Pedofilia online – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Un fenomeno in aumento. Quando mettere in atto programmi di educazione capaci di dare strumenti ai piccoli per proteggersi da questi pericoli della rete
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Vent’anni, solo 20! Un adolescente il giovane trentino arrestato la settimana scorsa per detenzione nei suoi dispositivi di una notevole quantità di materiale pedopornografico, raccapricciante.
Fatichi a capire perché un ragazzo non ancora uscito da quella fase complessa dell’adolescenza che cerca di dare risposta alla domanda «Chi sono?» finisca per navigare in acque oscure, torbide, pericolose.
Ti chiedi se è una ricerca di senso o invece un continuo rischiare perché mancano gli strumenti per gestire i pericoli e l’assenza di «bussole» educative.
A vent’anni dovresti sapere che raccogliere, detenere, scambiare materiale pedopornografico è un reato.
Ma non è così e non basta conoscere l’esistenza delle leggi per rispettarle.
Dietro l’arresto di questo ventenne c‘è il segno allarmante di una piaga sociale profonda che, sempre più precocemente, fa vittime e carnefici.
Perché di questo adolescente, potremmo pensare sia un predatore se lo immaginiamo impegnato sul mercato della pornografia infantile ad adescare piccoli e sottoporli a ricatti per produrre video a sfondo sessuale.
Ma potremmo anche pensarlo preda e vittima, catturato a sua volta da altri predatori, violato nella sua intimità, già abusato e ferito.
Perché sappiamo che in rete possiamo essere ora l’uno e ora l’altro e che per lasciare segni o generare danni psicologici, bastano anche solo le immagini e i video infernali di violenze e sevizie di adulti sui minori o attività sessuali con gli animali di casa.
Bastano quei pedofili online che filmano, vendono e fanno girare materiale pedopornografico per danneggiare bambine e bambini.
Ho incontrato anch’io un paio di ragazze adescate in rete con questo grooming perverso e per un tempo lungo tenute al “guinzaglio” dal pedofilo che le ricattava con l’illusione di un’amicizia vera.
Le ho conosciute dopo qualche anno di inganni, apparentemente ignare di aver avuto a che fare con un adulto che si spacciava per coetanea e con la quale poter fare «giochi» un po’ strani, giusto per passare il tempo e vincere la solitudine di una casa vuota soprattutto di attenzioni.
A una c’è voluto un lungo aiuto per superare il trauma di quell’esperienza distruttiva e resa «invisibile» dalle sottili e insistenti minacce del pedofilo.
Dice don Fortunato di Noto, presidente e fondatore di Meter, l’Associazione che da anni sfida la pedocriminalità e con cui in passato ho condiviso esperienze e progetti: «La pedofilia online rappresenta una gamma di delitti tra i più efferati!».
Aggiungo io, leggendo i dati ufficiali, un fenomeno in continua crescita perché dal 2022 pare aumentata del 137% la circolazione di immagini di abuso su minori di sesso maschile e in crescita (+60%) la pedopornografia con bambini di età 7-10 anni.
Chiediamoci allora quanto vogliamo ancora aspettare a far crescere la competenza della media education negli adulti, di cui ad esempio il 67% non sa ancora cosa sia il «sexting» praticato invece abitualmente dai minori e quando mettere in atto programmi di educazione capaci di dare strumenti ai piccoli per proteggersi da questi pericoli della rete?
Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - Docente di psicologia delle età della vita
www.iovivobene.it