Mirko Demattè alla Biennale di Venezia – Di Daniela Larentis

La partecipazione dell’artista trentino è un ulteriore riconoscimento del suo percorso artistico: presente con un’istallazione al Padiglione Bangladesh – L’intervista

Mirko Demattè, Costruzioni, 2024.
 
Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato per l’apertura al pubblico della Biennale di Venezia: la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte, curata da Adriano Pedrosa, sarà visitabile da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024.
Alla prestigiosa manifestazione internazionale sarà presente Mirko Demattè, artista trentino noto e apprezzato sia in Italia che all'estero, con una sua installazione nel Padiglione Bangladesh, Santa Croce 1979/A (San Stae), nell’ambito della mostra intitolata «The Contact», curata da Viviana Vannucci.
 
Il concept del Padiglione è un’immagine di un futuro distante, dove si immagina lo sbarco di entità aliene sulla Terra e il loro contatto con gli abitanti del pianeta blu.
Attraverso una varietà di media artistici, tra cui pittura, scultura, fotografia, video, installazioni e performance, viene indagato il concetto di diversità e l'incontro tra mondi in un contesto futuristico e fantascientifico.
Questo scenario, che si propone di vagliare le reazioni e gli effetti dell’incontro con forme di vita extraterrestri sull'umanità, riflette la complessità delle relazioni umane e la necessità di superare le barriere concettuali.
 
In questo contesto, l'opera di Mirko Demattè trova una connessione profonda con il tema delle «Costruzioni Contemporanee», che rappresenta il suo presente artistico.
L'installazione dell’artista si inserisce in un dialogo globale sulla diversità, sull'incontro tra culture e sul significato dell'essere umano nel contesto del vasto universo.
Mirko Demattè, seguito dalla manager Gaia Baldo, attraverso la sua arte esplora da lungo tempo il profondo legame tra l'essere umano e l'ambiente urbano che lo circonda.
Per lui, le costruzioni non sono solamente oggetti fisici, ma simboli potenti che riflettono la complessità della società contemporanea.
 

Mirko Demattè, Costruzioni Contemporanee, n.60, 2023.
 
Le sue opere combinano elementi di costruzione reale con elementi immaginari, creando un'esperienza tattile e sensoriale di grande suggestione.
Con una tavolozza di colori vivaci e contrastanti, oltre a tonalità neutre, dà vita a composizioni che riflettono l'essenza delle costruzioni contemporanee, sfruttando l'incisiva potenza visiva degli ossidi.
Le sue opere, anche le più complesse, sono interamente realizzate da lui; Demattè non si limita a concepire concetti astratti, ma si immerge personalmente nell'intero processo creativo, dalla genesi dell'idea alla sua realizzazione materiale: niente è delegato ad altri, egli plasma ogni dettaglio non lasciando nulla al caso.
 
Scrive il critico d’arte e cinematografico Giorgio Vulcano, che lo segue da anni, a proposito della sua istallazione presente in Biennale:
«Costruzioni aliene n. 1 è un’istallazione pensata e realizzata appositamente per il padiglione della Repubblica popolare del Bangladesh per la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia; rientra nel progetto “Costruzioni contemporanee” che l’artista Mirko Demattè conduce da diversi anni, su cui si basa una riconoscibile cifra stilistica e contenuti di estrema attualità legate all’esistenza dell’essere umano.
«Le opere scultoree sono caratterizzate da strutture metalliche simili ad edifici, esprimono simbolicamente tutte le capacità e le contraddizioni del genere umano: levità e gravità, un processo di sentimenti contrastanti che sovrappongono azione e reazione, un esistenzialismo tra fragilità e resistenza. […]
«La struttura, realizzata in metallo ossidi, smalti e Woodn (materiale innovativo costituito da diverse tipologie di polimeri riciclabili e farine di legno di conifera con certificazione FSC®), sembra una fortezza in cui albergano sogni, speranze, inquietudini del genere alieno, le stesse emozioni che caratterizzano il genere umano.
«Lo stupore, la curiosità e l’incredulità dell’uomo sono rappresentati da strutture più piccole, posizionate intorno alla scultura principale.»
 

Mirko Demattè, Costruzioni Contemporanee, n.61, 2023.
 
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Mirko Demattè è nato a Trento il 9 settembre 1975.
Personalità estroversa, ma capace di grande introspezione, si è avvicinato al mondo dell'arte dopo un processo di maturazione interiore che lo ha portato a viaggiare alla ricerca delle proprie radici familiari.
Al ritorno dagli Stati Uniti, ha iniziato a dipingere i suoi primi quadri nella villa cinquecentesca che sarebbe diventata il suo atelier, ispirandosi all'Action painting di artisti come Pollock, Fontana e Burri.
La materia è il fulcro della sua produzione artistica; Demattè sperimenta con diversi materiali, tra cui carta, legno e metallo, creando spazi figurativi di varie dimensioni e simbolismi allegorici.
 
