Chiuso per 8 giorni «Caffè34» di Piazza Duomo a Trento
L'ordinanza del questore di Trento decisa in seguito a «ripetuti episodi di irregolarità»
Nella mattinata di oggi, personale della Polizia Amministrativa della Questura ha dato esecuzione all’ordinanza del Questore di Trento con la quale è stata disposta la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande per otto giorni, presso l’esercizio commerciale denominato «Caffè34» ubicato in piazza Duomo nr. 34.
Il provvedimento cautelare si è reso necessario a seguito di ripetuti episodi di irregolarità amministrative e situazioni di disturbo alla pubblica quiete, dovute in particolare allo svolgimento di attività sonore oltre gli orari consentiti e alla presenza di giovani, tra cui diversi minori attirati dalla somministrazione di alcolici e reiterate sanzioni di natura sia amministrativa che penale contestate all’esercente ed al personale dipendente per mancata esposizione del divieto di fumo, per diffusione sonora oltre i limiti e gli orari consentiti nonché per somministrazione di alcolici a minori di anni 18 e di anni 16.
Inoltre in conseguenza di numerose segnalazioni e richieste di intervento per schiamazzi perduranti sino al primo mattino, per rissa, per un episodio di intimidazione e minacce a danno dei dipendenti di una limitrofa struttura ricettiva ed infine per ripetuti episodi di assembramenti di avventori con mancato rispetto delle disposizioni di contenimento e gestione dell'emergenza sanitaria da COVID-19, in un complessivo contesto che evidenzia come l’esercizio funga da catalizzatore e da punto di riferimento di persone che apertamente violano misure di prioritaria importanza, poste a tutela dell’ordinato svolgimento della vita sociale e della sicurezza pubblica, intesa nella sua più ampia accezione.
Da ciò, la necessaria determinazione del Questore che, con specifiche intenzioni dissuasive rispetto a tali condotte, evidenzia il massimo livello d’attenzione finalizzata a contrastare ed infrenare fenomenologie che, se non debitamente arginate, rischierebbero di sfociare in derive degenerative di grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica.