Nevica, è manna per le campagne: «sotto la neve il pane»
È il commento di Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, che richiama un adagio dei nostri vecchi
L’arrivo della neve è una manna per le campagne colpite dalla siccità dopo un lungo periodo di caldo anomalo che ha provocato i primi segnali di deficit idrico che, accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, hanno fatto scattare l’allarme.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’arrivo della perturbazione con l’allerta meteo della protezione civile su alcuni settori di Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Toscana.
Importante è però – sottolinea la Coldiretti – che il cambiamento climatico sia progressivo senza ondate di freddo estremo e gelate improvvise ma anche manifestazioni violente che distruggono le coltivazioni e le infrastrutture.
Le precipitazioni – precisa la Coldiretti – sono importanti per ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni asciutti.
La pioggia però deve cadere – continua la Coldiretti – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.
L’arrivo della neve in questa stagione – precisa la Coldiretti – aiuta l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino «sotto la neve il pane», perché garantisce acqua alle campagne.
Mentre il freddo è necessario per fermare le popolazioni di insetti, dannose per le colture, che potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera.
La situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola dal Piemonte alla Sicilia. Sulle Alpi torinesi manca l’80% della neve necessaria per creare le scorte idriche per consentire alle coltivazioni di crescere mentre in Sicilia le precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – sono state le più scarse da oltre cento anni nel secondo semestre dell’anno secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale.
La svolta climatica è dunque una necessità – continua la Coldiretti – dopo un 2023 bollente segnato da precipitazioni sotto la media ma con circa 9 eventi estremi al giorno che hanno provocato oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture con grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento.
«L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli, – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
«Un obiettivo che – continua Prandini – richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm.
«Servono – conclude Prandini – investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno.»