Lo sportello sicurezza di Confcommercio – Di M. D. Bornancin

L’importante novità è un punto di riferimento per le imprese del terziario trentino

Mario Garavelli.

Dopo il punto di vista del Presidente dei Giovani imprenditori del Terziario, con l’intervista che segue, entriamo nel vivo delle ultime novità organizzative della Confcommercio Trentino.
Confcommercio, con le categorie che rappresenta, risponde a tutte le esigenze degli imprenditori del Terziario trentino.
Un’esperienza quella, di quest’organizzazione strutturata che dura da oltre cinquant’anni e che ha contribuito significativamente alla crescita e sviluppo, e all’innovazione del sistema economico locale.
Diciamo, con certezza, che attraverso Confcommercio il territorio trentino si è sviluppato in termini economici e di qualità nel sistema imprenditoriale.
 
Il terziario, considerato vitale per le città e per le periferie, trova sempre in Confcommercio non solo un punto di riferimento ma servizi, assistenza, formazione per le numerose piccole e medie imprese operanti in tutto il territorio.
Una realtà che ha vissuto e vive a fianco delle imprese associate, che copre l’intero patrimonio imprenditoriale del terziario e che riguarda i comparti dei grossisti, del commercio al dettaglio, delle attività di servizio, dei panificatori, degli albergatori, dei ristoratori, dei pubblici esercizi, del turismo ricettivo, degli uffici di viaggio e turismo, degli agenti e mediatori d’affari, degli amministratori condominiali, degli agenti e rappresentanti di commercio, dei tabaccai, degli autotrasporti.
 
Un insieme di uffici, con funzionari capaci che sono costantemente a disposizione degli operatori e imprenditori di tutti questi settori, uno spaccato di come il sistema produttivo trentino evolve, rimanendo al passo con i tempi creando nel contempo innovazione e occupazione.
Di recente Confcommercio ha potenziato la propria struttura con lo «Sportello Sicurezza» non solo per rispondere a un tema di attualità, ma per concretamente aiutare le imprese spesso colpite da fenomeni di criminalità che si infiltrano nelle sedi aziendali e anche tra gli operatori.
 
Una manifestazione che per certi aspetti interessa le varie zone e le comunità del Trentino, che produce differenze, inventariali nei bilanci aziendali.
Una forma d’illegalità che oggi non può essere sottovalutata, ma che richiede conoscenza delle particolarità del fenomeno e azioni congiunte (pubblico–privato) orientate alla sicurezza complessiva del sistema imprenditoriale.
Per meglio capire la nuova struttura dello «Sportello Sicurezza» abbiamo incontrato il referente, dott. Mario Garavelli, che ha risposto ad alcune domande in merito.
 

Confcommercio.
 
Dott. Garavelli, come referente dello sportello sicurezza di Confcommercio Trentino, cosa può dire di questa iniziativa, com’è strutturata, da quanto tempo opera e quali sono le attività per le situazioni di sicurezza aziendale e imprenditoriale?
«Lo Sportello Sicurezza di Confcommercio Trentino opera in sede da due anni circa. L’attività è molteplice. Una parte è dedicata all’analisi della sicurezza per categorie e territorio, poi vi è tutta l’attività di assistenza dedicata ai soci e loro famiglie.
«Chi ha un problema ed è titubante per qualche motivo a rivolgersi alle Forze dell’Ordine, può mettersi in contatto con lo Sportello Sicurezza e assieme si cerca di risolverlo, mediante consigli o proponendo il caso alle autorità con assistenza mirata.
«Tante poi sono le segnalazioni anonime, di chi non vuole apparire in prima persona; su queste lavoriamo in stretto contatto con i settori preposti, facendole pervenire a chi spetta.
«In Confcommercio esiste un Comitato Sicurezza con un tavolo di lavoro, lo Sportello Sicurezza ne è il braccio operativo.»
 
I settori di Confcommercio come hanno reagito a questa novità, tra le prime esperienze a livello nazionale?
«Lo sportello Sicurezza, come archetipo nazionale ha suscitato molto interesse. Confcommercio Trentino ha inviato alle sedi centrali e periferiche il progetto di attivazione e so che sono nati altri sportelli analoghi al nostro in altre Regioni e Provincie.»
 
Gli operatori dei negozi, dei pubblici esercizi, delle imprese del terziario, come vivono in questo periodo quelle forme di criminalità che vanno dai furti, allo scasso e ai danneggiamenti delle attrezzature e arredi delle proprie aziende?
«In questo specifico periodo di pandemia è palese come certa criminalità abbia limato le attività, altri episodi criminogeni sono invece aumentati, come le infiltrazioni mafiose. In periodo normale la risposta dei soci è stata di grande soddisfazione.
«Un servizio a loro dedicato come lo Sportello ha indubbiamente incrementato nei soci il senso e la percezione della sicurezza, sapendo che si può contare sull’appoggio e l’assistenza gratuita di un ufficio preposto a qualsiasi bisogno che sia attinente, appunto, alla sicurezza.»
 
Quali sono le forme di collaborazione instaurate dai vostri uffici con le Forze dell’Ordine e le altre organizzazioni pubbliche e private che si occupano di sicurezza alle imprese?
«Per quanto attiene alle Forze dell’Ordine, la collaborazione è consolidata, i casi sono indirizzati secondo la specialità, alla Guardia di Finanza, alla Polizia, ai Carabinieri. In prevalenza, data la natura dell’Associazione, lavoriamo con la Guardia di Finanza.
«Con le altre organizzazioni sostanzialmente lo Sportello fa da ponte tra chi si occupa di sicurezza ad alto livello, quindi parliamo di Security Manager Certificati e settori che studiano nuove tecnologie, come app dedicate e le autorità locali, allo scopo di promuovere tavoli di lavoro finalizzati a incrementare la sicurezza.
«Stiamo anche prevedendo una collaborazione con l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, di cui faccio parte, per utilizzare i loro volontari ad incremento della vigilanza pubblica. È un lavoro titanico, ma a poco a poco ci stiamo arrivando.»
 
Dal suo osservatorio quali sono i dati e le indicazioni che emergono dal sistema di monitoraggio attivato in tale settore?
«Più che un sistema di monitoraggio costante di nude proiezioni, che lascia il tempo che trova e incide poco sull’efficacia operativa, si genera un report annuale sulla base dei casi affrontati.
«Ovviamente, data l’estrema delicatezza e sensibilità dei dati, è privo di riferimenti. Si predilige per contro l’analisi delle situazioni territoriali, anche quartiere per quartiere, e in conformità a questo si riporta il problema alle autorità competenti, offrendo il supporto per cercare di risolverle.
 
A cura di Bornancin Daniele Maurizio