Che fine hanno fatto i generali al termine della Grande Guerra?

1. Austria-Ungheria: i feldmarescialli dell'Impero Asburgico, Conrad e Borojević

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Due sono i generali dell’Impero Asburgico che hanno segnato la storia della Grande Guerra, il feldmaresciallo Franz Conrad von Hötzendorf e il feldmaresciallo Svetozar Borojević von Bojna.
Il primo fu capo di stato maggiore dell’esercito austroungarico, poi relegato al solo fronte occidentale con l’Italia e infine rimosso dall’incarico.
Il secondo, di origini croate, fu a capo delle truppe austriache che riuscirono a contenere l'assalto delle truppe italiane sul fronte del Carso e protagonista alle battaglie del Piave.


 
 Franz Conrad von Hötzendorf 
Conrad nacque l'11 novembre 1852 a Penzing, piccolo villaggio divenuto poi sobborgo di Vienna.
Suo nonno era stato creato barone nel 1810. Il padre, originario del sud della Moravia, era un colonnello degli ussari in pensione, ed aveva partecipato alle Guerre napoleoniche. Sua madre, invece, era figlia di un noto pittore viennese.
 
Nel 1863, all'età di undici anni, Franz Conrad von Hötzendorf entrò nell'accademia militare di Hainburg an der Donau, per poi passare, nel 1867, all'accademia militare Marie-Thérèse di Wiener Neustadt.
Il 28 agosto 1871 fu promosso al grado di tenente, per proseguire una rapida e brillante carriera nell'11º battaglione di cacciatori dal quale uscì dopo tre anni di servizio per frequentare la Kriegsschule di Vienna.
Dopo aver completato i propri studi alla scuola di guerra con «risultati eccellenti» venne annesso allo stato maggior generale nel 1876.
Nel 1878 prese parte all'occupazione della Bosnia e alla repressione delle rivolte nella Dalmazia meridionale nel 1882, campagne nelle quali si distinse con successo.
 
Dal 1888 venne impiegato come istruttore di tattica alla Kriegsschule, incarico che mantenne sino al 1892.
Nel 1886 Conrad aveva sposato Wilhelmine le Beau con la quale ebbe quattro figli.
Nel 1893 venne nominato colonnello e posto al comando di un reggimento di fanteria di stanza a Troppau.
Nel 1899 divenne comandante della 55ª Brigata di Fanteria a Trieste e nel 1901, per i meriti acquisiti, venne promosso generale di divisione.
Nel 1902 in seguito agli scioperi generali indetti nella città di Trieste fu tra i protagonisti della violenta repressione.
Nel 1903 passa al comando dell'8ª Divisione di Fanteria di Bolzano.
 
Ricco d'immaginazione, diligente, scrupoloso e fervido lavoratore, von Hötzendorf si distingueva dagli altri ufficiali suoi contemporanei ed attirò l'attenzione dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, erede al trono austro-ungarico.
Gli sforzi incessanti di Conrad per il rafforzamento e il riammodernamento dell'esercito austriaco corrispondevano perfettamente alla visione dell'arciduca che influenzò l'imperatore Francesco Giuseppe a nominare Conrad, il 18 novembre 1906, al posto di capo dello stato maggiore delle intere forze armate austriache.
Con la sua nomina a Capo di Stato Maggiore dell'Imperial regio Esercito austro-ungarico, von Hötzendorf divenne promotore di varie riforme all'interno dell'esercito, nell'ottica del suo ammodernamento e di un'ulteriore sviluppo del potenziale bellico dell'impero.
 
Allo scoppio della Grande Guerra Conrad aveva proposto, irrealisticamente, piani offensivi grandiosi, senza tener conto delle difficoltà del terreno e del clima, e spesso sottovalutando le potenzialità del nemico.
Questo fu il caso, ad esempio, dell'esercito serbo, che si dimostrò assai più resistente di quello che aveva previsto. Conrad, d'altronde, era stato uno dei principali sostenitori della guerra contro la Serbia, in risposta all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo.
Egli dimostrò i suoi errori già durante il primo anno di guerra, e anche in seguito, in particolare durante la poderosa offensiva lanciata dall'esercito russo nella primavera del 1916, che causò pesantissime perdite agli eserciti degli Imperi Centrali.
 
Inoltre, i suoi attacchi contro l'esercito italiano risultarono perlopiù inefficaci, e produssero degli enormi costi in termini di perdite umane all'esercito Imperial-Regio. Quello che doveva essere il suo capolavoro strategico, la Strafexpedition contro gli italiani lanciata nel 1916, si dimostrò invece, in gran parte, un fallimento.
 
