Museo Ladino di Fassa, un bilancio delle attività didattiche
Terminata con soddisfazione l’attività dei primi 6 mesi dell’anno. Tra le novità, concerti, esposizioni e laboratori
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Si è conclusa con soddisfazione l’attività didattica che il Museo Ladino di Fassa ha portato avanti nella prima metà di questo 2024 attraverso i suoi Servizi Educativi.
La maggior parte delle attività si sono svolte nella sede del Museo, una parte sul territorio e una parte a Moena, nella sede della mostra «1914-1918 - La Gran Vera - La Grande Guerra: Galizia-Dolomiti», per ricordarne il decennale dell’apertura.
Le attività hanno coinvolto 1.058 persone da gennaio a giugno, tra ragazzi e adulti, accompagnati da 124 insegnanti. Sono stati proposti ben 14 percorsi che hanno toccato argomenti diversi, alcuni legati a periodi dell’anno come il Carnevale e il tempo pasquale, o alle tradizioni ladine, come le attività dedicate ai giochi dei tempi passati o all’agricoltura e all’allevamento, passando per la simbologia e le «conties» (leggende) ladine, fino alla scoperta degli alimenti consumati in un passato non molto lontano.
Portate a termine le attività della prima parte dell’anno, il Museo propone ora alcune esperienze pensate soprattutto per gli ospiti: il «Giramuseo» tutti i lunedì, la visita guidata alla sede museale ogni martedì e la «Caccia alla traccia» tutti i mercoledì d’estate.
A partire dal 1° luglio inoltre hanno riaperto al pubblico anche le 5 sezioni sul territorio del Museo Ladino, L Segat / La Silvicoltura a Pozza, L Molin / Il Mulino e L Malghier / La Caseificazione a Pera, L Stont / Il Casino di Bersaglio a Campitello e La Sia / La Segheria a Penia; una visita a queste strutture storiche restaurate permette ai visitatori una migliore comprensione di come la popolazione viveva in Val di Fassa fino al secolo scorso.
In aggiunta a queste offerte, durante tutta l’estate fino all’8 settembre presso la sede del Museo è prevista una proposta di valore: la mostra di fotografie del fassano Franz Dantone Pascalin, uno dei primi fotografi delle Dolomiti, realizzata grazie al lavoro congiunto del giovane proprietario del fondo fotografico Lorenzo Dezulian, dell’Istituto Culturale Ladino di Fassa, della Fondazione Dolomiti Unesco e del fotografo Davide Baldrati.
Per quanto riguarda le attività didattiche, la quota maggiore delle 1.058 presenze è stata rappresentata da 624 alunni della Scuola Ladina di Fassa, che fruiscono dei percorsi in lingua ladina, seguiti da 120 alunni provenienti da scuole fuori valle, per finire con le oltre 200 presenze che hanno seguito attività personalizzate o giornate di formazione, come gli accompagnatori di media montagna e gli utenti dei corsi di ladino.
La didattica costituisce una parte importante del lavoro dell’Istituto Culturale, che ha tra i suoi scopi principali il contributo alla diffusione della conoscenza degli usi e costumi della gente ladina, attraverso la collaborazione con la scuola e le associazioni del territorio.
Quest’anno l’Istituto Culturale Ladino, con l’associazione «Sul fronte dei ricordi», il Comune di Moena, e il sostegno della Regione Trentino Alto-Adige, dell’Apt di Fassa e del Comun General de Fascia, ha voluto ricordare i 10 anni di apertura della mostra La Gran Vera / La Grande Guerra e i 110 anni di storia trascorsi dall’inizio del tragico evento bellico che coinvolse in modo così pesante le Nazioni e le popolazioni.
Per questo motivo una parte dell’offerta didattica ha previsto incontri con esperti, rivolti alle classi seconde e terze della Scuola Secondaria di primo grado della valle per approfondire l’argomento. Gli studenti hanno potuto così ascoltare importanti testimonianze direttamente dall’autorevole voce di Michele Simonetti Federspiel, curatore della mostra, ripercorrendo le vicende di due giovani di Moena vissuti durante il conflitto. Hanno poi partecipato a visite teatralizzate interpretate appassionatamente da Ilaria Chiocchetti e David Dorich, da cui hanno preso spunto per realizzare disegni e slogan, che ora sono esposti in vari punti significativi della valle.
Tornando alle proposte dell’estate 2024, il programma museale è formato da 3 attività.
Il «Giramuseo» è pensato per le famiglie: genitori e figli devono seguire le istruzioni per una divertente visita delle sale espositive, tra piccoli giochi ed enigmi da risolvere, la lettura di racconti ladini e la ricerca di oggetti e personaggi. La seconda attività è la visita guidata alla sede museale, un grande classico che non può mancare nelle proposte agli ospiti.
Infine, quest’anno i Servizi Educativi del Museo hanno progettato un’attività speciale per ragazzi dagli 8 ai 12 anni presso la mostra La Gran Vera a Moena: «Caccia alla traccia» porta i ragazzi a conoscere alcuni degli aspetti legati al periodo del primo conflitto mondiale in valle, in una nuova modalità che tiene conto della giovane età dei partecipanti.
Per completare l’offerta estiva, come detto, il Museo Ladino propone agli ospiti la mostra «Franz Dantone. Fotografo delle Dolomiti» che rappresenta un prezioso tesoro per la valle e valorizza il lavoro di Franz Dantone Pascalin, il primo fotografo fassano, nato a Canazei nel 1839. Grazie ad un lavoro appassionato e alla produzione di oltre 1.000 fotografie di grande qualità, Pascalin ha contribuito alla costituzione dell’immaginario collettivo che ha permesso di iscrivere le Dolomiti nella lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
L’esposizione è composta di 74 fotografie, in parte originali dell’epoca e in parte stampate a getto d’inchiostro da riproduzioni digitali ottenute da lastre di vetro appena restaurate.