Il Conte Federico Riserva 2020 – Di Giuseppe Casagrande
La presentazione ufficiale del nuovo gioiello dei Conti Bossi Fedrigotti avrà luogo in occasione della terza edizione del Trentodoc Festival delle bollicine
Sandro Boscaini, presidente della Masi con le contesse Isabella e Maria Josè Bossi Fedrigotti.
Alla fine dell'Ottocento era conosciuto e commercializzato - come testimonia un antico manoscritto del 1892 - con il nome di «Schampagna». Stiamo parlando delle bollicine del nobile casato roveretano dei conti Bossi Fedrigotti, famiglia che ha radici in Vallagarina da 600 anni e da oltre 300 coltiva la vite con passione e dedizione.
E sempre a proposito di bollicine vanno ricordate le storiche etichette «Champagne Valentini» del 1899 di Arminio Valentini di Calliano (uno spumante Trentodoc oggi riproposto come Riserva Arminio di Weinfeld dalla Cantina Vivallis) e lo «Champagne Giulio Ferrari» di Calceranica del 1902 (il vino icona che la famiglia Lunelli ha rilanciato con l'etichetta Giulio Ferrari Riserva del Fondatore).
Ultima curiosità. In Friuli, a Pravisdomini per la precisione (provincia di Pordenone), un altro nobile casato, la famiglia dei conti della Frattina oggi rappresentata dal conte Manlio della Frattina, produce un altro vino che ricorda lo Champagne: la «Sampagna», un blend di Marzemina Bianca e Verduzzo.
Il Conte Federico nasce da una selezione di uve Chardonnay e Pinot Nero
Ma torniamo alla famiglia Bossi Fedrigotti. Nel prossimo weekend, in occasione del Trentodoc Festival delle bollicine, il Gruppo Masi della Valpolicella che dal 2007 affianca la famiglia Conti Bossi Fedrigotti nella commercializzazione dei vini della cantina trentina presenterà l'ultimo gioiello della casa: il Conte Federico Riserva Brut 2020.
Un metodo classico che nasce in Vallagarina da una selezione di uve Chardonnay e Pinot Nero nei vigneti di poprietà della famiglia Bossi Fedrigotti. Un Trentodoc elegante e di grande personalità.
Colore giallo intenso con riflessi dorati, perlage leggiadro e persistente, bouquet fragrante di crosta di pane, scorza d’arancia e aromi speziati, al palato è elegante e raffinato con una acidità sostenuta e un invidiabile equilibrio con i sentori di mela e pesca.
Perfetto come aperitivo o per festosi brindisi, accompagna piacevolmente le crudité e le marinate di pesce, in particolare il salmone affumicato. Ottimo anche con i fritti, di verdura o di mare, pinzimonio e insalata di pollo. Prezzo in enoteca: 30 euro.
La giornalista e scrittrice roveretana Isabella Bossi Fedrigotti.
Conti Bossi Fedrigotti, la storia siamo noi: pima vendemmia nel 1697
La famiglia dei Conti Bossi Fedrigotti vanta una storia plurisecolare. È radicata in Trentino, a Borgo Sacco (Rovereto) per la precisione, da 600 anni e da più di 300 produce vino, tramandando la passione per la propria terra e per i caratteristici vini che esprimono gli aromi e i sapori delle Dolomiti. Oggi è una delle realtà vitivinicole più importanti ed estese del Trentino: 40 ettari di vigneti distribuiti nelle tre tenute di Maso San Giorgio (Rovereto), Fojaneghe (Isera e Mori), Sant'Antonio (Pomarolo).
La prima vendemmia è del 1697, ma la grande innovazione è del 1961 quando il conte Federico, figura lungimirante, un visionario ante litteram, padre degli attuali proprietari, creò con l'enologo Leonello Letrari il primo uvaggio in stile bordolese prodotto in Italia: il mitico Fojaneghe, un blend di uve Cabernet e Merlot. Al suo nome è dedicato lo spumante della famiglia Bossi Fedrigotti: il Conte Federico Trentodoc Riserva Brut.
Per secoli la famiglia Bossi Fedrigotti ha tramandato alle generazioni che si sono succedute nel corso dei vari periodi storici la passione per la propria terra e per la viticoltura.
E il risultato è testimoniato dai grandi vini (bianchi, rossi, spumanti) che continuano ad emozionare i wine lover. Vini che esprimono attraverso gli aromi e i profumi del terroir dolomitico.
Questo patrimonio, simbolo della nobile tradizione enologica trentina, ora è valorizzato in tutto il mondo dall’esperienza del Gruppo Masi che dal 2007 affianca i Conti Bossi Fedrigotti nella commercializzazione dei vini della maison roveretana.
Il manoscritto del 1892 con la citazione del vino Schampagna.
Isabella Bossi Fedrigotti: «Quando papà tornava dai campi e dalla cantina»
«Il vino, ma ancora più le vigne fanno parte della nostra vita» racconta la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, figlia del conte Federico. «Le vigne ci sono sempre state, elemento naturale, in un certo senso, per la nostra famiglia. Tanto più naturale in quanto anche tutte le altre famiglie della zona avevano vigneti, più o meno estesi e quindi dentro e fuori casa era normale che se ne sentisse parlare in continuazione».
«Sembrava che la vita dipendesse dalle viti, e così era, in effetti. E la stoffa di cui era fatta questa vita andava in scena, per lo più, a tavola, quando alla sera il papà tornava dalla cantina e dai campi. Il suo volto preannunciava l’umore, strettamente dipendente dall’andamento di vino e vigne. E solo più tardi, negli anni, abbiamo capito che il suo tendenziale pessimismo era in realtà soprattutto scaramantico per non scatenare l’invidia degli dei nei confronti della sua buona terra, del suo buon vino e del suo indefesso – e spesso fortunato – lavoro.»
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Giuseppe Casagrande - [email protected]