Orrore senza fine, stavolta in Egitto: è guerra di religione

Dei banditi hanno fermato autobus di cristiani copti e li hanno falciati a colpi di mitra: uccise 35 persone «perché non si erano convertite»

Comunque la si voglia vedere, si tratta di una guerra di religione. Una guerra sanguinosa che pare non debba finire mai.
Stavolta è accaduto in Egitto, paese che vuole garantire la libertà di culto.
Una banda di una decina di persone ha teso un agguato a un convoglio di autobus che stavano trasportando dei cristiani copti di Menyah, provincia a sud del Cairo, al monastero di Anba Samuel.
I banditi hanno fermato i bus e hanno aperto il fuoco sui passeggeri.
Una carneficina: 35 morti e altrettanti feriti. La cifra non è confermata, ma ci pare comunque spaventosa.
 
Per tutta risposta, il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha convocato una riunione straordinaria con i vertici della sicurezza egiziana.
Le forze speciali egiziane hanno bloccato tutti punti d'ingresso e di uscita da Menyah, per impedire al commando di fuggire.
Gli assalitori sarebbero arrivati a bordo di tre auto. L'attentato non è ancora stato rivendicato.
I feriti sono stati trasportati presso l'ospedale di Maghagha, nella stessa provincia di Menyah. Alcuni di essi sarebbero gravi.
Il parroco della chiesa copta San Mina a Roma, padre Antonio Gabriel, ha dichiarato di essere informato che gli assassini hanno anche rubato soldi e oro alle vittime.
Secondo il prete, i banditi avrebbero chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero salvati, ma i pellegrini hanno rifiutato e così sono stati uccisi.