80 anni fa il bombardamento di Trento che distrusse la Portela
19 «fortezze volanti» appartenenti alla Mediterranean Allied Air Forces sganciarono circa 218 tonnellate di bombe. Morirono 200 civili
Il ponte San Lorenzo distrutto durante i bombardamenti nel 1943.
La strage della Portela fu il primo attacco aereo sulla città di Trento durante la seconda guerra mondiale, compiuto delle forze Alleate il 2 settembre 1943, causando circa 200 morti.
Nella stessa data anche la città di Bolzano subì il suo primo bombardamento aereo.
Alle 11:40 cadde la prima bomba e ne seguirono diverse altre fino alle 14:30.
Tale bombardamento provocò uno sconvolgimento nella popolazione dato che 19 «Fortezze volanti» (Boeing B-17 Flying Fortress) appartenenti alla Mediterranean Allied Air Forces sganciarono circa 218 tonnellate di bombe.
Tale bombardamento causò enormi danni materiali: edifici tra il quartiere di Piedicastello e via Belenzani furono gravemente danneggiati, ma il peggio toccò ai cittadini: circa 200 persone morirono sotto le bombe.
Fra le vittime di un bombardamento successivo, anche lo scultore Ermete Bonapace (che ebbe un infarto) e il pittore Gino Pancheri (che rimase ferito e morì alcuni mesi dopo).
Durante l'intero secondo conflitto mondiale, Trento fu bombardata per un totale di 80 incursioni tra il 2 settembre 1943 e il 3 maggio 1945, che causarono circa 400 vittime e 1792 danneggiamenti di edifici.
Una trentina d’anni fa mi recai al Museo «Air and Space Smithsonian» di Washington per studiare il loro sistema di informatizzazione iconografica.
Fui ricevuto al vice direttore che, gentilissimo, restò con me un’intera giornata per presentarmi il museo, dalle esposizioni ai percorsi didattici, dalla gestione dei documenti e delle immagini, dalle giacenze museali alla gadgettistica.
Quando mi fece vedere la grande quantità di videodischi di cui disponeva il museo – allora non c’erano ancora i CD – mi chiese se volessi vedere qualche immagine in particolare.
Ne approfittai e chiesi di poter visionare le fotografie dei bombardamenti di Trento.
«Non saranno belle immagini da vedere, – mi disse malcelando un certo senso di colpa. – Sicuro di volerle vedere?»
Ovviamente confermai. Scelse i videodischi sulla base delle date da me suggerite e sulle località indicate. Poi mi portò in una sala video. Col telecomando iniziò la sequenza.
Il primo bombardamento fu quello di cui oggi ricorre l’ottantesimo triste anniversario. Il 2 settembre 2023.
Mi diede il telecomando e io potei osservare i dettagli spaventosi delle esplosioni.
Qui di seguito riporto la foto più significativa.
Come si può vedere, la Stazione non venne centrata. Eppure, mi spiegò, fu registrata come missione perfettamente compiuta perché «quando le bombe cadono entro i 500 metri dal bersaglio, la missione è riuscita».
«No, – gli dissi. – Sono morte soltanto 200 persone innocenti.»
Non ribatté.
«Pensi che una dozzina di persone sono morte annegate perché si erano rifugiate in uno scantinato, dove si riversò un torrente che scorre interrato in quella zona.»
Mia zia si trovava sul ponte San Lorenzo e corse il più veloce possibile per raggiungere l’argine di Piedicastello. Poco dopo, col cuore in gola, si girò a guardare il bombardamento. Vide il ponte di ferro sollevarsi di un paio di metri, sospinto dalle vibrazioni, per poi ricadere e spezzarsi in due. Trascinò con sé alcune persone e i quattro soldati di guardia ai due lati.
Questo dettaglio lo riporto perché molti pensano che il ponte sia stato colpito da una bomba e invece cadde come effetto del bombardamento.
Il vice direttore mi regalò copia di quei videodischi. Li ho ancora, anche se la loro lettura è impossibile per via della evoluzione tecnologica che c’è stata.
Guido de Mozzi - [email protected]
La copertina del libro di Nadia Mariz che riporta i dialoghi con i sopravvissuti di allora.