La parola a Italia Nostra del Trentino – Di Paolo Farinati

L'nterramento della ferrovia nel tratto cittadino è un'irripetibile opportunità storica per la città di Trento

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La Sezione di Trento dell’Associazione Italia Nostra, che da oltre 65 anni è attiva nella tutela del patrimonio ambientale, culturale e artistico della nostra Nazione, ha presentato qualche giorno fa agli organi di stampa un proprio ampio, approfondito e propositivo documento sul tema dell'interramento ferroviario nel tratto cittadino di Trento.
Relatori la Presidente arch. Manuela Baldracchi e il già Presidente dell’Associazione arch. Beppo Toffolon, che hanno ben spiegato l’opinione dell’Associazione, soprattutto per quanto riguarda il potenziale «ridisegno urbanistico» del capoluogo.

La Presidente Baldracchi ha esordito affermando con chiarezza: «Noi riteniamo che questa sia una grande opportunità per le due principali città del Trentino, che vedono finalmente la possibilità di ricucire la cesura introdotta con il passaggio della ferrovia. Un'opportunità che non possiamo perdere, ma che dobbiamo fare in modo che possa essere espressa al massimo delle sue potenzialità. Chiediamo, pertanto, all'Amministrazione comunale di Trento di farsi garante del prolungamento dell'interramento a nord, sia della rete passeggeri che della rete merci, le quali verranno sdoppiate, fino alla tangenziale, ai margini della città. Vi è anche anche la storica occasione di risolvere finalmente l'annoso e pesante problema dell'inquinamento delle aree ex Sloi e ex Carbochimica».
 
È poi toccato all’arch. Toffolon chiarire: «Perché la città di Trento rischia di perdere il treno! La città ha avuto almeno tre decenni per affrontare il problema dell'interramento ferroviario e studiarne la soluzione migliore, non solo infrastrutturale ma soprattutto urbanistica. Dopo anni di superficiale scetticismo, nel 2001 Joan Busquets imperniò il PRG di Trento proprio sull'interramento della ferrovia.
«Tuttavia, nulla è stato atto per dar corso a quella previsione. Anzi, nel 2015 il nuovo Consiglio comunale si apprestava a cancellare dal Piano Regolatore l'interramento, ritenuto inattuabile. Nuovamente, con generale sorpresa, nel gennaio 2017 RFI annunciava il by?pass di Trento in galleria da Acquaviva a Roncafort, un’opera da ben Mld di euro.»
«Importante – disse l’allora Commissario del Governo, ing. Facchin – è che ci sia un chiaro e responsabile confronto dialettico con i territori e che arrivino proposte migliorative per ogni lotto. Non si dia nulla per scontato e deciso».
«Ma dal Comune non arrivò alcuna proposta – ha continuato Toffolon – la variante del PRG approvata nel 2019 ha semplicemente mantenuto la previsione del 2001, che non teneva conto del by?pass, in attesa che RFI completasse il progetto ferroviario secondo le proprie convenienze tecnico?economiche. Adesso che RFI ha finalmente reso note e sue intenzioni, ci chiediamo doverosamente cosa intende fare la città, nel poco tempo che rimane?»
 
E qui sta l’obiettivo e la chiara volontà di Italia Nostra.
«Innanzitutto – ha aggiunto la Presidente Baldracchi – il confronto auspicato dall'ing. Facchin è stato molto scarno negli anni successivi. Il progetto ferroviario è rimasto avvolto nel più stretto riserbo, finché RFI ha dovuto renderlo pubblico per la valutazione d'impatto ambientale.
«Quella depositata non è un'ipotesi di massima aperta a proposte migliorative, ma un'impressionante mole di documenti minuziosamente e definitivamente dettagliati, dalla cui lettura si apprende – com'era del resto immaginabile – che il progetto ferroviario non tiene in alcun conto gli aspetti urbanistici generali. Altri avrebbero dovuto farsene tempestivamente carico in questi anni. Adesso la città è costretta a rincorrere RFI proprio quando incombono le scadenze del PNRR.»
 
Ha quindi proseguito l’arch. Toffolon: «Che le Ferrovie dello Stato intendessero realizzare un tunnel sotto la collina ad est della città per il passaggio delle merci era noto già prima che Busquets pianificasse l'interramento prevedendo, invece, il passaggio delle merci lungo l'attuale tracciato. La soluzione in galleria ad ovest di Trento presentò subito notevoli problemi. A questo punto non realizzare il by?pass interrato significherebbe condannare definitivamente la città ad essere attraversata dal passaggio di quelle merci che tutti, teoricamente, vorrebbero spostare dalla gomma al ferro, con una frequenza e una velocità incompatibili con la vita cittadina.
«Il sacrificio di alcuni edifici che non rivestono particolare rilevanza è un costo di cui la collettività, a fronte dell'interesse pubblico di quest'opera, dovrà e saprà farsi pienamente carico. Le demolizioni previste offrono comunque l'opportunità di riqualificare il tratto iniziale di Via Brennero, oggi onestamente edificato in modo incongruo rispetto alla sua rilevanza urbana.»
 

 
I due architetti Baldracchi e Toffolon hanno poi voluto evidenziare che l'interramento della ferrovia nella parte centrale della città, ovvero da Palazzo delle Albere al Ponte Martiri di Nassirya, apre uno scenario urbanistico che il Comune può elaborare in sostanziale autonomia da RFI.
E qui sta la grande storica, forse irripetibile opportunità per Trento.
«Lo spostamento dei due binari sotto il terreno – ha detto la Presidente Baldracchi - consentirà alla città di cogliere alcuni obiettivi di straordinaria importanza, che però richiedono, fin d'ora, una coraggiosa e lungimirante pianificazione urbanistica.
«Partendo dal primo importante effetto, ovvero l'eliminazione della barriera ferroviaria, basti pensare alla possibile rinascita del margine orientale della città storica, strettamente legata ad una nuova connessione tra le parti a nord e a sud, oggi costrette a utilizzare l'impervio passaggio a est, attraverso la stretta di Via dei Ventuno.
«Aggiungiamo che il boulevard che dovrebbe prendere il posto della ferrovia offre opportunità straordinarie sul piano del risanamento infrastrutturale, della collocazione di attività e servizi integrati e accessibili, della definizione della forma urbana a partire dallo spazio pubblico.
«Questa fondamentale riorganizzazione urbanistica non richiede specifici accordi con RFI, poiché ricade in massima parte nelle competenze di Comune e Provincia.
«Esige, però, l'immediato avvio di un processo di elaborazione progettuale, per addivenire ad un obiettivo e ad un disegno urbanistico riconoscibili e all'altezza di un'occasione che non è retorico definire storica.»
 
«Il più grave problema urbanistico che evidenzia il progetto RFI – ho proseguito l’arch. Toffolon - sono i sei binari che a partire dal ponte Martiri di Nassirya attraverseranno nel mezzo tutta la parte terziaria della città: due binari per le merci più due per i passeggeri, il tutto in una trincea a cielo aperto larga ben 30 metri, affiancata inoltre dai due binari in superficie della Trento-Malè, per complessivi 40 metri.
«In questa fascia confluiranno tutte le linee e si concentrerà quindi tutto il traffico ferroviario previsto: 220 treni merci giornalieri (lunghi fino a 1 km), 40 treni passeggeri e il traffico locale. Un treno ogni cinque minuti nell'arco delle 24 ore.
«Non è difficile preveder fin d’ora il disagio acustico. A cui aggiungiamo il danno estetico che Trento subirà: gli attuali tre binari in superficie si possono considerare un grazioso paesaggio al confronto di quanto potrebbe essere costruito lì. Sei binari che dividerebbero inesorabilmente la parte nord della città tra via Brennero e via Maccani.
«Anzichè recuperare spazi cittadini vivibili, il progetto RFI compromette irreversibilmente questo obiettivo urbanistico, con un danno per la città difficilmente calcolabile, ma certo incomparabilmente maggiore del costo aggiuntivo per la prosecuzione dell'interramento verso nord fino alla tangenziale».
 
Gli architetti Baldracchi e Toffolon, all’unisono, in sintesi, auspica che Comune e Provincia riescano a tutelare il futuro del proprio territorio. Vi è l'urgente necessità di elaborare un piano urbanistico in grado di cogliere al meglio la straordinaria opportunità data da una nuova connessione dei due sistemi urbani cresciuti sugli assi di Via Brennero e Via Maccani, nonché dalla realizzazione della futura «linea forte» del trasporto collettivo e dalla riqualificazione degli svincoli della tangenziale.

Italia Nostra del Trentino, in conclusione, chiede che:
1 - l'interramento della ferrovia (binari merci e passeggeri) sia prolungato a nord sino alla tangenziale;
2 - si realizzi contestualmente la bonifica dei siti inquinati attraversati dalla ferrovia;
3 - si predisponga un piano per il recupero del sedime ferroviario e dei terreni adiacenti con l'obiettivo di:
– ricucire le parti est e ovest di Trento nord;
– riannodare la rete viaria cittadina integrandovi la «linea forte» del trasporto collettivo e i principali servizi urbani (che potrebbero trovare qui la collocazione più adatta);
– riorganizzare e riqualificare il lato ovest della città storica affacciato sul nuovo boulevard.
 
«Siamo consapevoli - conclude la Presidente arch. Manuela Baldracchi - che si tratta di “n vero ridisegno della città di Trento, che richiede da subito un grande sforzo a tutti: istituzioni, categorie economiche e singoli cittadini. Italia Nostra del Trentino esorta a non vanificare questa straordinaria opportunità, a mettere in campo ogni risorsa tecnica ed economiche per questa irripetibile occasione che la città di Trento ha innanzi a sé».

Paolo Farinati - [email protected]