Cirillo Grott: in mostra a Rovereto dal 22 marzo al 19 aprile
Il pensiero dell'artista nella presentazione del curatore Mario Cossali: «Io scolpisco in massima parte, ma disegno anche e parecchio»
«Io scolpisco in massima parte, ma disegno anche e parecchio. Per poter scolpire bisogna conoscere bene le tecniche del disegno. Mi piace molto dipingere, mi serve anche il colore per poter scolpire (…)
«La pittura serve per completare l’artista (…) Quando dipingo alla base di ciò vi è il disegno, il saper interpretare le forme del corpo umano, le forme della vita, esprimere tutto quello che si può esprimere dei nostri tempi.
«Questo è il compito dell’artista, perciò la pittura, la grafica, la scultura e la poesia sono un tutt’uno.»
A questi pensieri di Cirillo Grott possiamo senza alcun dubbio ispirarci guardando e ammirando la serie di piccoli disegni ospitati in Santa Maria a Rovereto dove ci accolgono i volti aperti ed esperti di Davide e Daniela.
Siamo di fronte ad una serie di ritratti, di volti rintracciati dall’amore di Sandra in un taccuino dell’artista che riescono magicamente ad acquistare una originale autonomia compositiva.
Per questo anche considerando l’originale allestimento dobbiamo abbandonare il concetto dello schizzo per quello del disegno vero e proprio.
Capirne tutte le potenzialità inventive e tutte le qualità per così dire basiche, quelle che furono uno dei cavalli di battaglia della nostra scuola reale elisabettina, nella quale il disegno a mano libera del prof. Luigi Comel, goriziano, formò fior fiore di artisti.
Cirillo Grott ci regala una serie di volti, che certo possono far pensare a possibilità plastiche, ma che da soli parlano ed esprimono un mondo, il suo mondo interiore e il suo sguardo sul mondo.
«Cerco incessantemente l’entità di un nome che batte forte a queste porte di legno, sorde e levigate d’acquazzoni e vento. Nei volti scendo, cerco l’amore del loro domani.»
Il montanaro Grott proiettato nel mondo dalla sua specola d’altura, con il suo scendere nei volti a cercare l’amore e il futuro forse non sapeva che i filosofi stavano cercando proprio nei volti le nuove tensioni della verità per arginare quel mare d’angoscia di cui lui stesso parlava (Forse un tema più lontano di me si chiude nel mare della mia angoscia.) e che ancora oggi tragicamente persiste nel nostro tempo, nelle nostre vite.
Isera, marzo 2024
Mario Cossali