80 anni fa avvenne l’eccidio di Sant'Anna di Stazzema

Tre compagnie di SS trucidarono 560 civili. I comandanti, condannati all’ergastolo dal tribunale di La Spezia non vennero mai estradati. Morirono in tutta serenità

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L'eccidio di Sant'Anna di Stazzema fu un crimine di guerra nazi compiuto il 12 agosto 1944 dai soldati tedeschi di tre compagnie della 16. SS-Panzergrenadier-Division «Reichsführer-SS», comandata dal Gruppenführer Max Simon con l'ausilio di alcuni collaborazionisti italiani della RSI.
Nonostante agli inizi del mese Sant'Anna fosse stata dichiarata zona bianca dai tedeschi, in grado cioè di accogliere popolazione civile sfollata, in poco più di tre ore furono massacrate 560 persone, tra cui molti bambini.
Fin dal 7 agosto il comandante del LXXV corpo d'armata comunicò l'intenzione di attuare un'azione antipartigiana chiedendo nel contempo il permesso di utilizzare il 2º battaglione del 35º reggimento aggregato alla 16ª divisione SS.
Presumibilmente si trattava di un'azione in risposta all'intensificarsi delle azioni partigiane di luglio, nonché il momento culminante del ciclo operativo iniziato dai tedeschi il 30 luglio.

Sant'Anna era al centro dello schieramento partigiano nella zona, e per i tedeschi questo bastava per assimilare i civili come partigiani, inoltre la riluttanza dei tedeschi ad andare a cercare i partigiani nei boschi fece assumere alle azioni antipartigiane l'aspetto di mere rappresaglie contro i civili.
Nelle prime ore del 12 agosto tre colonne di soldati tedeschi provenienti da tre diverse località iniziarono a salire verso Sant'Anna di Stazzema: appartenevano al 2º battaglione del 35º reggimento della 16. SS-Panzergrenadier-Division sotto il comando di Anton Galler.
Nel frattempo altri soldati crearono una cintura di demarcazione dell'area, tra cui carristi della Wehrmacht, uomini del battaglione della scuola militare alpina e del battaglione di addestramento reclute della divisione.
I tedeschi arrivarono attorno alle 7:00 di mattina da tre direzioni: da monte Ornato, provenienti da Capriglia-Capezzano Monte; dalla Foce di Compito, provenienti da Ruosina, dalla Foce di Farnocchia, provenienti da Farnocchia. Una quarta squadra si fermò sopra Valdicastello per bloccare la strada di accesso a Sant'Anna.
 
La squadra che proveniva da monte Ornato raggiunse località Argentiera, un ex sito minerario sull'altro versante del colle rispetto agli altri borghi di Sant'Anna.
Quasi tutte le testimonianze confermano che quando arrivarono i tedeschi gran parte degli uomini erano già al lavoro a governare gli animali, così le SS rastrellarono soprattutto donne e bambini, tra i quali moltissimi sfollati.
Gli ostaggi furono condotti a Vaccareccia, dove era già presente una pattuglia tedesca, e vennero rinchiusi in diverse stalle e fondi di case assieme ad altri ostaggi.
I tedeschi diedero quindi inizio alla strage e, dopo aver radunato le persone spararono, lanciarono bombe a mano, dettero fuoco alle case e alle stalle con i corpi dentro.
Nonostante l'efferatezza di questo modus operandi, vi furono alcuni sopravvissuti, come Mario Marsili di 6 anni, che fu protetto dalle fiamme da una nicchia di pietra in cui era stato deposto da sua madre, Milena Bernadò di 16 anni, Ennio Navari di 13, Mauro Pieri di 12, Lina Antonucci di 9 e Mario Ulivi di 5 anni.
 
