Azzerati gli organi amministrativi della Cooperazione trentina

La ex presidente Mattarei: «Si è squarciato il velo dell'ipocrisia» – Gli ex consiglieri: «Mattarei non riusciva a fare sintesi» – L'incompatibilità istituzionale di fondo

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Signora Mattarei, abbiamo l’impressione che la sua elezione alla presidenza della Cooperazone trentina sia stato un errore di percorso dell’establishment della Federazione. È così?
«Temo che sia proprio così, – ci risponde. – Sono stata isolata scientificamente dal CdA.»
L’argomento non è cosa da poco, dato che un trentino su tre è in qualche modo legato alla cooperazione. E quanto successo in questi giorni nella Cooperazione trentina è un fatto senza precedenti.
Prima c’è stata la dimissione di tre consiglieri del Credito cooperativo, poi quelle di Spagni e infine dell’intero CdA. In seguito alle quali si è dimessa anche la presidente.
Una vera e propria rivolta del CdA contro il presidente non gradito. I primi sono espressione dei consorzi di secondo grado, la seconda viene eletta dall'Assemblea dei soci.
 

 
Stamattina c’è stata una doppia conferenza stampa in Federazione. Alle 10 quella della ex presidnete e alle 12 quella degli ex consiglieri di amministrazione.
Ovviamente le versioni delle due sponde sono state decisamente opposte.
Marina Mattarei ha avuto l’opportunità di parlare per prima, mentre i consiglieri dimissionari hanno potuto controbattere alle dichiarazioni della ex presidente.
Il dissidio è stato sostanzialmente di metodo, è stato detto dagli ex consiglieri, in quanto i poteri sono demandati all’intero CdA, mentre la presidente non sarebbe mai riuscita a fare sintesi delle varie soggettività.
 

 
Ma a nostra impressione è che la presidente non piacesse ai consiglieri. Un errore di percorso, insomma.
Mentre la prima è stata eletta dall’Assemblea, gli altri hanno alle spalle una lunga militanza in CdA.
«Ho speso la mia personale credibilità certa di avere alle spalle un'organizzazione compatta, dei consiglieri che mi appoggiavano. – Ha commentato Mattarei. – E invece l’Istituzione è stata umiliata nella riforma del ramo cooperativo. Ero certa che mi avrebbero appoggiata e invece mi hanno abbandonata. Hanno inviato comunicati alla stampa col preciso intento di non riconoscere questa presidenza e il mandato assembleare.
«Ho cercato di lasciare sullo sfondo la dimensione personale, ma ho subito molti attacchi personali che mi hanno ferita.
«È un momento doloroso, che però almeno ha squarciato il velo dell'ipocrisia.»
 

 
Alle 12, come abbiamo detto, c’è stata la replica degli ex consiglieri Preghenella, Castaldi, Monfredini, Carli, Fontanari e Cipriani, che ovviamente non sapevano che cosa avesse detto la ex presidente.
«Ci onora che Mattarei ci consideri poteri forti, – hanno commentato quando i giornalisti hanno riferito i punti chiave della conferenza precedente. – Ma in sostanza con lei non si riusciva a portare avanti nulla, nemmeno la stesura dello statuto.
«Mattarei si credeva sola al comando e alle nostre istanze non riusciva a fare sintesi. – Hanno aggiunto. – L’incipit della crisi è stato l’abbandono dei consiglieri del credito, ma si è trattato solo della goccia che ha fatto traboccare il vaso. Proprio con lei non ha funziona il lavoro di gruppo.»
Pesante il commento della Monfredini: «L’accusa che ci ha rivolto di esserci dimessi senza mandato dei nostri soci ci sembra un'argomentazione quasi eversiva.»
 

 
Il nocciolo della questione rimane il cambiamento in atto nel mondo del Credito Cooperativo. Le fusioni in corso e soprattutto i passi nazionali di Cassa Centrale Banca hanno spinto il credito a fare passi al di fuori della Cooperazione. Mattarei è sempre stata favorevole al progetto di Fracalossi, ma per lei il credito locale è una voce imprecindibile nello scenario della cooperazione trentina.
Con la presidente dimissionaria c’erano anche i consiglieri Tomasi e Facchinelli, che sostengono l’operato di Marina Mattarei.
 

 
Ora la prassi vuole che sia il collegio sindacale a gestire la crisi. fino a giungere all'elezione di un organo amministrativo.
I tempi portano al prossimo mese di maggio, forse giugno.
Dato che i consiglieri verranno espressi dai consorzi di secondo grado, mentre il presidente verrà eletto dall’assemblea, è immaginabile che si ripeta la formazione del consiglio uscente.
Mattarei infatti ha fatto capire che potrebbe ricandidarsi.
Però è probabile che da questa vicenda sia nato un preciso insegnamento.

GdM