi ottenuti dalla coalizione.
complessivo delle persone votanti.
Diventa Presidente chi prende un solo voto in più degli altri candidati alla presidenza.
Il candidato Presidente che supera il 40% dei voti validi, ottiene il premio di maggioranza o di coalizione raggiungendo così 21 seggi oltre al presidente e quindi vince la partita.
Se viceversa il candidato Presidente non supera il 40% dei voti, il premio sarà di 18 seggi.
Quindi la soglia da raggiungere è il 40% delle preferenze.
Su 35 seggi, uno è assegnato al Presidente e uno al candidato che ottiene un maggior numero di preferenze della lista più votata nei comuni ladini ossia: Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin di Fassa, Moena, Sèn Jan e Soraga.
Tolti questi, rimangono a disposizione 33 seggi.
Così sarà numericamente il prossimo Consiglio provinciale.
Per ottenere un seggio sono necessari circa 10.000 voti validi, cifra anche fortemente variabile in funzione del totale.
Qual è lo scenario che si presenta alle donne e uomini che si recheranno a votare?
Rispetto al 2018, alcune variazioni ci sono. Si sono presentate 24 liste e 7 candidati Presidenti; nel 2018, 11 candidati Presidenti e 22 liste su 275.017 votanti pari al 64,058%.
Le coalizioni in questa tornata sono così costituite:
Alleanza Democratica e Autonomista formata da: Partito Democratico, Campobase, Casa Autonomia eu, Azione, Italia Viva, Alleanza Verdi e sinistra, Fascegn (ladini Fassa).
Sette partiti per Valduga.
In questa formazione di centro sinistra, fanno parte partiti nuovi e provenienti da varie esperienze precedenti collocate in posizione popolare e centrista, (Campobase) una parte dell’ex Partito Autonomista che è vicina alla sinistra popolare e sociale, dopo cinque anni di opposizione (Casa Autonomia.eu).
Il Partito Democratico ha accolto nella propria lista i rappresentanti di Futura e un esponente del PSI, nell’impostazione di una strategia inclusiva.
Due sono inoltre le novità che si presentano per la prima volta alle elezioni provinciali ossia: Azione (con radici in prevalenza nell’ex PSI) e Italia Viva, (ex PD e Margherita) che rispecchiano la recente divisione a livello nazionale.
Il quadro nell’insieme è rappresentato da qualche nuova composizione e di ricomposizioni con la costruzione di raggruppamenti, dove vi sono vecchi ritorni, persone nuove ed esponenti usciti da altri partiti.
Tutte forze per ostacolare il tentativo di una continuità della coalizione oggi al governo.
Intesa per l’Autonomia un’alleanza di otto partiti per il Presidente uscente Fugatti. Una delle novità è data dalla lista per il Presidente, un gruppo di persone provenienti da vari settori dell’economia, delle libere professioni e del sociale, ma anche da amministratori dei Comuni compresi alcuni Sindaci.
In questo contesto vi fanno poi parte: la Lega, Fratelli d’Italia, l’Unione di centro, Forza Italia, La Civica, (emanazione di un Assessore e di una Consigliera in carica) Partito Autonomista (la parte del partito che ha optato per il Centro Destra), Fassa, con capolista l’attuale Consigliere eletto, di provenienza della valle.
Appare chiaro che queste due coalizioni sono quelle che potranno determinare l’ossatura sia della maggioranza che della minoranza del futuro Consiglio provinciale.
Due cornici sia pure di diversa posizione ma che, di fatto, possiedono un profondo e ampio respiro e di attività, che permetterà ad una delle due di vincere la partita.
Vi sono poi altri cinque candidati Presidenti:
Degasperi già consigliere di opposizione, ex 5 Stelle ora nel partito Onda e con altre due liste in appoggio: Unione popolare e La me Val Primiero e Vanoi.
Questa è una lista territoriale che nasce appunto nelle Valli Dolomitiche di Primiero, Vanoi e Mis. Zona tra le più lontane da Trento e al confine con il Veneto. Una sorta di Autonomia di pensiero sorta tra la gente del luogo.
Unione Popolare è invece un movimento che fa riferimento all’ex sindaco di Napoli.
Divina con una vasta esperienza nelle istituzioni sia a livello locale sia nazionale, supportato da tre liste e precisamente: Noi con Divina; Alternativa Popolare e Giovani per Divina.
Gruppi di persone provenienti dalle città e dalle periferie, con esperienze varie in politica, in amministrazione nel campo medico scientifico ed ex leghisti sin dalle origini.
Inoltre rappresentanti del mondo giovanile studentesco, del lavoro e dei servizi. In alternativa Popolare, vi è un Consigliere uscente.
Questi tre gruppi, sono l’insieme delle esperienze e delle professionalità con un pensiero sempre rivolto al centro degli schieramenti per dare una vera alternativa alla situazione del governo provinciale attuale.
Marini di 5Stelle unico esponente eletto del movimento a livello nazionale ora all’opposizione. Tutti ricordano ma che negli ultimi anni tale movimento ha avuto un Presidente del Consiglio e vari ministri.
I candidati di questa compagine si definiscono cittadini comuni controcorrente. Un gruppo che tiene conto dei contenuti dei progetti nazionali rielaborati per le esigenze locali.
