Falda dell’ex scalo Filzi, analisi sui dati dell’APPA

Zanotelli: «Dati impongono una riflessione ma forse si sta strumentalizzando un quadro già noto»

«Se i nuovi dati di Appa sulle acque di falda dell’ex scalo Filzi non rappresentano purtroppo un elemento di novità, considerata la storia dell’area, impongono però una riflessione circa una possibile ridefinizione della Carta della Criticità Idrica sotterranea di Trento nord al fine di tutelare la popolazione e preservare l’utilizzo della falda stessa.»
Così l’assessore provinciale all’ambiente, Giulia Zanotelli, in merito al dibattito nato a seguito della pubblicazione da parte dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente - Appa dei dati relativi alle analisi chimiche della falda dell’area ex scalo Filzi.
 
La qualità delle acque di falda dell’area di Trento nord trova un inquadramento generale nella Carta della Criticità Idrica Sotterranea, documento all’interno del Piano generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP), approvato dall’Amministrazione provinciale con la delibera n. 2563 del 10 ottobre 2008.
Tale cartografia (vedi allegato) individua e delimita le aree circostanti al SIN, che presentano una sicura alterazione delle loro caratteristiche (colore rosso).
In colore arancio individua invece le areni cui vi è una probabile presenza di contaminazione, associandone una disciplina specifica che ne impedisce o limita l’utilizzo.
 
In tale contesto i piezometri interni allo scalo Filzi, di cui Appa ha pubblicato i dati di analisi, si collocano in prossimità del lato est dell’area di alterazione qualitativa della Falda (area rossa), e pertanto non rappresentano un elemento di novità rispetto al quadro ambientale già consolidato.
«Possiamo valutare un’estensione dell’area più critica della Carta per tutelare i cittadini, ma purtroppo la situazione ambientale dell’area è alterata da anni ed il quadro noto a tutti, – spiega ancora Zanotelli. – Spiace quindi constatare come si tenda a strumentalizzare una serie di misurazioni per allarmare e confondere i cittadini rispetto ad una situazione pregiudicata da tempo e su cui c’è sempre stata da parte delle istituzioni massima trasparenza.»