Trentino, la sfida per rilanciare produttività e competitività

Provincia di Trento: il valore delle ore lavorate calato sotto la media europea

«La crescita del Pil per il nostro sistema economico è un obiettivo strategico. Uno stimolo per continuare a migliorare le politiche pubbliche arriverà dal percorso che prende oggi avvio, per il quale ringrazio i partner coinvolti, a partire da Ocse, Banca d’Italia, Università e FBK. È evidente che per ragionare su come aumentare la produttività e la competitività, risulta fondamentale confrontarsi con le tendenze in atto, dal calo demografico a quello delle risorse. Non si può non fare riferimento alle nuove tecnologie, alla revisione dei processi produttivi verso una crescente automazione, alle trasformazioni del mercato del lavoro. Prospettive di lungo respiro, sulle quali il sistema Trentino è chiamato a confrontarsi per interpretare con successo la sfida del benessere presente e futuro, in un cammino nel quale non mancherà il sostegno della Provincia autonoma di Trento».
 
Così l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, all’evento di lancio nella sede di piazza Dante, del Coordinamento provinciale per la produttività e la competitività del Trentino 2023-2025. L’organismo coinvolge i partner del territorio e i portatori d’interesse e ha il compito di effettuare analisi sulla produttività della provincia di Trento, anche con un report annuale, allo scopo di proporre politiche pubbliche basate su questa analisi e promuovere momenti di discussione e confronto scientifico.
La presentazione, oggi nella sede di piazza Dante, ha chiamato a raccolta oltre una sessantina di persone, con i rappresentanti di Ocse, Banca d’Italia, Università di Trento con i dipartimenti di Giurisprudenza, Economia e Sociologia, Agenzia del lavoro, ISPAT, FBK, nonché di sindacati e associazioni di categoria.
 
Ai lavori hanno partecipato, fra gli altri, Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia, che ha parlato dell’avvio dell’organismo previsto dalla legislazione provinciale, Roberto Torrini, economista del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, e Enrico Tundis, ricercatore dell’Istituto di Statistica della provincia di Trento (ISPAT), con la chiusura affidata a Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia autonoma di Trento.
Il Coordinamento, affidato al Centro Ocse di Trento, fa riferimento a due gruppi, il gruppo degli stakeholder (sindacati, associazioni di categoria, istituzioni) e il comitato scientifico che ha funzione analitica di produrre gli studi e le analisi, con le eccellenze del sistema di ricerca della provincia: oltre all’Ocse, Banca d’Italia, FBK-IRVAPP, Camera di commercio, ISPAT, Università di Trento.

L’orizzonte è triennale, con l’obiettivo di produrre ogni anno un rapporto analitico focalizzato su tematiche specifiche. Il primo report è atteso per dicembre 2023.
L’ISPAT ha presentato il progetto di ricerca, sviluppato nel corso del 2022, nel quale è stata realizzata un’analisi approfondita della produttività e competitività.
L’obiettivo del progetto è quello di descrivere, attraverso un sistema organizzato di dati e indicatori, le caratteristiche strutturali del sistema economico locale, le performance settoriali, sia in termini dinamici che in confronto con alcuni territori. Un lavoro che potrà costituire la base di riferimento per i lavori e le ricerche del Coordinamento e per orientare al meglio le politiche pubbliche sul tema.
 
Dal punto di vista dei dati, il Trentino registra una situazione con luci e ombre.
La produttività della provincia è infatti cresciuta fino al 2000, mantenendo valori superiori sia alla media europea che italiana (43 euro per ora lavorata nel 2000, contro i 41 del resto d’Europa e i 37,5 del resto d’Italia). Per poi rallentare nel corso del nuovo millennio, con un appiattimento della curva che ha seguito - pur con valori superiori - l’andamento italiano e non quello della media europea che è invece cresciuta in modo più marcato. Il Trentino registra per il 2022 un valore di 46 euro per ora lavorata, contro i 48 euro della media europea e i 38 della media italiana.