Un salvagente alla burocrazia in agguato anche ai tempi di Covid

Hai fatto il vaccino e il richiamo, ma vogliono anche il tampone. Cintura e bretelle?

Riportiamo la storia di un giovane che, ligio alle regole, si trova coinvolto nel solito intreccio di gabole fatte per complicare la vita.
Alla faccia della semplicità.
Un giovane di Trento decide di andare in Germania a trovare la fidanzata. Visti i problemi creati dalla pandemia, si fa vaccinare.
Riceve il primo vaccino e poi il secondo. Gli arriva per SMS il codice che gli permette di scaricare il Green Pass. Lo carica nel cellulare e lo stampa in cartaceo.
Acquista un biglietto aereo low cost e si prepara a partire per l’aeroporto di Bergamo.
A quel punto la fidanzata lo avvisa che in Germania gli chiederanno anche il tampone valido, cioè fatto non più di 48 ore prima.

Non capisce perché e si informa. Gli rispondono che la persona può essere considerata «vaccinata» solo se sono passate almeno due settimane dalla seconda inoculazione. Sono passati solo 13 giorni, quindi dovrò farsi il tampone.
Telefona alla sua farmacia, che gli risponde di non svolgere questo servizio. Però gli fornisce il nome di due farmacie cittadine attrezzate in tal senso.
Telefona alla prima delle due, che risponde affermativamente. Però lo avvisa che serve anche la prescrizione medica. Non può averla per tempo e cerca un’altra soluzione.

Telefona a un ospedale privato di Trento, il quale risponde che lo fanno solo per i propri pazienti.
Allora telefona a un noto laboratorio di analisi. Gli viene risposto di sì, ma c’è un problema. Poiché parte di domenica, il tampone deve farlo non prima del venerdì precedente. E dato che il responso gli viene dato solo il lunedì, deve trovare un’altra soluzione. Quindi tamponi non possono essere fatti di venerdì: scadono prima di essere consegnati al paziente.
La soluzione la trova in uno studio medico cittadino. Prende l’appuntamento e si reca quel venerdì per averlo valido la domenica in cui sbarcherà in Germania.
Va tutto bene, a parte il prezzo: 40 euro. Poco meno del costo del volo low cost… Calcolando che vale due giorni, si parla di 20 euro al giorno. Se lo si adopera con una certa assiduità è una soluzione impraticabile.

Pazienza. Quella domenica va dunque all’aeroporto di Orio al Serio. All’imbarco gli chiedono il Green pass. Lo mostra. Va tutto bene.
Arriva in Germania. Esce dall’aereo. Estrae Green pass e risultato del tampone. La polizia tedesca non guarda nulla e lo fa passare.
Sic transit gloria mundi.
Speriamo che la pandemia passi in fretta perché, unita alle ridicolaggini burocratiche, si potrebbe annegare tutti in un mare di… cavolate.