Quel dissacrante 1° di aprile di 13 anni fa
Avevamo pubblicato la foto della correzione della scritta sulla roccia del Doss Trento
>
Era il 1° di aprile del 2011, quando avevamo confezionato un pesce d’aprile sofisticato e irriverente nei confronti degli alpini.
Come si sa, il nostro giornale ama gli alpini, ma la tentazione era stata troppo forte. E poi, l’ironia non è mai dissacrante: può solo piacere o non piacere.
Fatto sta che quella mattina avevamo pubblicato la foto della celeberrima scritta fatta dagli alpini sul lato occidentale del Doss Trento, «PER GLI ALPINI NON ESISTE L’IMPOSSIBILE», con una piccola correzione fratta con Photoshop.
La nuova scritta era «PER GLI ALPINI NON ESISTE L’IMPONIBILE».
Il servizio precisava che si trattava di un pesce d’aprile fatto effettivamente scavando nella roccia la nuova frase.
Franco Panizza, allora assessore provinciale alla Cultura del PATT, aveva negato ogni responsabilità degli Schützen.
L’allora comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Rossi, aveva espresso la propria soddisfazione a vedere che per una volta la satira non si occupava di Carabinieri.
Il questore di Trento, Giorgio Iacobone, aveva sottolineato che la legge parla di «imbrattamento», che nel caso di specie non esisteva.
L’Agenzia delle Entrate aveva assicurato di aver effettuato l’immediato il controllo fiscale di tutti gli iscritti all’ANA, senza però trovare nulla di irregolare.
Andrea Castelli aveva precisato che la battuta era sua, ma vecchia al punto di essere prescritta nel caso fosse stata definita «diffamazione». Invitava però a sindacare sulle frasi di Lucio Gardin…
Tutte queste battute, ovviamente erano inventate, anche se concordate con le parti interessate.
Ma la cosa più bella, quella che ci aveva appagato, era stato il grande flusso di gente che era andata a vedere lo «scempio» della frase irriverente scavata sul Doss Trento.