Al Festival dell’economia la relazione tra profit e no profit

L'economista Zamagni: «Le diseguaglianze sono peggio della povertà»

Per il Festival dell'Economia di Trento a palazzo Geremia incontro a più voci sulla relazione tra l'economia civile profit e no profit (basata tra l'altro sui principi di reciprocità e fraternità) e la sostenibilità sociale. L'economista Stefano Zamagni ha tracciato un quadro generale.
«Oggi le diseguaglianze sono peggio della povertà – ha affermato – perché creano destabilizzazione sia dell'ordine economico che di quello politico.
«Sono, di conseguenza, un fattore di forte disagio sociale.»
Zamagni ha proseguito sostenendo che «non può più funzionare il modello economico Stato-mercato.
«È necessario, invece, sostituirlo con la triade Stato-mercato-comunità ispirata dal principio della sussidiarietà circolare.»
Sul degrado ambientale ha detto: «Abbiamo distrutto l''ambiente perché si è fatta confusione tra crescita e sviluppo».
 
L'incontro, a palazzo Geremia, in una sala Falconetto piena, è stato moderato da Alessia Maccaferri, giornalista de Il Sole 24 Ore.
Secondo monsignor Nunzio Galatino, presidente Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, «va liquidata la dicotomia tra profit e no profit sostenendo anche la formazione ai valori del mutualismo e cooperativistici.
«E per questo c'è anche bisogno della migliore politica che invece spesso ostacola il cammino verso un mondo diverso.
«La Chiesa di Papa Francesco accompagna l'economia sociale.»
Per Elena Beccalli dell'università Cattolica del Sacro Cuore «nel campo bancario va recuperato il credito di relazione.
«Cioè che mette in relazione l'azienda con l'istituto di credito per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese sul presupposto della prossimità».
 
Leonardo Becchetti, dell'università di Roma Tor Vergata, ha sottolineato che «senza capitale sociale ogni sistema collassa.
«Ricordiamoci che le persone sono felici se sono attive e partecipano ad un sistema di cittadinanza attiva.»
«Sul caro affitti segnalato dagli studenti – ha concluso Carla Barbanti, presidente Confcooperative Habitat Sicilia – sono necessarie nuove politiche pubbliche.»