Attentati nello Sri Lanka, aggiornamento

Le vittime sono 290. Fra i 35 stranieri non ci sarebbero italiani. Arrestate 13 persone

Del sanguinoso e assurdo attentato avvenuto stamattina nello Sri Lanka si sa qualcosa di più, anche se manca la cosa più importante: la rivendicazione.
Le bombe fatte esplodere sono state otto. Tre bombe hanno colpito tre chiese all’ora di punta della giornata di Pasqua, altre tre bombe hanno devastato tre alberghi di lusso, solitamente frequentati da stranieri. Altre due bombe sono scoppiate successivamente. Le città colpite sono Colombo (la capitale), Negombo, Batticaloa e Dehiwela.
I morti accertati sono saliti a 290, i feriti oltre 500. Ovviamente si tratta di cristiani. Tra le vittime ci sono 35 stranieri, tra i quali non dovrebbero esserci italiani. Si tratta di persone di nazionalità cinese, turca, olandese, britannica, danese, giapponese, statunitense, marocchina, indiana e bangladese.
 
Lo Sri Lanka è un paese a maggioranza buddista (70%) e in passato sono stati orditi attentati contro questa religione. La seconda religione del paese è l’induismo (12,6%), la terza è quella islamica (9,7%), quella cristiana è seguita dal 7,4% della popolazione.
Secondo quanto ha dichiarato il governo, si tratta di terrorismo di matrice religiosa, ma non era difficile immaginarlo. Questa premessa è servita per procedere all’arresto di 13 persone note come estremisti di fede islamica.
Il ministero della difesa ha imposto il coprifuoco, mentre sono stati bloccati tutti i social network, ufficialmente per «impedire che vengano diffuse fake news».
Confermata invece la notizia che il capo della Polizia aveva diramato il pericolo di attentati.