Cent'anni fa la Rivoluzione russa/ 2 – La Rivoluzione d’Ottobre

L'incrociatore Aurora (nella foto) sparò il colpo diede inizio alla Rivoluzione d'Ottobre

(Link alla puntata precedente)
 
L'esito del tentativo rivoluzionario abortito ad agosto e la vicenda di quello controrivoluzionario di Kornilov portarono a radicali decisioni sui programmi futuri, sia nel campo governativo sia nel campo dei rivoluzionari.
Il governo, guidato da Kerenskij, si decise a stabilire la data (il 28 novembre) e le regole secondo cui si sarebbero tenute le elezioni per l'Assemblea Costituente, mentre i bolscevichi decisero che l'autunno sarebbe stato il limite massimo per tentare il colpo di Stato.
L'importanza dei soviet diventava via via maggiore, in quanto in molti casi il loro controllo permetteva il controllo delle guarnigioni militari. Questa forza venne notevolmente sottovalutata dal governo provvisorio.
 
Fra la metà di settembre e la metà di ottobre del 1917, Lenin riuscì a convincere anche le parti meno convinte del proprio partito, della necessità di tentare la presa del potere prima delle elezioni per la Costituente.
Anzi, stabilì che la cosa migliore sarebbe stata ottenerlo prima dell'apertura del Secondo Congresso dei Soviet, che avrebbe potuto legittimare così il nuovo ordine.
Il controllo, da parte del neocostituito Consiglio Militare Rivoluzionario, della guarnigione di Pietrogrado e dei marinai della flotta del Baltico, si sarebbe rivelato fondamentale per rovesciare con uno sforzo relativamente modesto, il governo provvisorio. Quest'ultimo disponeva in città di poche centinaia di uomini delle scuole ufficiali.
 

L'assalto al Palazzo d'Inverno.
 
 L'assalto al Palazzo d'Inverno 
Il 24 ottobre (O.S.) i bolscevichi cominciarono ad occupare i punti nevralgici della capitale, senza incontrare quasi resistenza.
Il passaggio della città nelle mani degli insorti fu quindi abbastanza pacifico, e avvenne senza che la cittadinanza (e nemmeno il governo) se ne rendessero conto. Nella giornata del 25 la situazione era ormai disperata per Kerenskij, che fuggì dalla città a bordo di un'automobile dell'ambasciata americana per cercare rinforzi nelle caserme lontane dalla capitale.
I ministri invece si barricarono nel Palazzo d'Inverno, ma la loro resistenza venne sopraffatta in poche ore. La maggior parte di loro venne arrestata e condotta alla fortezza di Pietro e Paolo.
La sera dello stesso giorno, 25 ottobre (O.S.), Lenin poté annunciare la presa del potere al Secondo Congresso dei Soviet, di cui fino a quel momento si era cercato di rallentare i lavori.
In questa sede vennero quindi approvati i primi provvedimenti, come il trasferimento del potere ai soviet, ed i provvedimenti sulla pace con la Germania e la distribuzione della terra ai contadini.
 
Nei giorni successivi a Pietrogrado veniva creato il Consiglio dei Commissari del Popolo (così venivano denominati coloro che occupavano incarichi di tipo ministeriale).
Pochi giorni dopo, sotto la minaccia di uno sciopero di tutti i lavoratori ferroviari, il consiglio subì un primo rimpasto, grazie al quale ai bolscevichi si affiancarono alcuni socialrivoluzionari di sinistra, in un governo di coalizione che non avrà vita lunga.
Nel frattempo, scontri più sanguinosi si ebbero a Mosca, dove la resistenza terminò solo il 2 novembre (O.S.). Ora il nuovo governo controllava i due centri principali, anche se la diffusione della rivoluzione negli altri territori, in gran parte contadini, avrebbe richiesto un tempo molto più lungo.
Mentre la rivoluzione si diffondeva, il nuovo governo sovietico (inteso come espressione del Congresso dei Soviet e non come governo dell'Unione Sovietica che ancora non esisteva) muoveva i suoi primi passi ed emetteva i suoi primi atti formali.
 