In poco più di mezza giornata vennero uccisi centinaia di civili, di cui solo 350 poterono essere in seguito identificate; tra le vittime 65 erano bambini minori di 10 anni di età.
Il sito del Museo storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema, a Luglio 2023, riporta un elenco comunque incompleto di 393 vittime identificate.
Dai documenti tedeschi peraltro non è facile ricostruire con precisione gli eventi: in data 12 agosto 1944, il comando della 14ª Armata tedesca comunicò l'effettuazione con pieno successo di un'«operazione contro le bande» da parte di reparti della 16. SS-Panzergrenadier-Divisione Reichsführer SS nella «zona 183», dove si trova il territorio del comune di S. Anna di Stazzema.
L'ufficio informazioni del comando tedesco affermò che, nell'operazione, 270 «banditi» erano stati uccisi, 68 presi prigionieri e 208 «uomini sospetti» assegnati al lavoro coatto.
Una successiva comunicazione dello stesso ufficio in data 13 agosto precisò che «altri 353 civili sospettati di connivenza con le bande» erano stati catturati, di cui 209 trasferiti nel campo di raccolta di Lucca.
 
 Le indagini  
Nell'estate del 1994, Antonino Intelisano (il procuratore militare di Roma), mentre cercava documentazione su Erich Priebke e Karl Hass, avviava un procedimento che porterà alla scoperta casuale, in uno scantinato della procura militare, di un armadio contenente 695 fascicoli «archiviati provvisoriamente», riguardanti crimini di guerra commessi da tedeschi e repubblichini.
Tra questi viene trovata anche della documentazione relativa al massacro di Sant'Anna, per il quale verrà riaperta l'inchiesta che porterà a individuare alcuni dei responsabili.
Il procuratore militare di La Spezia Marco de Paolis (in seguito procuratore militare di Roma) grazie a indagini accurate riesce a individuare i responsabili di questo eccidio.
È così che il 20 aprile 2004, davanti ai giudici del Tribunale Militare di La Spezia viene celebrato un processo per i responsabili di questo crimine.
Erano passati dieci anni dalla scoperta dei fascicoli delle «stragi abbandonati» nell'armadio dello scantinato della procura militare di Roma, ma prima di de Paolis nessuno aveva pensato di fare indagini sulla strage nazista di Sant'Anna.
Poiché tra soldati e ufficiali gli imputati sarebbero stati centinaia, fu deciso di rinunciare a processare i soldati - esecutori materiali dell'eccidio - per processare solo gli ufficiali che di quell'eccidio erano stati i veri responsabili, essendo stati loro a dare l'ordine del massacro.
 
Il giudice dell'udienza preliminare accolse quindi la richiesta del procuratore militare De Paolis di rinvio a giudizio per i tre ufficiali SS accusati di essere gli esecutori dell'eccidio.
Tra i militari tedeschi accusati c’erano Gerhard Sommer, 83 anni, comandante della 7ª compagnia del II battaglione del 35º reggimento Grenadieren (facente parte della 16. SS-Panzergrenadier-Division «Reichsführer-SS»), gli ufficiali Alfred Schöneberg, 83 anni, e Ludwig Heinrich Sonntag, 80 anni.
Per altre due SS, Werner Bruß, 84 anni, e Georg Rauch, 83 anni, fu richiesto il non luogo a procedere, mentre per Heinrich Schendel, 82 anni, il Gup rinviò gli atti al pubblico ministero fissando il termine massimo di 5 mesi per ulteriori indagini.
Il 22 giugno 2005 il procuratore De Paolis chiede la condanna all'ergastolo per dieci tra ex ufficiali e sottufficiali tedeschi.
Il tribunale militare di La Spezia accoglie la richiesta.
Al momento della sentenza i dieci erano tutti ultraottantenni.
 
L'8 novembre 2007 vennero confermati dalla Corte di cassazione gli ergastoli all'ufficiale Gerhard Sommer e ai sottufficiali nazisti Georg Rauch e Karl Gropler.
Il 1º ottobre 2012 la Procura di Stoccarda ha archiviato l'inchiesta per la strage nazista.
L'organo giudiziario tedesco ha deciso l'archiviazione innanzitutto perché, secondo i magistrati, non sarebbe più possibile stabilire il numero esatto delle vittime: nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone.
I reati di omicidio e concorso in omicidio per l'eccidio non erano prescritti. Tuttavia, secondo la Procura tedesca, sarebbe stato necessario, per l'emissione di un atto di accusa, che venisse comprovata per ogni singolo imputato la sua partecipazione alla strage.
E ciò non è stato ritenuto possibile dagli inquirenti tedeschi.
 