Le forze militari austro-ungariche sotto il comando di Conrad von Hötzendorf persero quasi 1,5 milioni di uomini, e alla fine non furono più in grado di attaccare senza gli aiuti tedeschi.
La maggior parte delle vittorie dell'Impero austroungarico si dovettero in seguito soprattutto all'apporto dell'esercito tedesco, dal quale l'esercito imperiale divenne sempre più dipendente.
Eppure, vari storici lo considerano, ancora oggi, un modello di raffinato stratega, ed inoltre, secondo alcuni, il suo nome è ancora oggi notissimo presso le popolazioni austriache, venendo spesso associato a quello di altri celebri condottieri.
 
Con la morte di Francesco Giuseppe e l'ascesa al trono del nuovo imperatore Carlo I, la posizione di Conrad si fece sempre più delicata. I nuovi indirizzi politici e strategici dell'imperatore si scontravano infatti con l'intransigenza bellicista del vecchio Capo di Stato Maggiore.
Tuttavia, nei mesi successivi, Conrad fu promosso al grado di feldmaresciallo, diventando uno dei soli tre personaggi dell'Impero Austro-Ungarico a ricoprire tale grado, in quel periodo.
 

 
Il 1º marzo 1917 Conrad fu destituito dall'incarico di Capo di Stato Maggiore da parte dell'imperatore Carlo I, che lo sostituì col generale Arthur Arz von Straussenburg un uomo di basso profilo, più adeguato al ruolo di ubbidiente subalterno ricercato dall'imperatore.
Alla base della sostituzione, oltre alle forti divergenze in ambito politico e militare, secondo alcuni storici vi sarebbero anche state motivazioni di natura, per così dire, morale: il nuovo imperatore, infatti, era un fervente cattolico, mentre Conrad, sostanzialmente materialista e ateo, poteva definirsi un sostenitore del darwinismo sociale. 
 
In seguito, Conrad fu nominato comandante dell'Armata del Trentino. Dopo la battaglia del Piave venne collocato a riposo.
Dopo la disfatta nella offensiva austriaca del Grappa e del Piave nel Giugno 1918, il 14 luglio 1918 Conrad venne richiamato dal fronte di comando a Eckartshau per ordine dell'imperatore che, per ricompensarlo comunque dei suoi sforzi e a riconoscenza del suo alacre impegno per la guerra, gli propose di occupare il posto di colonnello delle Guardie Reali dell'Imperatore e lo elevò al rango nobiliare di Conte.
Caduto in una profonda depressione, però, von Hötzendorf si sentiva fuoriluogo e decise di declinare l'offerta.
 
Conrad accettò il collasso della monarchia austriaca senza particolari emozioni perché sentiva questo tracollo come già preannunciato per la scarsa voglia di rinnovarsi che l'impero aveva ormai da anni. Conrad si spostò a Innsbruck ove si dedicò allo studio della filosofia ed all'approfondimento delle religioni, oltre a iniziare a scrivere alcune delle sue opere autobiografiche.
Nel 1922 si trasferì nuovamente a Vienna. Von Hötzendorf morì il 25 agosto 1925 a Bad Mergentheim, nel Württemberg, in Germania, dove si ritirava abitualmente per dei trattamenti termali per lenire i dolori della sua tarda età.
La sua salma venne sepolta nel cimitero di Hietzing a Vienna.
Il giorno delle sue esequie, il politico austriaco Otto Bauer espresse questo terribile giudizio sul felmaresciallo Conrad:
«Se dovessimo indicare i cinque o sei uomini fra quelli di tutta Europa da ritenersi i principali responsabili dello scoppio della guerra, uno di essi sarebbe certo il feldmaresciallo Conrad.»
 


 Svetozar Borojević von Bojna 
Borojević nacque il 13 dicembre 1856 in una famiglia serba ortodossa nel paesino di Umetić presso Kostajnica (Croazia).
La regione era parte della Frontiera Militare dell'Austria Ungheria (per poi essere reincorporata alla Croazia il 15 luglio 1881).
Dopo aver concluso gli studi giovanili si trasferì a Kemenitz e poi a Graz, dove studiò in accademie militari. Avanzò rapidamente di grado (caporale nel 1872, tenente nel 1875) e divenne un Comandante nel Kraljevsko hrvatsko domobranstvo (Reale Milizia Territoriale Croata, inquadrata nell'Esercito Ungherese).
Si distinse durante l'occupazione austriaca della Bosnia ed Erzegovina nel 1878 e venne promosso al grado di oberleutnant nel 1880.
 
