G.A.T., «Un pennello come arma» – Di Daniela Larentis
In mostra dal 20 al 30 maggio 2022 a Torre Mirana, Trento, le opere di Enrica Buratti, Rosanna Camurri, Wilma De Nadai, Michela Galione e Biancamaria Zambiasi
Enrica Buratti e Wilma De Nadai.
A Trento è in corso la mostra dal titolo «Un pennello come arma» del Gruppo Acquerellisti Trentini (G.A.T.), associazione nata nel 1998 con il preciso scopo di promuovere la conoscenza e la diffusione dell’acquerello.
Inaugurata lo scorso 20 maggio presso la Sala Thun, Torre Mirana, sarà visitabile fino al 30 maggio 2022 nei seguenti orari di apertura: lunedì-sabato 10-12.00 e 15.30 -18.30 | domenica 10-12.00 (entrata libera).
Protagoniste di questa bella esposizione cinque apprezzate artiste: Enrica Buratti, Wilma De Nadai, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione, Rosanna Camurri, Michela Galione e Biancamaria Zambiasi.
Ognuna di loro ha sviluppato nel tempo il proprio stile; ciò che le accomuna è la padronanza della tecnica, la passione per una pittura dove i pigmenti si mescolano sapientemente all’acqua, dando vita a pennellate di pura poesia.
Come abbiamo in altre occasioni ricordato si tratta di una tecnica difficile, in quanto non permette errori né correzioni.
Un linguaggio, quello dell’acquerello, antico ma anche contemporaneo: la rapidità d’esecuzione delle opere richiama l’idea di un mondo in rapido mutamento, un mondo dove si moltiplicano le libertà illusorie, dove si assiste progressivamente alla disgregazione delle comunità sociali, un mondo in cui le persone si sentono sempre più sole, oppresse da un senso di precarietà diffusa, un mondo devastato dai conflitti; la trasparenza sembra invece suggerire leggerezza, una tranquillità di spirito, una pace tanto difficile da raggiungere anche se fortemente desiderata.
Inaugurazione mostra G.A.T. alla presenza del sindaco di Trento.
È proprio questo il senso della mostra dal titolo emblematico: invitare a una profonda riflessione su ciò che sta accadendo, veicolando al contempo un messaggio di fiducia in un futuro possibile.
Abbiamo vissuto anni difficili a causa della pandemia, vicino a noi è in corso una guerra, tante sono le preoccupazioni che toccano tutti, molto più da vicino di quanto si sia disposti ad accettare.
I quadri in mostra ci raccontano di momenti felici, catturano la bellezza di paesaggi incantati, ma narrano anche altre storie.
In particolare, l’opera «Per l’Ucraina» di Wilma De Nadai è, come evidenzia la stessa pittrice, un’esortazione a non abbandonare la speranza, un invito a meditare sulla brutalità della guerra.
Spiega Enrica Buratti che il Gruppo ha sempre affrontato tematiche diverse attraverso le numerose collettive che si sono susseguite negli anni. L’intento della collettiva è quello di trasmettere un’idea di bellezza e serenità, portando conforto, infondendo speranza, l’arte del resto può servire anche a questo, la sofferenza può trovare nell’arte un rifugio.
Alcune brevi note biografiche sulle artiste in mostra, prima di spendere un’ultima riflessione sul tema affrontato.
Enrica Buratti, Presidente del G.A.T.
Enrica Buratti è una stimata pittrice che ha seguito nel corso degli anni svariati corsi di disegno e pittura con diversi insegnanti non solo trentini, partecipando a numerose collettive; la sua è una personalità eclettica: ex insegnante di lettere, si occupa da sempre di eventi culturali (fondatrice e presidente fino a qualche anno fa del Circolo Culturale Cognola), oltre a dipingere scrive in prosa e poesia; ha ricevuto numerosissimi premi e riconoscimenti in concorsi letterari, è presente in molte antologie con poesie e racconti e con un suo capitolo nel libro da lei promosso, «Il vento della storia. Ritratti di famiglia a Villa Clementi, autori Festi-Merker».
Fra le sue pubblicazioni citiamo due libri di versi «Foglie di stagioni diverse»; «L’incantato respiro del mondo», un libro storico-fotografico «Tante immagini e una storia. Cognola e il ’900»; «Genere FEMMINILE Numero PLURALE – Racconti… e non solo».
Wilma De Nadai - Per Ucraina.
Wilma De Nadai, nel Consiglio Direttivo fin dal 1998, è sempre stata molto attiva nella vita associativa del Gruppo, donando il suo tempo e le sue competenze con grande generosità (da 20 anni fa parte anche del Gruppo Belle Arti «La Fontana» di Gardolo, entrando nel Direttivo).
Comincia giovane a dipingere come autodidatta, nel 1997 approfondisce l’acquerello seguendo i corsi della pittrice Lina Pasqualetti Bezzi, integrati con altri di disegno, ornato e storia dell’arte.
Partecipa poi a diversi corsi con gli artisti Reinhard Ploner ed Elena Pircali.
Conta al suo attivo numerose collettive e personali, in Italia e all’estero. Alcune sue opere sono visibili in alcune sale comunali del Trentino.
Rosanna Camurri - Notturno a Castel Toblino
Rosanna Camurri, cresciuta a Modena, vive da molti anni a Trento.
La pittura è sempre stata un suo sogno nel cassetto che ha potuto arrivata a un certo punto della vita realizzare, frequentando i corsi di pittura di insegnanti anche trentini, sperimentando le tecniche dell’olio, del pastello e dell’acquerello.
Ha preso parte a numerose mostre collettive in Trentino e in Italia.
Biancamaria Zambiasi - Profumo di altri tempi.
Biancamaria Zambiasi apprende la tecnica dell’acquerello con Pia Ramming, proseguendo poi con Elena Pircali e Teresa Anzelini, insegnanti di formazione steineriana.
Frequenta corsi di disegno e acquerello di Lina Pasqualetti, seminari con Reinhard Ploner e l’olandese Elisabeth van der Vliet.
Entra dall’anno della fondazione nel Gruppo Acquerellisti Trentini con il quale partecipa a numerose mostre collettive.
Michela Galione - Montagne.
Michela Galione è nata a Tripoli, in Libia, dove ha vissuto fino al 1970. Ama dipingere da sempre, prediligendo l’acquerello e partecipando a diverse mostre collettive sia con il Gruppo Acquerellisti Trentini, di cui è socia dal 2012, sia con il Gruppo Belle Arti La Fontana di Gardolo. Ha frequentato alcuni corsi di acquerello, in particolare quelli tenuti da Ploner e dall’acquerellista Baldessari.
Il tema della mostra richiama un concetto legato ai molteplici scopi dell’arte, uno dei quali può essere quello di indirizzare lo sguardo verso mondi possibili, ma anche lenire il dolore, svelando la bellezza dell’anima.
La mostra ci porta anche a riflettere direttamente o indirettamente sulla crisi collettiva che stiamo vivendo, ogni opera ci racconta qualcosa dell’autrice, ma anche qualcosa di noi stessi, perché in ogni opera esposta ognuno può trovare una traccia del proprio vissuto.
Daniela Larentis - [email protected]