L'assemblea dei Soviet.
 
Come già annunciato da Lenin il 26 ottobre (calendario giuliano) il decreto sulla terra prevedeva l'immediata distribuzione, senza indennizzo, delle terre dei pomeščiki (i proprietari terrieri) ai contadini privi di terra.
Con il decreto sulla pace si proponeva a tutti i belligeranti l'apertura immediata di trattative per una pace «giusta e democratica», accompagnate da un immediato armistizio di almeno tre mesi.
Al vecchio sistema giudiziario si sostituivano i tribunali del popolo inizialmente di tipo elettivo; la polizia veniva sostituita da una milizia composta prevalentemente di operai; veniva realizzata la completa separazione tra stato e chiesa; veniva introdotto il matrimonio civile, con uguali diritti per entrambi i coniugi, e il divorzio; la donna otteneva la totale parità di diritti rispetto all'uomo; si introduceva la giornata lavorativa di otto ore.
Riguardo all'esercito venivano cancellate le differenze di trattamento fra soldati e ufficiali.
Sul fronte dell'economia venivano nazionalizzate tutte le banche private; il commercio estero diventò monopolio dello Stato; flotta mercantile e ferrovie diventavano statali, mentre le fabbriche venivano affidate direttamente agli operai.
Il nuovo governo denunciò anche tutti gli accordi internazionali compresi quelli segreti e sospese il rimborso dei prestiti ottenuti all'estero dal regime zarista.
 
 Rivoluzione e controrivoluzione 
Le forze contrarie all'azione bolscevica cercavano nel frattempo di riorganizzarsi. Kerenskij, dopo la precipitosa fuga da Pietrogrado si recò presso la Stavka ossia il quartier generale dell'esercito a Mogilëv, dove si erano rifugiati anche alcuni altri membri del disciolto governo provvisorio. Mentre si formava, anche se con vita effimera, un nuovo governo provvisorio con a capo il socialista-rivoluzionario Viktor Michajlovič Černov.
Kerenskij, che da settembre aveva anche assunto il grado di generalissimo, ritirò dal fronte circa 20.000 cosacchi che affidò al generale Krasnov con l'ordine di marciare su Pietrogrado.
Una parte di queste truppe si sbandò durante l'avvicinamento alla capitale, anche in seguito all'intervento di emissari bolscevichi che convinsero i soldati ad unirsi alla rivoluzione; il resto venne battuta a Pulkovo e Gatčina dalla Guardia Rossa, la milizia operaia organizzata da Trotsky (presidente del soviet di Pietrogrado e ministro degli esteri).
I bolscevichi, oltre a difendere militarmente la loro rivoluzione, si trovarono anche a confrontarsi con il sistematico sabotaggio operato da tutto l'apparato burocratico. Furono necessarie settimane, quando non mesi, perché i Commissari del Popolo potessero prendere possesso degli uffici dei Ministeri o delle banche.
 

Assemblea degli operai nella fabbrica Putilov di Pietrogrado.
 
 L'Assemblea Costituente 
A partire dal 12 novembre 1917, nel pieno dell'insurrezione bolscevica, fu convocata l'elezione per l'Assemblea Costituente mediante una legge elettorale definita dal precedente, ormai deposto, Governo Provvisorio di Kerenskij, primo ministro degli interni.
Ad essa si presentarono quattro differenti liste; in ordine: bolscevichi, menscevichi, Partito cadetto e socialisti rivoluzionari (Kerenskij).
Le elezioni si svolsero a suffragio universale, ma ciò non evitò un forte astensionismo che provocò un'esigua partecipazione alle stesse: i voti risultarono inferiori al 50% degli aventi diritto. Nell'esito prevalsero i socialisti rivoluzionari con un netto 58%, seguirono i bolscevichi con 25%, il Partito Cadetto a quota 14% ed infine i menscevichi con un misero 4%.
La rilevanza politica dei socialisti rivoluzionari va ricercata nel loro pieno controllo dei soviet dei contadini nelle campagne che si stavano formando negli ultimi mesi. I bolscevichi raggiunsero invece nelle grandi città ed al fronte (in comitati militari rivoluzionari) risultati fino al 40%, mentre si consolidò la loro fiducia nel soviet di Pietroburgo (di cui presidente fu Trockij, menscevico, poi bolscevico dal luglio 1917) raggiungendo picchi di consenso fino al 60%.
 
