«Giorno del ricordo», l’impegno a visitare i luoghi dei massacri

Oggi si celebra in tutta Italia e in Trentino la giornata per commemorare le vittime delle foibe e di contrasto a qualsiasi forma di odio razziale

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Il Parlamento italiano ha ufficialmente riconosciuto il 10 febbraio quale «Giorno del Ricordo», con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
Il Trentino non ha dimenticato tanta violenza e stamani l’assessore provinciale all’istruzione, Mirko Bisesti, ha partecipato all’incontro online della Consulta provinciale degli studenti, organizzato per rievocare i drammatici fatti storici e commemorare le vittime, in particolare coloro, tra gli esuli, che si trasferirono nell'immediato dopoguerra in Trentino.
«Il dolore della persecuzione non dovrà mai essere dimenticato e resta un monito contro le ideologie che opprimono i cittadini e annientano i diritti fondamentali della persona.»
 
L’assessore ha proposto, al pari del Giorno della memoria, l’organizzazione di viaggi sui luoghi dei massacri.
«Stiamo lavorando – ha annunciato rivolto agli studenti – con la Fondazione museo storico di Trento e le associazioni del territorio a un progetto di viaggi verso il nord orientale, così da consentire alle nuove generazioni di confrontarsi in prima persona con la storia, anche la più dolorosa e drammatica.
«Andare di persona è fondamentale perché consente di vedere, respirare l’aria dei luoghi dove sono state perpetrate queste immani tragedie.»
All’iniziativa hanno partecipato, sempre via streaming, Roberto de Bernardis, presidente dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia del Trentino, e Giuseppe Ferrandi della Fondazione museo storico del Trentino.
 
Il 10 febbraio di ogni anno, dal 2004, si commemorano le vittime dei massacri delle foibe e il dramma dell'esodo giuliano dalmata, con la giornata del ricordo.
La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia.
Anche quest’anno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare le vittime innocenti dell’odio razziale.
«Oggi esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi.
«Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza.»
 
Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, ha rivolto un pensiero anche l’assessore provinciale all’istruzione, Mirko Bisesti: «Alla brutalità dell’eccidio rispondiamo oggi con la nostra presenza che mira a rafforzare ideali quali la democrazia, la pace e la collaborazione internazionale.»
«Oggi possiamo rompere il silenzio assordante – ha continuato l’assessore Bisesti parlando agli studenti – che ha avvolto questa tragedia.
«La forza dei testimoni e degli esuli è stata determinante per far riemergere il passato e a noi spetta il compito di raccogliere il testimone.»
«Dopo anni di oblio – ha annunciato Bisesti – ora possiamo porre rimedio, partendo proprio dalla scuola. Il progetto che intendiamo realizzare è di organizzare dei viaggi sui luoghi dell’eccidio.
«A voi ragazzi – ha concluso l’assessore – spetta il compito di portare nel vostro mondo i temi che stiamo trattando, attraverso percorsi di crescita civile.»