Secondo la magistratura tedesca, inoltre, non sarebbe possibile accertare se la strage sia stata effettivamente un atto premeditato contro la popolazione civile, in quanto (sempre secondo la Procura di Stoccarda) è possibile che gli obiettivi dell'azione militare siano stati solo la lotta antipartigiana e il rastrellamento di uomini da deportare ai lavori forzati in Germania.
Tale decisione, che è in contrasto con le risultanze processuali della magistratura italiana, ha suscitato incredulità e sdegno fra i sopravvissuti alla strage e prese di posizione contrarie da parte di vari esponenti politici in Italia.
 
 Che fine hanno fatto  
Gerhard Sommer era nato ad Amburgo nel 1921. È stato un militare tedesco, tra i responsabili dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, nel quale vennero trucidati 560 civili italiani.
Il 22 giugno 2005, Sommer e altri nove ex membri delle SS vennero condannati dal tribunale militare italiano di La Spezia alla pena dell'ergastolo e al pagamento di indennità di guerra per aver preso parte all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema.
Nel maggio 2006, Sommer viveva in una casa di riposo ad Amburgo-Volksdorf e fu lasciato lì.
Nel maggio 2015, Sommer fu dichiarato non idoneo ad un processo dai pubblici ministeri tedeschi.
Sommer morì serenamente ad Amburgo il 22 febbraio del 2017.
 
Anton Galler era nato a Marktl nel 1915.
È stato un militare austriaco noto per aver avuto un ruolo chiave nel massacro di Sant'Anna di Stazzema
Fu nominato SS-Untersturmführer il 20 aprile 1937 e quindi trasferito in Alta Slesia.
Nel dicembre 1943 fu trasferito alla 16. SS-Panzergrenadier-Division «Reichsführer-SS» e fu nominato comandante di battaglione del 2º Reggimento del 35. Panzergrenadier.
Il 12 agosto 1944 comandava il reggimento che fu protagonista del massacro di Sant'Anna di Stazzema.
Dopo la fine della guerra si nascose prima a Sankt Pölten e poi emigrò poi in Canada.
Ritornò in Austria a metà degli anni '60, dove fu indagato per l'uccisione di 13 persone a Częstochowa, ma il procedimento nei suoi confronti fu archiviato.
Si stabilì a Taxheim, vicino a Salisburgo.
In seguito si trasferì a Dénia, sulla Costa Blanca spagnola, dove morì nel 1995 in tutta serenità.
 
Alfred Schöneberg era nato il 28 settembre 1921 a Bendorf.
Era un SS-Unterscharführer e un criminale di guerra condannato in Italia - in contumacia - all'ergastolo per la strage di Sant'Anna di Stazzema insieme ad altri nove uomini delle SS.
Dal 2002 la Procura di Stoccarda lo ha indagato per valutare la sentenza, ma il procedimento è stato archiviato. La procura di Stoccarda ha rifiutato di riaprire le indagini.
Morì a Bendorf in tutta serenità.
 
Ludwig Heinrich Sonntag era nato il 25 maggio 1924 a Dortmund.
Divenne un SS-Unterscharführer delle Waffen-SS e fu coinvolto nel massacro di Sant'Anna di Stazzema con l'8ª compagnia del 2° Battaglione/Reggimento Panzergrenadier 35 della 16ª Divisione SS Panzergrenadier «Reichsführer SS».
Per questo è stato condannato all'ergastolo dal tribunale militare di La Spezia.
Ludwig Sonntag non fu estradato in Italia, quindi questa sentenza non poté mai essere eseguita e il procedimento contro di lui fu archiviato in Germania.
Sonntag morì a Dortmund, dove era nato, in tutta serenità, negando fino alla fine della sua vita il coinvolgimento in questo crimine di guerra.

GdM