Diario del nostro tempo sospeso – Di Luciana Grillo
Presentata una pubblicazione sostenuta dall'Associazione Mafalda Donne Trento
La presidente di Mafalda Donne Trento con il questore di Trento.
L’Associazione Mafalda Donne Trento, durante il confinamento, si è adoperata generosamente per aiutare chi si trovava in difficoltà e non solo ha fornito un sostegno economico all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, ma ha fatto anche pervenire al Pronto Soccorso e al Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Trento ricchi vassoi di dolci pasquali.
Ora, in questo scorcio di estate, ha ripreso la sua attività, con tutte le precauzioni che la pandemia impone e ha invitato al Grand Hotel Trento le persone che in qualche modo hanno vissuto l’esperienza del covid 19 da un punto di vista particolare e che hanno accettato di raccontare questi giorni appesi al filo della speranza, del dovere e della solidarietà.
Anche le socie dell’Associazione hanno voluto offrire il loro contributo, e da questo impegno comune è nata una pubblicazione di piacevole e intensa lettura, accompagnata spesso da foto che – più delle parole – potessero raccontare le ansie, le paure, i desideri e anche le attività svolte in tempo di confinamento.
Il libro, distribuito in cambio di una offerta spontanea, ci fa vivere momenti vissuti da chi si trovava in situazioni diverse dalla nostra e in pratica ci fa capire che per tutti questo lungo inverno trascorso in casa a mettere ordine negli armadi, a impastare pizze e focacce o a catalogare libri, foto e video, è stato comunque un periodo difficile, un tempo di solitudine e di riflessione, o anche di bilanci e sofferenze.
Nella prima parte, a raccontare sono medici, impegnati in prima linea come Mauro Dellantonio, anestesista e rianimatore dell’Ospedale di Trento, e Vittoria Agostini, specialista in malattie cardiovascolari; esperti come Vincenzo Iannuzzi, già primario patologo e Michele Rubertelli, già primario ematologo; professori come Claudio Eccher , già primario chirurgo, e Francesco Furlanello, cardioaritmologo clinico e sportivo; farmacisti come Fabiola Iezza; dirigenti scolastici come Paolo Dalvit; giornalisti come Silvano Ploner… e così via.
Altri punti di vista privilegiati sono quelli esposti dal direttore della filiale di Trento della Banca d’Italia Pier Luigi Ruggiero o dall’avvocato giuslavorista Domenico Tambasco o dal Questore dottor Claudio Cracovia… elemento comune è l’attenzione a una comunicazione chiara e corretta, che aiutasse la popolazione a seguire le indicazioni di prudenza e che non generasse panico.
Nella seconda parte del libro, la penna passa alle socie dell’Associazione, invitate dalla Presidente Carolina Bazerla Marangoni a raccontare il loro tempo sospeso, privo di incontri e convivialità, orfano di contatti e confronti.
Sono scaturite dalla creatività di ciascuna pagine intense e cariche di significato: c’è chi ha manifestato la tristezza per la lontananza dai propri cari, soprattutto dai nipotini, chi ha raccontato la sua esperienza di malattia, chi ha associato delle foto a un gioco di lettere «libere di muoversi», chi ha confessato di sentirsi profondamente cambiata, chi ha agganciato le undici lettere di c o r o n a v i r u s con undici parole, chi ha colto l’occasione per riflettere sulla fragilità degli uomini e delle donne, chi ha potuto godere di qualche libertà avendo un’attività commerciale, chi ha curato le piante e chi ha cucinato gustosi pranzetti, chi ha citato Darwin e chi ha ricordato gli anziani scomparsi, chi augura un futuro migliore alle nuove generazioni e chi ha proposto i versi di Emily Dickinson… che tutte e tutti noi possiamo sicuramente condividere:
La speranza / è qualcosa con le ali, / che dimora nell’anima e canta / la melodia senza parole, / e non si ferma mai.
Naturalmente in queste 294 pagine c’è molto di più (e mi spiace non aver potuto elencare tutti) ed emerge prepotente il desiderio di ringraziare chi ha lavorato senza tregua insieme al sentimento di fiducia nella ricerca che potrebbe liberarci dal timore e darci nuova serenità.