Le candidature del PD: il gigante ha partorito il topolino

Un partito con il 30 percento dei voti alle provinciali del 2008 rischia di avere una rappresentanza inferiore a quella del PATT che ne aveva presi l'8 percento

Il gigante ha partorito il topolino. Anzi meno. Il Pd del segretario Michele Nicoletti, di gran lunga il primo partito del Trentino, è riuscito dell'ardua, anzi quasi impossibile impresa, di avere una rappresentanza ridotta al lumicino.
Un partito con il 30 percento dei voti alle provinciali del 2008 rischia di avere una rappresentanza inferiore a quella dei montiani ex Upt, e pari al Patt, che alle provinciali riuscì a raggranellare appena l'8 percento.
Un capolavoro che si deve al segretario che, complice la grande debolezza dovuta al fatto di essersi candidato e quindi di essere parte interessata, è riuscito a prenderle da destra e manca.
Con il corollario di aver stufato il principale, e più accreditato, candidato alla presidenza della Provincia Alberto Pacher e il rischio conseguente di perdere anche la poltrona di piazza Dante.
Nicoletti è riuscito nel capolavoro di avere un solo rappresentante sicuro a Roma che, guarda caso sarà lui.
Per il resto ha perso su tutta la linea, anche nel braccio di ferro per il collegio senatoriale di Trento.
 
Ma andiamo con calma. Prima Nicoletti non è stato fermo nelle trattative romane e ha accettato il capolista Bressa, uno dei pochi, se non l'unico, prorogati a non passare neanche per le primarie.
Del resto Bressa portava in dote al Pd il patto con la Svp. Un patto importante perché strappava le Stelle alpine alla posizione blockfrei alla quale erano tanto affezionate.
Peccato che l'accordo portasse con sé anche altre conseguenze, molto meno gradite. Perché, dopo aver accettato Bressa, che di fatto sarebbe da attribuire all'Alto Adige, Nicoletti non è stato in grado di strappare a Roma il terzo posto in lista per Elisa Filippi, grande protagonista delle primarie.
Il risultato è che dei tre posti sicuri alla Camera, uno va a Bressa, uno alla altoatesina Luisa Gnecchi e il terzo proprio a Nicoletti..
 
Al Senato per il Pd rischia di andare anche peggio. Non solo il Pd ha ceduto un collegio al candidato dei montiani senza avere nulla in cambio, ma ha anche riconosciuto al Patt il collegio più sicuro, quello di Trento, mandando Tonini a uno scorno quasi sicuro in Valsugana contro Sergio Divina.
Da ricordare che la Valsugana nelle ultime tornate è sempre andata al centrodestra.
Giacomo Santini riuscì a strapparla al ladino Beppe Detomas che sembrava strafavorito.
Quindi Tonini deve sperare di essere ripescato come miglior perdente, in caso di sconfitta.
Esito anche questo difficile, visto che di solito il miglior perdente esce da collegi più popolosi come Trento o Rovereto.
 
Ma le candidature rischiano di spaccare anche la base del partito.
Infatti sono pochi gli elettori del Pd di Trento disposti a votare per Franco Panizza, ricordando le centinaia di migliaia di euro che ha concesso agli Schützen e a cori e bande.
Ancora meno quelli residenti in Vallagarina, contenti di trovarsi sulla scheda il nome del segretario di Dellai, quel Vittorio Fravezzi che, oltre a essere sindaco di Dro e coordinatore dell'Upt, è sempre stato un fedelissimo dell'ex presidente della Provincia.
Insomma un pateracchio. Un pasticcio che rischia di essere bissato a novembre in Provincia.
 
Da mesi Nicoletti sta sponsorizzando la candidatura alla presidenza di Donata Borgonovo Re, ex difensore civico, ma digiuna di politica, con un'esperienza lontana come assessore comunale a Trento dove non ha brillato.
Nicoletti ha sempre invece criticato Alberto Pacher, vicepresidente allora e presidente adesso.
Il risultato è stato che Pacher si è ritirato per tempo dalla corsa alle elezioni provinciali.
Ha spiegato che lo ha fatto perché non condivide la linea di un Pd troppo a sinistra, ma i bene informati spiegano che in realtà non ha gradito neanche un po' le critiche del suo segretario.
Così adesso il Pd non ha un candidato per le provinciali.
Nicoletti ha detto che una volta eletto rimetterà il suo mandato all'assemblea.
Dopo potrebbero riaprirsi i giochi per le provinciali. Il nuovo segretario, Roberto Pinter, potrebbe convincere Pacher a tornare, ma intanto quanta fatica e quanti voti regalati.
 
RdT