Il futuro dell'euro: tra estinzione del debito e il caso Grecia

Ne hanno parlato Lorenzo Bini Smaghi, Wolfgang Münchau e Lucrezia Reichlin

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Ci sarà ancora l'euro nel 2025? Reggerà all'eventuale default di uno degli stati membri?
Sopravvivrà senza l'estinzione del debito dei paesi del Sud Europa?
Partiva da queste domande puramente retoriche il confronto tra Lorenzo Bini Smaghi, Wolfgang Münchau e Lucrezia Reichlin che si è svolto nell'Aula Magna di Giurisprudenza questa mattina e sul quale aleggiava la situazione della Grecia, con la possibilità che la sua eventuale uscita dalla moneta unica contagi altri paesi, con imprevedibili conseguenze sui mercati finanziari.
Se per Lucrezia Reichlin bisogna tutelare le economie dai cambiamenti improvvisi, per Lorenzo Bini Smaghi il problema non è la quantità di debito ma la sua distribuzione nei paesi.
Il problema vero, per lui, è che viene generato nei paesi sbagliati, mentre gli stati con una situazione economicamente più solida potrebbero permettersi di generare più debito.
Il problema è come far sì che il debito sia sicuro, ovvero sostenibile. Il tema di fondo, per la Grecia ma anche per l'Italia, è la carenza di crescita: se si crescesse di più, il debito non rappresenterebbe un problema. Per Wolfgang Münchau per raggiungere la stabilità nell'Eurozona serviranno regole comuni in campo fiscale.
 
«L'aver ritardato la ristrutturazione del debito – questo il pensiero di Lucrezia Reichlin - è costato molto alla Grecia e servirebbero regole che rendano possibile andare in bancarotta senza che questo significhi un problema enorme per gli altri.
«Bini Smaghi ha evidenziato che la sostenibilità del debito è influenzata da molti fattori, compresa la situazione politica. È quindi difficile controllare la situazione solo con le regole.
«Per questo, in un'economia avanzata, è complicato ristrutturare il debito: devi gestire la reazione dei mercati e controllare cosa succede nel sistema bancario valutando se ricapitalizzarlo.
«Quando ristrutturi il debito hai comunque bisogno di soldi e quindi crei altro debito. Il rapporto tra i tassi di interesse e la crescita, ha aggiunto, è fondamentale: avere tassi di interesse bassi è essenziale per la sostenibilità.»
 

Lucrezia Reichlin.
 
Oggi per la Grecia – ha aggiunto Lucrezia Reichlin –- il problema è definire un programma credibile che parta da un'analisi realistica della situazione; c'entrano concorrenza e competitività. Non si può chiedere alla Grecia di diventare come la Germania entro tre anni.
«Questo no – ha convenuto Bini Smaghi – ma almeno avviare il percorso.»
L'economista ha inoltre ribadito che il default sovrano è un evento drammatico che non si è mai verificato senza generare una tragedia. E quindi va gestito con estrema cura per evitare il contagio ad altri paesi e che innocenti vengano colpiti.
«È un passaggio – ha detto Bini Smaghi - complicato è difficile e va evitato il più possibile. La Grecia ha bisogno di soldi, l'economia è in rosso. Ne ha bisogno per implementare il programma di riforme che prevede un aumento della spesa.
«Gli unici che possono darle soldi sono gli europei a meno che i greci non comincino a stampare moneta. La loro illusione è che andando in default risparmierebbero sui tassi di interesse.»
 
«La cosa più importante – ha sostenuto Lucrezia Reichlin – è impedire uno stato di totale confusione entro tre mesi. Si devono fissare priorità è stabilire condizioni sul programma di riforme per ottenere sostenibilità sul lungo periodo.»
«Arrivano segnali contraddittori dalla Grecia – ha aggiunto Münchau – e non ho capito se vogliono o no restare nell'Eurozona. Entro la prossima settimana sapremo qualcosa di più. Una decisione dovrà essere presa.»
«I sondaggi – ha concluso Bini Smaghi – dicono che la Grecia vuole rimanere in Europa. Cercheranno di negoziare un accordo fino all'ultimo minuto.»
 
Wolfgang Münchau e Lorenzo Bini Smaghi.