Dardo , unica donna candidata alla Presidenza del Trentino, accompagnata dalla lista Alternativa, piccolo partito nato nel 2021 che va strutturandosi in tutte le regioni.
Tra gli organizzatori alcuni ex esponenti nazionali di 5Stelle.I punti fermi sono i rischi che causano i vaccini, la sanità, i grandi progetti della mobilità e dei trasporti. Una curiosità i candidati non vogliono essere chiamati No Vax.
Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare. Tra i fondatori di Rifondazione Comunista, dal 2023 Presidente onorario del Partito comunista.
Questo il quadro che si presenta agli elettori: un esercito di 800 persone di buona volontà che con coraggio e convinzione si sono esposte per ottenere un seggio e per far parte del Consiglio provinciale dei prossimi cinque anni.
Sicuramente ognuno di noi si farà o si è già fatto una sua idea, una valutazione non solo sui partiti che scendono in campo ma anche sulle persone che compongono i vari gruppi e movimenti.
Di fatto quest’occasione si basa su una democrazia reale che permette al cittadino di scegliere, forse con difficoltà, ma ciò nonostante vi sono ampie possibilità di selezione e di decisione.
Il Trentino come altri territori da qualche tempo sta attraversando un periodo non semplice, sia economico che sociale e di prospettive future.
Un momento di stanchezza, di attesa che solo una nuova scossa complessiva di vitalità, di progettualità, di dialogo con le varie realtà presenti sul territorio, di apertura, potrà nel medio periodo porre le basi per un futuro migliore per la nostra comunità.
Una delle sfide più importanti è quella di far sì che di politica si occupino maggiormente non gli addetti ai lavori ma persone provenienti dal mondo civile, preparate, capaci trasparenti e intellettualmente oneste che agiscano con convinzione per il bene della comunità, con proposte concretamente realizzabili e condivise.
Questo è oggi il sentire della gente.
La campagna elettorale sembra stanca, non sollecita interessi agli elettori, anche se i nuovi strumenti dal televisore ai social investono ogni persona d’inviti al voto.
Gli spazi televisivi autogestiti di tanti canali, in modo costante e continuo mettono in onda video dei singoli candidati, inseriti in contesti paesaggistici locali e ambientati in varie zone del territorio trentino.
I momenti di confronto su temi di attualità, d’interesse e di evidenziazione degli obiettivi dei singoli programmi che toccano il vivere quotidiano delle imprese e delle famiglie, dove si riscontrano i saluti dei politici in carica o dei nuovi, sono aumentati.
Vi è poi il materiale cartaceo, messo in bella mostra, che fa capolino ovunque.
I gazebo, quelle tende colorate, con i simboli dei partiti e supporter pronti al dialogo con le persone che passano nelle piazze e nei centri dei paesi, non sono una novità, ma certamente una possibilità di conoscere i candidati.
Tutto questo è una macchina che ogni scadenza elettorale si mette in moto.
L’insieme delle informazioni e della pubblicità, s’inserisce nell’ampia possibilità di comprendere lo status dei partiti e permettere di decidere il da farsi.
Nell’ambito dei risultati, incombe da molto tempo e in ogni tornata elettorale il rischio dell’astensionismo, che ogni volta aumenta la percentuale di persone che non si recano alle urne.
L’astensionismo è comunque una forma di votazione, anche per dimostrare che la politica ha perso la propria credibilità.
Ma la politica la fanno i politici credibili o no? Allora poiché ognuno di noi può scegliere tra tanti candidati, andiamo a votare e cerchiamo di fare, secondo la nostra coscienza, una scelta utile per tutti.
In conclusione, mi permetto di porre all’attenzione dei nostri lettori alcune gocce di speranza per il futuro del governo del Trentino, che di seguito cerco di sintetizzare.
Oggi la politica deve porsi in ascolto, in modo migliore per fare del passato uno specchio per ripensare il futuro.
Per quanto attiene la nostra Autonomia in cui si trovano quei criteri di serietà e di metodo ritenuti indispensabili per una buona amministrazione, è importante che sia riconfermata la sua originalità e la sua capacità di rispondere ai bisogni collettivi del nostro tempo.
Tutti dobbiamo insieme difendere le caratteristiche della buona tradizione trentina verso le costanti insidie della burocrazia italiana ed europea.
Pertanto bisogna ritrovare il senso dell’Autonomia, come strumento per realizzare la democrazia e garantire il buon governo, inoltre come senso profondo della realtà.
Un ultimo pensiero che non vuole essere un suggerimento, ma è un desiderio di tanti.
La politica trentina ha e deve avere anche in futuro il compito di aprire le porte, ampliare gli orizzonti, aprirsi alla comunità, dar modo a tutti di sentirsi parte in una nuova organizzazione che spesso ha fatto e ancora fa fatica a cambiare e rinnovarsi.
Porte aperte ai cambiamenti, all’innovazione e alle crescenti esigenze dei territori che caratterizzano la vita delle comunità e quindi dell’Autonomia.
Un grazie a voi cari lettori e buon voto a tutti.
Maurizio Daniele Bornancin.