The elevator to the heaven – L’ascensore per il paradiso degli eroi
Sta prendendo corpo la nostra idea di un grande ascensore che colleghi le Gallerie di Piedicastello al top del Doss Trento

Un po’ alla volta l’idea di fare un ascensore che collega le gallerie di Piedicastello al top del Doss Trento prende corpo.
Ne avevamo parlato già nel 2008 (vedi articolo), quando fu consegnato a Simone Veil il «Premio De Gasperi». Eravamo alle Gallerie di Piedicastello, non ancora agibili. Era stato eretto un tendone appositamente per la cerimonia.
L’idea ci era venuta qualche tempo prima ed eravamo andati a parlarne con il presidente Dellai in privato. Il quale si dimostrò immediatamente favorevole, ma con le dovute riserve del caso. Era realizzabile? Era legittimo farlo? Sarebbe stato accolto favorevolmente dal pubblico?
«Presidente, sarebbe il giusto collegamento tra le gallerie della gente comune e il top degli eroi. Un giorno anche il muro degli 11.400 caduti della grande Guerra potrebbe essere messo a dimora permanente lassù…
«Sarebbe il recupero fantastico del più bel parco della città, ormai dimenticato… Quando eravamo piccoli, ci portavano tutti i pomeriggi d’estate. Adesso sono pochissimi i giovani che lo conoscono.»
Dellai se ne convinse e decise che ci avrebbe provato.
L’indomani, 20 agosto 2008, vennero inaugurate le Gallerie di Piedicastello. Noi eravamo lì e scrivemmo un pezzo che parlava ancora dell’ascensore (vedi articolo).
Niente di particolare, ma una volta entrati nelle gallerie ci rendemmo conto che l’idea era fantastica. Le due gallerie sarebbero state il giusto percorso per condurre la gente sul top, dove riposano gli eroi.
Dellai se ne convinse. Ma intuì anche gli ostacoli.
Ma l’idea era più che fattibile. Senza citare gli ascensori dei grandi grattacieli del mondo, c’erano parecchie strutture storiche che servivano per portare i turisti in alto. Basti pensare alla torre Eiffel, all’obelisco di Washington.
Sì, quello sarebbe stato il giusto recupero delle Gallerie di Piedicastello. Avevano devastato l’antico rione per 40 anni, adesso sarebbero servite per rivalutarlo, per renderlo famoso nel mondo.
Ne parlammo in ogni occasione. Ponemmo la domanda anche alle donne candidate al consiglio comunale di Trento (vedi intervista a Bruna Giuliani) e tutte si espressero a favore.
Ne parlammo con il direttore del Museo Storico del trentino, Giuseppe Ferrandi, che si dichiarò favorevole in linea di principio, senza nascondere i grossi problemi che l’iniziativa avrebbe sollevato.
Ne parlammo con altre persone di un certo rilievo nel mondo della cultura storica e tutti si dimostrarono favorevoli, a parte uno che sollevò l’aspetto legato alla presenza del feretro di Battisti.
«È un luogo sacro. – Ci disse. – Non daranno mai il benestare.»
Ne parlammo con il presidente della sezione trentina dell’ANA, Maurizio Pinamonti, con il quale sfondammo una porta aperta.
Infine ne parlammo con il sindaco di Trento Andreatta che, se la sua amministrazione non ha i soldi per farlo, certamente ha il carisma per convincere Dellai a dare il via.
«Sono assolutamente favorevole.» – Ci disse emozionato. Anche lui si è immaginato la scena di un grande ascensore che porta i trentini e i turisti lassù a guardare la sua, la nostra città.
Adesso, pare giunto il momento.
La palla è nelle mani di Andreatta e di Dellai e siamo certi che per il centenario della Grande Guerra, che vedrà l’adunata nazionale degli Alpini, il grande ascensore, quello che porta dai comuni mortali ai nostri eroi, possa entrare in funzione.
Passeranno a migliaia dalle nostre Gallerie per salire lassù, nel Paradiso degli eroi.
Guido de Mozzi
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