Dei 715 deputati eletti all'assemblea 370 erano socialisti rivoluzionari, 175 bolscevichi, 40 socialisti rivoluzionari di sinistra (corrente di sinistra fuoriuscita dai socialisti rivoluzionari), 16 menscevichi, 17 cadetti.
Il 5 gennaio 1918 si ufficializzò in via definitiva l'apertura dell'Assemblea. Intanto la corrente politica dei socialisti rivoluzionari di sinistra decise di unirsi ai bolscevichi, scelta che portò all'unione tra il Comitato esecutivo dei Soviet contadini (socialista rivoluzionario di sinistra) e il Comitato esecutivo dei Soviet degli operai e dei soldati (bolscevico), dando vita a quello che viene conosciuto come Comitato esecutivo centrale panrusso (VCIK).
Nella prima seduta (lo stesso 5 gennaio) l'Assemblea costituente fu proclamata autorità suprema di tutta Russia, non riconoscendo il potere dei soviet dei lavoratori (operai, contadini e soldati).
I bolscevichi e i socialisti rivoluzionari di sinistra chiesero all'assemblea di ratificare tutti gli atti e i decreti emessi dai Commissari del Popolo (bolscevichi) riguardo al decreto sulla terra per la distribuzione delle terre ai contadini, l'apertura immediata di trattative per una pace con i paesi belligeranti, la completa separazione tra stato e chiesa, l'introduzione del matrimonio civile con uguali diritti per entrambi i coniugi, il libero divorzio, totale parità di diritti della donna rispetto all'uomo, l'introduzione della giornata lavorativa di otto ore, l'abbattimento delle differenze di trattamento fra soldati e ufficiali nell'esercito, le nazionalizzazioni dell'economia e della finanza.
 

Trockij e Lenin (al centro in piedi) in una foto scattata con alcuni soldati di Pietrogrado.
 
L'area di destra dell'assemblea (Partito cadetto e parte dei menscevichi) e persino i socialisti rivoluzionari rifiutarono la richiesta ed in segno di protesta bolscevichi e socialisti rivoluzionari abbandonarono l'aula.
Il 7 gennaio Sverdlov, presidente del Comitato Esecutivo centrale panrusso (VCIK) decretò lo scioglimento dell'Assemblea costituente, e come alternativa ad esso furono convocati il III Congresso panrusso dei deputati operai e soldati e il III Congresso panrusso dei deputati contadini che, unificati, approvarono il pieno scioglimento dell'Assemblea costituente e la «Dichiarazione dei diritti dei lavoratori».
 
La rivoluzione di febbraio e gli avvenimenti dei mesi che seguirono rinvigorirono tutta una serie di fermenti nazionalistici da sempre presenti nella complessa struttura politico-sociale della Russia.
Già a luglio 1917 Kerenskij concesse un'ampia autonomia all'Ucraina. A novembre il governo dei Soviet riconobbe l'indipendenza della Finlandia e pubblicò una risoluzione che sanciva i diritti delle minoranze nazionali: uguali diritti per tutti i popoli, diritto di autodecisione, compreso il diritto di staccarsi dalla Russia per fondare stati indipendenti, diritto al libero sviluppo di tutte le minoranze nazionali e gruppi etnici.
Da questa dichiarazione nacquero prima la Federazione Russa e poi l'Unione Sovietica.
Nel 1918 la Russia firma una pace separata con la Germania accettando di perdere la Finlandia, l'Ucraina, la Polonia e i paesi baltici.

(Continua)
 
Si ringrazia Wikipedia per le note e le fotografie.