XXV edizione di «Palcoscenico Trentino»

La Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale apre al S. Marco di Trento con una rivisitazione del «Todero» goldoniano

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La venticinquesima edizione di «Palcoscenico Trentino», rassegna a carattere provinciale organizzata dalla Co.F.As. e programmata a Trento al Teatro S. Marco, si aprirà sabato 29 ottobre con il primo dei cinque spettacoli in concorso per l'aggiudicazione dell’edizione 2022 del «Premio Mario Roat».    
Sarà in scena la Compagnia Teatrale «Argento Vivo» di Cognola con «El sior paron Botolo», adattamento curato da Giorgio Clementi del capolavoro di Carlo Goldoni «Sior Todero brontolon», opera teatrale in prosa in lingua veneta composta nel 1761 e messa in scena per la prima volta il 6 gennaio del 1762 al Teatro San Luca di Venezia.
L’adattamento dialettale proposto dalla Compagnia di Cognola è ambientato in un paese del Trentino agli inizi del secolo scorso.
 
In questa commedia Goldoni ci fa conoscere quattro diversi caratteri maschili: tre negativi Todero (Bortolo - Daniele Decarli), avaro, ottuso e autoritario; Pellegrin (Gervasio - Tarcisio Decarli), figlio di Todero, pusillanime, succube del padre e della moglie; Nicoletto (Marieto - Matteo Decarli), figlio del lavorante di Todero, anima semplice e sentimentalmente confusa che sposerebbe una ragazza purchessia.
L’unico personaggio maschile positivo è Meneghetto (Gianluigi - Stefano Galetti), buono e generoso, ma Goldoni preferisce dare risalto ai tre personaggi negativi, facendo apparire Meneghetto un po’ banale e noioso.
Le figure femminili rivelano invece saggezza e buonsenso, ad iniziare a Marcolina (Adelina - Maryana Oliynyk), nuora di Todero, che ha sposato l’insignificante Pellegrin (Gervasio) e si propone come personaggio di spicco della commedia e rappresenta il nuovo ruolo della donna nella famiglia e nella società.
 
Il testo goldoniano fa risaltare il divario di pensiero tra il vecchio taccagno Todero (Bortolo) che non intende mollare il posto di comando in famiglia e il giovane Meneghetto (Gianluigi) che impersona un modo di pensare diametralmente opposto.
È un’idea giovane che si propone e avanza.
La scelta delle battute in dialetto trentino fatta da Giorgio Clementi, che ne ha curato l’adattamento, appare particolarmente fortunata.
Le caratteristiche, i pregi e i difetti dei personaggi, anche dopo il lungo tempo trascorso dalla vicenda narrata, non sono cambiati e continuano a rallegrarci e farci pensare: per certi versi risultano perfino attuali.
 
Così scrive Goldoni nella prefazione per l'edizione a stampa dell’opera.
«Tutta la morale di questa commedia consiste nell'esposizione di un carattere odioso, affinché se ne correggano quelli che si trovano, per loro disgrazia, da questa malattia attaccati. Non è il mio Todero un carattere immaginario.
Pur troppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch'io lo avessi copiato.
Dio mi guardi da esporre in pubblico il difetto di chi che sia in particolare; ma in verità, quando scorgo ddai caratteri odiosi, faccio forza a me stesso, e vi vuole tutto quel principio di onestà che mi sono prefisso, per risparmiar loro quel ridicolo che si danno da se medesimi.»
 
Il ruolo del Sior Todero brontolon è stato interpretato, negli anni, da alcuni fra i maggiori interpreti della scena nazionale, da Cesco Baseggio a Giulio Bosetti, ed è stato anche uno dei cavalli di battaglia del fondatore della Co.F.As. Mario Roat, a cui è intitolato il premio in palio per il vincitore di Palcoscenico Trentino.   
Il ricco cast dello spettacolo, affidato alla regia di Camillo Avi e Stefano Maestrelli, vedrà in scena anche Delia Righi (Fortunata), Annachiara Avanzi (Beta), Stefano Longo (Saverio), Marisol Decarli (Liseta) e Laura Avogaro (Albina).
 
Sabato 29 ottobre il sipario del Teatro San Marco si alzerà su «El sior paron Botolo» alle 20,45.