Tra il 1887 e il 1891 continuò l'addestramento militare e successivamente fece l'istruttore, divenendo maggiore nel 1892.
Nel 1889, si sposò con la figlia di un soldato austriaco. Nel
Nel 1897 venne promosso al rango di colonnello e gli venne affidato l'incarico di Capo di Gabinetto della Settima Armata nel giugno 1898, che mantenne fino al febbraio 1904.
Nel 1905 gli venne assegnato il titolo baronale di von Bojna.
Divenne il comandante della Sesta Armata nell'aprile 1912.
 
Quando ebbe inizio la Prima guerra mondiale (1914), egli era al comando della Sesta Armata sul fronte orientale (Russia).
Nei primi giorni del settembre 1914 divenne comandante della Terza Armata e ad ottobre liberò Forte Przemysl, fornendo un temporaneo sollievo durante l'Assedio di Przemyśl.
Le sue truppe vennero fatte retrocedere per tenere le postazioni attorno a Limanova, sul passo montano di Dukla e altrove sui Carpazi, in modo da impedire all'esercito russo di sfondare sul Danubio.
La controffensiva russa del febbraio e marzo 1915 per poco non costrinse la Terza Armata di Borojević a retrocedere verso l'Ungheria, tuttavia questa resistette abbastanza a lungo da permettere ai rinforzi dalla Germania di arrivare e salvare la già minacciata Budapest e la testa di ponte a Presburgo (l'odierna Bratislava).
Le due formazioni poi si unirono alla generale offensiva austro-germanica (con la Quarta Armata austroungarica dell'Arciduca Giuseppe Ferdinando e l'Undicesima Armata Germanica del feldmaresciallo Mackensen) che fece retrocedere i russi e riprese possesso di Przemysl.
 
Tuttavia, Borojević non rimase sul fronte orientale il tempo necessario per vedere Przemyśl liberata (25 giugno 1915), in quanto venne spedito sul fronte italiano, portando con sé parte della Terza Armata e lasciando il resto delle forze nelle mani di Mackensen.
Sul nuovo fronte Borojević divenne Comandante della Quinta Armata, con la quale organizzò la difesa contro gli italiani sventando numerose offensive.
Il generale Luigi Cadorna, comandante del Regio esercito italiano, iniziò una serie di battaglie caratterizzate prevalentemente per essere degli attacchi frontali contro difese schierate.
 
Il 23 agosto 1917 divenne comandante del fronte sudoccidentale, a cui venne dato successivamente il nome di Armata Borojević.
Divenne feldmaresciallo il 1º febbraio 1918 e venne premiato con numerose medaglie, incluso l'Ordine Militare di Maria Teresa.
La strategia di Borojevic incentrata prevalentemente sulla difesa gli permise di fermare l'avanzata italiana sul Monte Ermada, impedendogli di raggiungere Trieste.
Nel 1917 gli subentra al comando il generale tedesco Otto von Below che con un pesante bombardamento a base di gas asfissiante riesce a sfondare il fronte Italiano a Caporetto costringendo le truppe italiane a ritirarsi fino al fiume Piave.
 
Svetozar Borojević von Bojna prende il comando sul fronte italiano per la battaglia del solstizio l'offensiva che nelle intenzioni austriache avrebbe dovuto dare il colpo di grazia alle truppe italiane e che invece si concluse con una pesantissima sconfitta.
Borojević condusse anche le manovre nella battaglia finale di Vittorio Veneto quando le sue truppe furono travolte dall'esercito italiano e i soldati ungheresi disertarono in massa.
Nella fuga Borojević riuscì a compattare delle truppe sul Tagliamento grazie alle quali riparò a Velden, dove si offrì di sopprimere le rivolte antiasburgiche che nel frattempo stavano avendo luogo a Vienna.
L'Imperatore rifiutò quest'offerta e Borojević si dimise dai propri incarichi in dicembre, dopo la sconfitta dell'Impero Austroungarico.
 
Finita la guerra, Borojević fu dimenticato; l'Austria gli imputava pesanti responsabilità nella disfatta.
Egli cercò di ottenere il permesso di vivere a Zagabria, ma le autorità del nuovo Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni glielo negarono.
Restò quindi a vivere in Austria e morì d'apoplessia nell'ospedale di Klagenfurt.
Il suo corpo venne portato a Vienna, dove fu sepolto in una tomba pagata dall'ex imperatore Carlo I.

G. de Mozzi

Si ringrazia Wikipedia per le note e soprattutto per le fotografie.

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