Pinot Grigio delle Venezie, le sfide – Di Giuseppe Casagrande
È la denominazione più estesa d'Italia con 27mila ettari di vigneti, 6.141 viticoltori e 371 imprese di imbottigliamento per complessivi 230 milioni di bottiglie all'anno
La Doc delle Venezie è la più estesa d'Italia con oltre 27 mila ettari di vigneti.
Il Pinot Grigio delle Venezie, la più grande denominazione italiana per estensione con oltre 27 mila ettari di vigneti coltivati da 6.141 viticoltori del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino per complessivi 230 milioni di bottiglie all'anno può guardare al futuro con giustificato ottimismo nonostante la non proprio favorevole congiuntura che investe il settore vitivinicolo mondiale: calo dei consumi (dai 120 litri a persona degli anni Sessanta del secolo scorso ai 30 litri di oggi), la predilezione verso vini meno alcolici, i cambiamenti climatici con i sempre più frequenti e disastrosi eventi estremi, la sostenibilità ambientale.
Se ne è discusso nei giorni scorsi al Castello di Udine in occasione del terzo Congresso organizzato dal Consorzio DOC Delle Venezie che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e della stampa specializzata per affrontare temi strategici che riguardano non soltanto il futuro della DOC interregionale, ma dell'intero settore vitivinicolo nazionale.
Il Pinot Grigio, vino simbolo delle Venezie.
Albino Armani e le nuove sfide: territorio, sostenibilità, turismo
Ha aperto i lavori, moderati dal giornalista Lorenzo Tosi, il presidente del Consorzio DOC Delle Venezie Albino Armani che ha introdotto i temi della giornata, a iniziare dalle riflessioni che derivano dalla recente riforma delle Indicazioni Geografiche e, in tal senso, dal nuovo ruolo dei Consorzi di tutela definito dal regolamento europeo.
«Dovremo abituarci a prenderci cura di temi e responsabilità che in passato non erano nel nostro raggio d’azione – ha detto Armani – per noi del Consorzio DOC Delle Venezie la parola chiave del prossimo futuro sarà apertura.
«Bisognerà pensare ad una rivisitazione della filosofia finora adottata per aprirci a istanze nuove che riguardano diversi aspetti del territorio, come sostenibilità e turismo.»
Il Pinot Gigio sul red carpet del Canal Grande a Venezia.
Stefano Sequino: «Apriamo le porte ai vitigni resistenti»
Stefano Sequino, direttore del Consorzio DOC Delle Venezie, ha sottolineato il potenziale della riforma delle Indicazioni Geografiche come strumento ancora da esplorare, richiamando l’importanza, in questo nuovo scenario, del ruolo dei Consorzi.
Egli è tornato sulla necessità di misure che garantiscano un reddito equo per i produttori, richiamando la responsabilità collettiva che i Consorzi devono poter esprimere per il futuro delle denominazioni.
Sarà importante riflettere sull’applicazione di clausole di ripartizione del valore, soprattutto per filiere articolate come quella del Pinot Grigio DOC Delle Venezie, per assicurare stabilità e rafforzare la redditività.
Sequino ha chiuso ricordando che «in Italia abbiamo un quadro normativo considerato un modello, ma occorre andare avanti, mediante l’adozione di modifiche alla disciplina interna, per consentire la concreta applicazione della regolamentazione europea.
«È il caso, ad esempio, dell’apertura ai vitigni resistenti per la produzione di vini a denominazione di origine, una strada in linea con i principi di rafforzamento della sostenibilità ambientale indicati dalla PAC, una possibilità da valutare sotto il profilo tecnico, ma comunque oggi bloccata dall’attuale impostazione del Testo unico del vino.»
Il presidente del Consorzio Doc delle Venezie Albino Armani.
Gli strumenti per rafforzare il mercato e il ruolo dei Consorzi di tutela
Paolo De Castro, relatore a Bruxelles della riforma sulle Indicazioni Geografiche, ha aggiunto che il nuovo quadro regolamentare europeo offre strumenti per rafforzare il mercato e il ruolo dei Consorzi di tutela.
Egli ha inoltre sottolineato l'importanza di valorizzare la qualità europea nella DOP economy, che in Italia genera 23 miliardi di euro all'anno, evidenziando le opportunità offerte dal nuovo regolamento per i Consorzi.
È seguito l'intervenuto di Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di EFOW (European Federation of Origin Wines) che ha ricordato come la riforma delle Indicazioni Geografiche riconosca la loro identità culturale come risorsa chiave dell’UE.
Ha evidenziato che i Consorzi ora hanno ampliato il loro potenziale raggio d’azione, che include la regolamentazione delle pratiche commerciali scorrette e un rafforzamento della gestione dell’offerta sottolineando, in ultimo, come sia importante il modello Pinot Grigio DOC Delle Venezie in termini di aggregazione, spesso l’unica strada percorribile per raggiungere degli obiettivi comuni.
Paolo De Castro, relatore a Bruxelles della riforma sulle Indicazioni Geografiche.
Luca Rigotti: «Pesano i maggiori costi per le imprese e i cali di marginalità»
Luca Rigotti, Presidente del Gruppo Vino Copa Cogeca ha sottolineato l'importanza del gruppo di alto livello come occasione di confronto per delineare un futuro concreto per il settore vitivinicolo europeo.
Egli ha inoltre evidenziato il cambiamento nelle tendenze di consumo e la necessità di un dialogo più efficace tra Consorzi e istituzioni che insieme possono svolgere un ruolo cruciale nelle problematiche che interessano l’ambito agricolo attualmente in crisi, tra cui maggiori costi per le imprese e cali di marginalità.
«Una criticità che è stata portata di recente all’attenzione nel gruppo di alto livello riguarda gli eventi estremi dovuti al cambiamento climatico che sono sotto gli occhi di tutti e che, oltre a compromettere le attività agricole, portano ad un aumento dei premi assicurativi.
«È doveroso pensare a soluzioni da proporre nel prossimo futuro.»
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande – [email protected]
Luca Rigotti, Mezzacorona, è il presidente del Gruppo Vino Copa Cogeca.