Le sue opere, spesso rivestite di tela grezza portata in rilievo e dipinte con colori vividi, trasmettono la sua profonda sensibilità e sono accolte con entusiasmo dallo spettatore.
Nel 2009 una sua opera ha premiato la maglia rosa del Giro d'Italia, mentre nello stesso anno ha allestito una personale alla Feltrinelli di Parma, con opere entrate a far parte della collezione privata di Platinette.
Nel 2011 ha esposto una scultura in Woodn al Made Expo di Milano, continuando a sviluppare un nuovo filone pittorico basato sul bianco.
 
A partire dal 2015 è diventato artista ufficiale del Tour de Pologne, premiando i vincitori delle massime categorie con le sue opere in Woodn.
Nel 2013 è stato primo classificato al concorso nazionale per le scuole Negrelli a Rovereto di Trento e ha esposto alla Prima Biennale Internazionale d'Arte di Palermo.
Nel 2017 ha esposto in diverse mostre in Italia, tra cui il Fuoribiennale di Venezia.
Nel 2018 ha partecipato a una mostra sulla Shoah presso la Comunità Ebraica a Milano e ha esposto al NH Art Hotel di Milano.
Nel 2019 ha inaugurato una collaborazione con il ristorante Atena Multiforme di Brescia e ha esposto presso la Colonia Pavese di Torbole.
 
Nel 2020, nonostante lo stop dovuto alla pandemia, ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia. Nel 2021 ha organizzato e presieduto una «Residenza d'artista» a Madrano e ha esposto in diverse mostre in Italia. Tra il 2022 e il 2023 ha esposto a «Salotto d'artista» a Oristano e ha consegnato un'opera su commissione all'azienda trentina Zanetti Srl in occasione del 50° anniversario della sua fondazione.
Nel 2023 Demattè ha continuato il suo percorso artistico con la serie «Costruzioni Contemporanee», con opere selezionate per la mostra «Contemporary Icons» presso il Palazzo della Cancelleria Vaticana a Roma.
Abbiamo avuto occasione di porgergli alcune domande.
 

Mirko Demattè.
 
Potrebbe descriverci brevemente l'opera presentata alla Biennale di Venezia?
«Questa opera non rappresenta una novità nel mio percorso artistico, ma piuttosto la naturale prosecuzione del progetto “Costruzioni contemporanee” su cui lavoro da lungo tempo. Il concept del Padiglione si focalizza su un'immagine di un futuro distante, dove viene immaginato lo sbarco di entità aliene sulla Terra e il loro contatto con gli abitanti del pianeta.
«L'astronave, in questo contesto, diventa più di una semplice struttura: è un luogo concepito per accogliere qualcuno.
Alcuni sono nati all'interno di questa costruzione. La mia visione di “costruzione” non si limita alla fisicità, ma si estende anche al piano mentale, un concetto che ho sviluppato nel corso degli anni.
«All'interno di questo involucro, che può proteggerci o imprigionarci, viviamo le nostre esperienze, percezioni e sensazioni della realtà. Sta a noi decidere se questa costruzione mentale si adatta alle nostre esigenze o se vogliamo modificarla.
«Questo è il motivo per cui la struttura presenta finestre spalancate, invitandoci a esplorare, a varcare la soglia, a immaginare nuovi scenari e nuove esperienze.
«È quasi come se questa costruzione avesse vita propria, muovendosi per cercare nuove forme, nuovi modi di esistere, nuovi rifugi in cui possiamo finalmente aprirci e trovare conforto.»
 
Che cosa rappresenta per lei la partecipazione a questa prestigiosa manifestazione internazionale?
«La mia partecipazione alla Biennale di Venezia non rappresenta un punto di arrivo, bensì un nuovo punto di partenza.
«Se ho dedicato tanto impegno per raggiungere questo traguardo, ora sono pienamente consapevole che il mio lavoro richiederà un impegno ancora maggiore.
«La Biennale mi offre una grande opportunità per esprimere la mia visione artistica, ma è anche un banco di prova che mi spinge a superare i miei limiti, continuando a crescere artisticamente.»
 
Qual è il significato più profondo che attribuisce all'arte?
«Come ho detto in altre occasioni, l’arte non può essere ridotta a una mera rappresentazione estetica o a un semplice esercizio intellettuale.
«Essa è l’anima che palpita dietro la superficie, l’esperienza profonda che solletica le nostre emozioni e risveglia l’intima essenza del nostro essere.»
 
Progetti futuri?
«Dopo la Biennale ho in programma mostre a Roma e possibili esposizioni negli Stati Uniti e nei Paesi Arabi.»

Daniela Larentis – [email protected]

Mirko Demattè, installazione Costruzioni Aliene, n.1, esposta in Biennale.