«Ora tutti rivendicano il taglio delle indennità dei Consiglieri Provinciali»

Improvvisamente si svegliano tutti, mentre si avvicinano le elezioni provinciali di ottobre – Di Giovanna Giugni

Mentre si avvicinano le elezioni provinciali di ottobre, sembra che molti siano presi dall'urgenza di rivendicare la corsa al taglio delle indennità.
Ricordo che CORE Trentino Alto Adige, con totale autofinanziamento e forze proprie, nel 2012 ha raccolto 40.000 firme per abrogare la legge regionale che prevede diaria e indennità.
Lo ha fatto rispettando le norme e ha dovuto soggiacere ad una interpretazione restrittiva della legge istitutiva del referendum, da parte dell'apposita sezione della Corte d'Appello di Trento.
 
Su consiglio di un team di legali, CORE avrebbe potuto presentare ricorso e giungere probabilmente anche ad un pronunciamento della Corte Costituzionale.
Ma tutto ciò significava anticipare circa 7.000/8.000 euro: troppi per un Comitato che aveva già speso molto per moduli, diffusione sul territorio regionale di materiale informativo, gazebo ed altro, senza ricorrere a finanziamenti pubblici di alcun tipo.
CORE ha agito senza nessun aiuto, né economico, né organizzativo-logistico da parte dei legislatori provinciali.
 
Tra i consiglieri, ha firmato al gazebo, dichiarandosi d'accordo con idee e contenuti, solo un esponente della Lega Nord, di cui taccio le generalità per dovere di riservatezza.
E vorrei tacere anche, per pudore, della possibilità che lo stesso Consiglio Provinciale avrebbe avuto di diminuire subito i propri costi: adibire personale già di ruolo in Provincia alla costituzione di gruppi di supporto consiliare, utilizzare sedi di proprietà provinciale senza dover pagare affitti a privati, eliminare dal novembre 2008, senza attendere il ricorso al TAR, le tessere gratis per A22.
 
Non mi pare, inoltre, di aver sentito alcuna voce levarsi contro i 200.000 euro annui che il bilancio provinciale (cioè noi cittadini) spende per retribuire un dirigente provinciale, già in pensione, inserito nella sezione di controllo della Corte dei Conti.
Un unicum in tutta Italia.
CORE ha tentato la carta referendaria (ed io personalmente quella dei ricorsi giurisdizionali) contro un sistema granitico, che pare impermeabile ad istanze democratiche concrete, non di sola facciata.
Ai cittadini sia perlomeno risparmiata la pantomima dei legislatori virtuosi, ma impossibilitati ad agire.
 
Giovanna Giugni
Per CORE TAA