L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 11
Tra terrorismo e diplomazie
Il 16 dicembre 1964, a Parigi, nel corso di una conferenza tra i Ministri degli Esteri di Italia e Austria, Giuseppe Saragat e Bruno Kreisky, si arrivò alla definizione di un’ipotesi di intesa globale tra i due Paesi.
Si trattava di quello che sarebbe passato alla storia come «Pacchetto Saragat-Kreisky», secondo il quale l’Italia avrebbe dovuto adottare, sul piano interno, una serie di misure, in larga parte già previste dalla Commissione dei 19, e una Corte arbitrale avrebbe vigilato sull’effettiva attuazione delle intese, mentre l’Austria, da parte sua, avrebbe dovuto rilasciare la cosiddetta «quietanza liberatoria», subito dopo l’annuncio delle misure al Parlamento da parte del Governo italiano.
Tuttavia, la Volkspartei rifiutò la proposta, considerata del tutto insufficiente per via della mancata attribuzione di alcune nuove competenze alla Provincia di Bolzano.
Da quel momento, le trattative tra Italia e Austria segnarono un lungo periodo di stallo.
Il 20 ottobre del 1966, il Presidente Moro ricevette Magnago: un incontro estremamente importante, che segnò una svolta nei rapporti tra Volkspartei e Governo centrale.
Da quell’incontro, Magnago, per sua stessa ammissione, uscì con la convinzione che si potesse giungere a una conclusione positiva dell’annosa «questione altoatesina».
Il 23 marzo 1967, dopo aver esaminato tutte le questioni più controverse, l’esecutivo della SVP approvò una risoluzione a maggioranza che raccomandava al Congresso l’accettazione del Pacchetto, pur sottolineando che esso non conteneva «tutte le competenze necessarie per una effettiva autonomia».
Nella risoluzione venivano inoltre invitati i Governi di Austria e Italia a riprendere le trattative diplomatiche.
Le trattative conobbero un’accelerazione decisiva nell’ottobre del 1968, a New York.
In quell’occasione Kurt Waldheim, nuovo Ministro degli Esteri austriaco, tenne all’ONU un discorso improntato alla moderazione e alla fiducia.
Sui contenuti dell’autonomia da concedersi alla minoranza del Sudtirolo l’intesa era stata sostanzialmente raggiunta, mentre restava aperta la questione procedurale relativa alla chiusura della vertenza internazionale.
Un ulteriore decisivo passo fu l’accordo sull’adozione da parte dei due Governi del cosiddetto «Calendario operativo», uno strumento del tutto innovativo, che avrebbe potuto costituire l’ancoraggio internazionale a garanzia delle intese raggiunte sul piano interno tra il Governo e la minoranza sudtirolese.
Secondo un calendario concordato, ad ogni passaggio o atto assunto da uno dei due Paesi avrebbe fatto seguito analoga iniziativa dell’altro Paese, sino al superamento della controversia attraverso il rilascio della quietanza liberatoria da parte dell’Austria.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |