Videosorveglianza «rispettosa» con le telecamere Antares

Presentate in Confcommercio le telecamerte le cui riprese rimangono oscurate fino a disposizioni precise da parte degli inquirenti

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Il Protocollo Ant@res, che è stato presentato stamattina nella sede di Confcommercio Trentino, offre un sistema di videosorveglianza particolarmente efficace ma assolutamente rispettosa delle norme sulla privacy.
Semplificando un po’ il funzionamento, il protocollo prevede l’installazione di programmi di cifratura direttamente sulle telecamere adibite alla videosorveglianza, oscurando le immagini fintantoché non vi sia una esplicita richiesta degli organi inquirenti, successiva ad episodi di acclarata o presunta illegalità.
Le conseguenze di questa particolarità rendono il sistema di videosorveglianza assolutamente rispettoso delle più rigide normative sulla privacy – anche in ambito di videosorveglianza in presenza di personale dipendente – tanto da meritarsi la possibilità di essere presentata (con ottimi riscontri) alla commissione Privacy by Design del Pentagono e del Ministero della Difesa degli Stati Uniti.
La chiave di cifratura delle immagini - questa è la forza del sistema di «cifratura asimmetrica» - è custodita presso un Ente certificatore terzo e indipendente, che le rende disponibili (soltanto per le telecamere interessate dall’evento e in un determinato orario) soltanto su richiesta delle Forze dell’Ordine.
 
Le applicazioni del Protocollo Ant@res presentate stamane a Trento riguardano una serie molto ampia di impieghi: dalla filiera alimentare alle costruzioni, dalle banche ai negozi, dagli asili e scuole fino alle case di cura.
Le telecamere del sistema, inoltre, sono anche «intelligenti», nel senso che riescono a individuare particolari situazioni che si verificano entro il loro raggio di ripresa e sono in grado di avviare specifici protocolli.
È questo il caso, ad esempio, di principi d’incendio, di tentativi di rapina a mano armata e di molti altri utilizzi.
I relatori - Marco Carbognani e Vincenzo Corradi di Ant@resolution - hanno posto in particolare l’accento sulla possibilità di impiegare il Protocollo per la videosorveglianza in ambito lavorativo senza la lesione di diritti dei lavoratori in materia di privacy; il sistema, infatti, non è invasivo e non consente la visualizzazione delle riprese se non in presenza di reati o di ipotesi di reato. Il medesimo principio, inoltre, consentirebbe (è atteso in merito un pronunciamento del Garante che dovrebbe confermare tale interpretazione) la conservazione del materiale cifrato per tempi superiori alle attuali 24 o 48 ore, arrivando addirittura ad un massimo di 90 giorni: un tempo sufficientemente ampio tale da ottimizzare ulteriormente i benefici del Protocollo, a tutto vantaggio della sicurezza del territorio controllato dalle varie telecamere.